parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 25/12/06
Natale del Signore /C
   
Letture:Isaia 9,1-3.5-6; Salmo 95; Tito 2, 11-14; Luca 2, 1-14 (-20).

 


"Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama "

Dal Vangelo di Luca capitolo 2 versetti da 1 a 14

1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra.

2Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.

4Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.

6Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.

7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c`era posto per loro nell`albergo.

8C`erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.

9Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10ma l`angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.

12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». 13E subito apparve con l`angelo una moltitudine dell`esercito celeste che lodava Dio e diceva:

14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».

un bambino incontrato e accolto è la luce per noi

Riascoltiamo in questa notte il Vangelo della nascita di Gesù. Un racconto che abbiamo ascoltato più volte, una parola a cui forse ci siamo abituati. Ascoltiamo questa Parola. Ma succede qualcosa in noi? Cambia qualcosa nel nostro cuore?

C’è una tentazione nell’aria che respiriamo, che ci entra dentro. E ci spinge a camminare per la nostra strada, a pensare solo a noi stessi. C’è qualcosa che può cambiare questo mondo? Facilmente si pensa che le cose non possono cambiare. E questo pensiero lo troviamo anche in noi.

Il Vangelo di Natale ci dice che Dio viene su questa terra, ma che non trova accoglienza. La gente se ne sta chiusa nelle proprie case, al proprio caldo. La mangiatoia in cui Gesù viene posto è il segno di questa inaccoglienza, di questo stare con la testa, con i propri pensieri, da un’altra parte.

Ma vivere pensando solo a sé, non è camminare al buio? Senza vedere un futuro per sé e per questo mondo? C’è un clima pesante di rassegnazione, come un’aria pesante che opprime. Da alcuni mesi nella nostra città vediamo il nostro nuovo pastore che in tutti i modi, andando in tutti i luoghi, chiama tutti e ciascuno a risvegliarsi, a vedere che c’è una luce nel buio.

In questi mesi si è recato accanto ai bambini malati del Santobono, è andato più volte nelle carceri a incontrare i detenuti, qualche giorno fa è venuto a incontrare le persone senza casa che si trovano al Dormitorio poco distante dalla nostra Chiesa, domani verrà a salutare i tanti nostri amici poveri che riempiranno la bella basilica di san Severino per il pranzo di Natale (una bella immagine l’abbiamo posta come sfondo al nostro presepe semplice e povero), il giorno 28 dicembre ha invitato a casa sua, nel palazzo dove vive, tanti poveri a pranzare assieme mentre lui ed altri preti serviranno a tavola. E questo è un segno e un aiuto per tanti che nel silenzio si muovono alla luce che viene dal Signore.

Questo bambino che vediamo posto nella mangiatoia non è un bel simbolo, non rappresenta una bella tradizione; ma è l’immagine di Dio che si fa piccolo, bambino. Ci dice che Dio ha mandato a noi il suo Figlio, come nostro salvatore. Il Vangelo ci parla di Maria e di Giuseppe accanto a Lui. E poi arrivano i pastori.

Oggi il mondo accende tante luci per il Natale, come segno di gioia. Ma sono luci artificiali, che non rischiarano il cuore. Non danno vera gioia, sono solo dei surrogati. L’angelo che si presenta ai pastori dice: “vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo”. Quando noi proviamo grande gioia? Che cosa ci dà veramente una grande gioia? Forse ci accontentiamo delle piccole gioie, di cose che passano.

Eppure anche oggi ci sono tante piccole luci che sono piccole come è piccolo il bambino che vediamo posto nella mangiatoia. Ma danno una grande gioia. Che cosa si prova vedendo alcuni giovani detenuti nel carcere di Napoli mentre pranzano nella chiesa del carcere, assieme alle guardie e ai dirigenti? Sui loro volti si vede la luce di una gioia, contenti di stare assieme a noi.

Tante piccole luci si accendono in questo Natale. Sono piccole, ma sono vere. E riscaldano e rischiarano tanti cuori che sono al buio. Una luce è anche quella di domani nella nostra cara basilica di san Severino, quando dopo la liturgia, tanti poveri siederanno a mensa nella casa del Signore preparata a festa. Ma queste piccole luci sono tante nel mondo, in tanti paesi e luoghi emarginati. Sono luoghi poveri come la mangiatoia di Betlemme, dove Gesù piccolo viene adagiato su un po’ di paglia. E attende di essere preso fra le braccia.

Queste luci possiamo non vederle. Rimanercene per conto nostro, continuare la vita di sempre. Quel bambino non grida, non può fare la voce forte. Come i poveri. Chiede di essere accolto. È Maria, la Madre, è la Chiesa, la Comunità che lo protende verso di noi. Siamo occupati da altre cose? Siamo troppo impegnati o troppo stanchi?

Noi dobbiamo ringraziare il Signore. Siamo persone comuni, senza alcun merito particolare rispetto a tanti altri. Ma abbiamo sentito il calore di una madre. Quella madre è la Chiesa, che ci porge il suo figlio, bambino piccolo e debole. Questa madre ci porge il Vangelo. Possiamo accoglierlo e viverlo dentro di noi. E possiamo dimenticarlo subito. Questa madre ci convoca, ci riunisce nella liturgia; nell’Eucaristia ci dona il Figlio che diventa nostro cibo. E ci fa diventare membri di una famiglia, che è quella del Signore, che dove c’è un posto per tutti, dove tutti possono essere accolti e trovare riparo.

I pastori scelgono di andare fino a Betlemme e incontrare quel bambino e vedere la luce che viene da Lui. C’è una luce per noi. Viene da quel bambino. Per incontrarlo bisogna andare come i pastori e riconoscerlo nelle sembianze di chi è povero, debole, inascoltato, non accolto. Da questo incontro viene la gioia e una vita che ci apre al futuro di Dio.

  • Intenzioni di preghiera:

  • Signore, nel nostro mondo ricco e ripiegato su se stesso, tu vieni piccolo e debole. Ma la luce che viene da te ci indica una strada umana per la nostra vita e per il futuro del nostro mondo. Possa ognuno di noi accoglierti dalle braccia protese di Maria e della Chiesa nostra Madre e conoscere la gioia della comunione, della fraternità, dell’accoglienza vicendevole.
  • Ti preghiamo Signore per la Chiesa, nostra madre, per il Papa Benedetto, il nostro vescovo Crescenzio, perché manifestino agli uomini la salvezza portata dal tuo Figlio fatto uomo.
  • Signore, la luce di Betlemme ha acceso tante piccole luci negli angoli bui del mondo. Fa’ che guidati come i pastori dalla tua Parola, ci muoviamo incontro ai tanti poveri dove tu attendi di essere accolto e accompagnato.
  • Signore, ti preghiamo per la pace; ti preghiamo fa di noi strumenti della tua pace. Rendici umili e disponibili; guidati dalla tua Parola, purifica i nostri cuori da ogni contrapposizione, arroganza, aggressività verso gli altri. Rendici strumenti della tua pace e della tua gioia.