7ª domenica - tempo ordinario
18 febbraio 2001
 

Vangelo festivo
18 feb 01

dal Vangelo di Luca, capitolo 6, versetti 27-38.

Gesù disse ai suoi discepoli: "A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.
Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.



Gesù disse a Giuda:
"Amico, con un bacio mi tradisci?"
Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio".
NON LASCIARTI VINCERE DAL MALE, MA VINCI COL BENE IL MALE
Amare i nemici:
è possibile?

Questa pagina del Vangelo ci mette in crisi: "amare i nemici, fare del bene a coloro che ci odiano, benedire coloro che ci maledicono, pregare per coloro che ci maltrattano".

Ci viene da dire: ma questa è pura utopia, questo è impossibile!

Eppure dobbiamo riconoscere che questo nostro mondo non va poi tanto bene, non siamo contenti della vita così come va normalmente. Tanta violenza, tanta indifferenza, la difficoltà a vivere rapporti di comunione anche con i più vicini a noi... Come pensiamo di uscirne? Rassegnarci?

La Parola del Vangelo non è utopia, ma una via concreta per uscire da uno stallo, da una situazione che ristagna.

Gesù pronuncia quella che viene chiamata la regola d'oro: "ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro" (Luca 6,31). Si comincia di qui.

L'amore per sé
e
il dono di sé

Usciamo dall'amore per noi stessi, smettiamo dal voler essere sempre io al centro e a imbocchiamo la via del dono di se stessi.

L'amore portato da Gesù non è un sentimento, un amore di simpatia. È un amore di volontà che spinge non alla rassegnazione, alla sopportazione o ad accontentarsi di non fare il male. Gesù ci chiama ad essere alternativi, ad intraprendere un'azione positiva di contrasto nei confronti del mondo e delle sue violenze.

L'amore per il nemico, la rinuncia alla violenza tende a trovare una risposta positiva anche da parte del nemico, tende a "far riflettere" il nemico, è un'appello perché prenda coscienza di qualcosa che è anche in lui, nel suo profondo.

Amore naturale
e
amore cristiano

Riflettiamo per un momento sul nostro modo naturale di amare: abitualmente i rapporti sono regolati sulla simpatia, il ricambio, il beneficio. L'amore profano vive di ricambio.

L'amore dei cristiani non fa calcoli, ama per primo senza aspettare il ritorno.

Ci viene ancora da pensare: ma che roba è questa? Di che mondo si parla? È vivibile tutto questo?

Credo che queste parole del Vangelo mettono in crisi la nostra religiosità, che noi chiamiamo cristiana e che tante volte è piuttosto una religiosità naturale, con cui ogni uomo tende ad esprimere il suo desiderio di qualcosa che è oltre se stesso.

Con queste parole di Gesù noi siamo nel cuore del Vangelo. L'amore dei cristiani non è la solidarietà del clan, dello star bene fra noi. Amare i nemici è mettersi alla scuola di Dio stesso.

Agite
come agisce
Dio

Gesù ci dice oggi: così è fatto Dio e così io chiamo anche voi ad essere.
Se noi entriamo in questa logica dell'amore di Dio, aperto e gratuito, allora entriamo in una relazione viva con Lui, da figli. Ci mettiamo in sintonia con Dio, incominciamo ad imitarlo nel suo amore universale, che include anche i malvagi.

"Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla". In realtà, anche quando aiutiamo i poveri, non li aiutiamo perché sono bravi, ma perché sono poveri. E il nostro aiuto non è un prestito senza aspettare il ritorno materiale?

La comunità:
il Vangelo
vissuto
assieme

Questa parola del Vangelo ci invita a farci prossimi, molto prossimi a Dio. E forse per questo c'è bisogno di andare oltre un rapporto individuale con Dio; c'è bisogno di farci prendere per mano, unirci ad altri fratelli e sorelle che - come noi - cercano l'incontro con Dio e insieme accostarci a questa fonte dell'amore che è il Signore stesso.

Insieme è più facile ascoltare, comprendere, provare a vivere questa Parola che ha una forza creatrice, unitiva che sorge da Dio stesso. Facendoci insieme vicini a Dio ci rendiamo conto che questo comportamento misericordioso del Signore è il comportamento che egli ha già verso di noi. Egli, nei nostri confronti, già risponde al male col bene, non ci giudica ma ci perdona.

E questa misericordia di Dio ci spinge ad essere misericordiosi con gli altri. Amare il nemico si traduce nel fare volutamente del bene a chi fa del male; alla maledizione che divide da Dio, corrisponde la benedizione che unisce a Dio; alla calunnia rispondiamo con la preghiera, cioè con l'essere-per-gli-altri dinanzi a Dio.

La via
per
la pace

 

 

 

 

 

 


Quando pensiamo al racconto del lupo di Gubbio che da Francesco di Assisi viene trasformato e convertito, non dobbiamo vedere la forza dell'amore di Dio che vince col bene il male?

E come aiutare i popoli che sono in guerra, le fazioni contrapposte?

Sono tanti quelli che hanno sperimentato che con la forza dell'amicizia disinteressata, senza aspettarsi nulla in cambio, - direi: con la forza dell'amore di Dio - hanno portato persone che si odiavano a sedersi allo stesso tavolo, a cominciare a parlarsi, a cercare quello che li univa piuttosto che le tante cose che li dividevano. E si è giunti a firmare la pace e a far vivere il popolo in pace.

No, cari amici, il Vangelo non è una utopia, il Vangelo è la forza buona che crea una società alternativa in questo mondo, una società "altra" a cui tutti possono rivolgere il loro sguardo, in cui tutti vengono accolti.

Tutti quelli che vorranno intraprendere questa strada del Vangelo accolto e vissuto insieme, sperimenteranno la risposta sovrabbondante di Dio. Egli - dice il Vangelo - "verserà nel vestito ripiegato sul davanti una misura piena, senza vuoti".

L'unico
comando
di Gesù
Questa generosità di Dio è ancora un invito per noi ad essere generosi nei confronti gli uni degli altri, a imitare il modo di donarsi di Dio a noi. La vigilia della sua passione Gesù dirà ai suoi: "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (Giovanni cap. 13, 34).