parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 29/01/23

4a Domenica del Tempo Ordinario /A
 
 

Letture: Sofonia 2,3; 3,12-13; Salmo 146(145); 1Corinzi 1,26-31; Matteo 5,1-12a.

 

dal Vangelo di Matteo 05, 1-12a

1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 4Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. 5Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. 6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

7Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 9Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.

12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.


LA VIA DELLA FELICITÀ APERTA DA GESÙ


Gesù salì sul monte, si mise a parlare e a insegnare

Gesù ci indica la «via» della vita piena

I vangeli ci parlano più volte di Gesù che percorre città e villaggi, che si spinge anche in terre pagane e incontra tante persone che lo cercano, si affollano attorno a lui; incontra tanti afflitti da malattie, tanti poveri, tanti che sono rassegnati dinanzi alle difficoltà, tanti che cercano risposte alle loro domande; incontra anche tanti scribi e farisei orgogliosi del loro sapere, sicuri dei loro meriti perché osservano le regole religiose.

Gesù sale sul monte, quasi a voler vedere con un solo sguardo tutte queste persone e parlare a tutti, a tutti indicare la via che libera, che solleva, che rende umana la propria vita. Gesù ripete più volte questa parola, «beati» all’inizio di ogni frase della pagina detta delle beatitudini. È la «via» che egli, il Figlio di Dio fatto uomo, per primo percorre. È la «via» che non solo conduce a Dio, ma ci fa vivere la vita stessa di Dio.

Le beatitudini, come i gradini di una scala che porta a Dio e avvicina agli uomini

Gesù è lui il povero in spirito, il mite, il misericordioso, il puro di cuore, operatore di pace, affamato e assetato di giustizia; ed è anche colui che viene perseguitato. «Imparate da me che sono mite e umile di cuore» - dice ai suoi discepoli (Mt 11,29). Egli ci invita a vivere con lui la sua stessa vita, la vita di Dio che in lui si manifesta.

La via delle beatitudini è la via del ristoro, che libera da una vita pesante, dalla stanchezza e dall’oppressione. Il libro dei salmi comincia proprio con la parola «beati»: «beato l’uomo che nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte» (Sal 1,1-2). Secondo i Padri della Chiesa le beatitudini sono come i gradini di una scala e il gradino più alto è quello del martirio: quel gradino che i martiri dei primi secoli fino a quelli più recenti, come il vescovo san Romero, Charles de Foucauld e tanti altri; e ancora oggi tanti cristiani sono perseguitati.

Il Vangelo continua a trasformare la vita di tanti uomini e donne

In questo nostro tempo siamo raggiunti da tante notizie di dolore, di guerra, di violenze, di ingiustizie. Ma dentro questo mondo c’è un popolo umile e povero che annuncia il regno di Dio che viene. E beati noi chiamati a vivere come popolo del Signore, popolo che non si gloria a partire dalla propria sapienza, dalle proprie virtù o dai propri meriti.

Lo aveva compreso bene l’apostolo Paolo quando scrive alla comunità di Corinto: «quello che è stolto per il mondo, quello che è debole per il mondo, quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono» (1Cor1,27-28).

Tante comunità nascono anche oggi con la predicazione del vangelo

Dinanzi ai frutti della predicazione, dinanzi alla nascita di tante comunità nel vasto territorio dell’impero romano, insieme a persecuzioni, l’apostolo Paolo sperimenta la forza di Gesù e della sua Parola. «Quelli che credono nel mio nome – ha detto Gesù – scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti, imporranno le mani ai malati e questi guariranno» (Mc 16,17-18). E Paolo che ha sperimentato tutto questo spiega come è stato possibile: «non vivo più io, ma Cristo vive in me» (Gal 1,20).

Ma questa storia è anche attuale: tante comunità nascono anche oggi nel nostro mondo per la predicazione del vangelo, tanti afflitti sono consolati, tanti cristiani in Pakistan, in diversi paesi dell’Africa operano con la forza che viene dal Signore, tanti profughi sono accolti. Sono tutti segni del regno di Dio che viene. «Beati quelli che ascoltano la parola di Dio – dice Gesù - e la mettono in pratica» (Lc 11,28). Beati noi se accogliendo questa parola sperimentiamo la gioia dei miti, dei misericordiosi, degli operatori di pace, dei figli di Dio.

Intenzioni di preghiera

1. Perché non perdiamo la nostra vita dietro ciò che non conta, ma come i piccoli del Vangelo seguiamo il Signore e viviamo sul suo esempio lo spirito delle Beatitudini.

2. Perché la Parola di Dio apra il nostro cuore alla certezza di un mondo nuovo in cui non c’è dolore senza speranza.

3. Per papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per la Chiesa, perché testimonino la misericordia senza limiti di Dio a tutti ma soprattutto ai poveri.

4. Per chi vive per la strada al freddo, per chi è straniero, per chi non ha nulla. Perché tutti trovino riparo, compagnia e consolazione nel calore della famiglia di Dio.

5. Perché in Ucraina cessino i combattimenti e in ogni parte della terra si abbandoni la violenza e con essa la guerra. Perché non ci stanchiamo di cercare e di invocare la Pace.