parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 24/04/22

2ª domenica del tempo di Pasqua /C
 
 

Letture: Atti 5,12-16; Salmo 117; Apocalisse 1,9-13.17-19; Giovanni 20, 19-31.

Domenica della “Divina Misericordia”. Le Chiese ortodosse festeggiano oggi la Pasqua. La Chiesa armena fa memoria oggi di Metz Yeghérn, il “Grande Male”. È il ricordo della strage patita durante la prima guerra mondiale, in cui furono uccisi oltre un milione di armeni.

dal Vangelo di Giovanni capitolo 20, versetti 19-31

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». 24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.


COMUNICHIAMO LA PACE CHE IL SIGNORE CI DÀ


Gesù venne, stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!»

C’è bisogno di segni di speranza e di vita

Abbiamo vissuto questa Pasqua in un tempo difficile, buio per la guerra, per la morte di tante persone, per i tanti profughi, per la distruzione di intere città. Gesù risorto è uno spiraglio di luce in un tempo di passione per tanti.

C’è bisogno di tanti segni di speranza e di vita da parte di ogni comunità cristiana in questo tempo difficile, come fece la prima comunità dei discepoli: «Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli … che stavano insieme e sempre di più venivano aggiunti credenti al Signore … portavano gli ammalati persino nelle piazze perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro» (At 5, passim 12-16).

In un tempo difficile c’è bisogno di non restare a porte chiuse, di essere responsabili della pace che il Signore ci dona, del mandato che egli ci affida: «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Mandati a portare pace, a riconciliare gli uomini divisi, ad accogliere chi ha perso tutto, coloro che sono smarriti di fronte alle forze del male, che sono prostrati dinanzi al loro dolore.

Il Signore ci mostra le ferite del suo corpo

La pace è il dono che il Signore ci chiama a vivere, a diffondere attraverso una presenza amica, una vicinanza ai tanti che hanno i segni delle ferite loro inferte: sono le ferite del corpo del Signore, di tanti uomini e donne che fanno parte di noi. Non restiamo nella tranquillità delle nostre abitudini buone, di quello che già sappiamo e ci basta. Ogni domenica si rinnova la Pasqua, che ci comunica nuove energie di amore e di solidarietà.

«Pace a voi!» - dice Gesù a quella piccola comunità ancora a porte chiuse per paura dei giudei. «Pace a voi!» lo ripete a noi, perché questo dono del Signore raggiunga tanti che aspettano la pace come una luce che viene a illuminare il buio nel quale vivono. Quelle mani e il fianco di Gesù con le ferite della passione ci mostrano i segni del dolore, dell’angoscia, della sofferenza di tanti che sono stati colpiti duramente dalla guerra in Ucraina e in tanti altri luoghi, di tanti che sono vicini a noi e che cercano la pace.

Camminare dietro al Signore con la forza del suo Spirito

L’apostolo Tommaso ci aiuti a non restare con le nostre sicurezze poggiate su quello che già conosciamo, di cui ci sentiamo sicuri. Lo Spirito che il Signore soffia sui suoi discepoli ci dona la forza che viene da Lui, forza di amore che riconcilia, che sana le ferite, che accoglie, accompagna, aiuta. Rendiamoci disponibili a lasciarci condurre dallo Spirito, a camminare con questa forza dietro al Signore, «a seguirlo, a lottare con audacia, per i poveri, per la pace, per il vangelo … chi teme il Signore è sempre grande e può aspirare a grandi cose, a cose più grandi in questo nostro mondo».

La parola del Signore, la liturgia che ci fa ritrovare insieme sono la radice della nostra unione, della nostra unità. Quel piccolo nucleo dei primi discepoli a Gerusalemme dà inizio a un tempo nuovo. Erano persone comuni, con le loro piccole storie, con i propri limiti, ma diventano fermento di un popolo nuovo, dove ebrei e pagani convertiti al Vangelo imparano a vivere insieme, ad essere segno di unità, di rinnovamento per un mondo nuovo.

Essere semi di pace in un mondo ancora troppo diviso

La loro forza è stata proprio l’unità, la fraternità di cui erano testimoni, la comunione fra chi aveva poco o nulla e chi aveva di più. Di fronte al vasto mondo allora conosciuto, in poco tempo quei cristiani sono attrattivi, sconfiggono il culto pagano ampiamente diffuso nell’impero romano. Sono riusciti a far vivere insieme una diversità di popoli e culture uniti dalla forza dello Spirito che li animava.

Oggi il nostro mondo ha bisogno di unità, di imparare o reimparare a vivere insieme, a far emergere il bene che esiste, a far crescere il desiderio di bene che c’è in tanti. Viviamo con responsabilità questo tempo, poniamoci come semi di riconciliazione e di pace, che producono frutti di unione, di fraternità, di amicizia.

Intenzioni di preghiera

1) Perché in ogni nostra comunità la comunione sconfigga la solitudine, l'amore accorci ogni distanza, la fraternità vinca l'indifferenza e dalla Resurrezione possa germogliare vita nuova.

2) Perché in questo tempo difficile moltiplichiamo il nostro impegno per il dialogo e la pace manifestando nelle nostre città a tutti, con la nostra vita, quello che crediamo con il cuore: che Cristo è Risorto, Veramente Risorto!

3) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per tutta la Chiesa che celebra questa domenica la Divina Misericordia, perché sappia indicare agli incerti e agli sfiduciati la strada che porta al Signore e accompagni a vincere la paura e a guardare il futuro con speranza.

4) Per l’Ucraina e per il mondo intero con le sue ferite e i suoi dolori, perché si converta il cuore di chi semina terrore e la misericordia del Signore scenda e porti pace dove ora c’è morte e distruzione.

5) Per i profughi che cercano un approdo per la loro vita. Per la vita dei piccoli, dei malati, degli anziani, per tutte le persone fragili e per il sostegno dei giovani che cercano un senso per la loro vita.