parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 28/06/20

13ª Domenica del Tempo Ordinario /A
 
 

Letture: 2Re 4,8-11.14-16; Sal 88; Rm 6,3-4.8-11; Mt 10,37-42.

Ricordo di sant’Ireneo, vescovo di Lione e martire (†202): dall’Anatolia giunse in Francia per predicare il Vangelo.

Dal Vangelo di Matteo capitolo 10, versetti da 37 a 42

Gesù disse ai suoi apostoli: 37Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.

40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.

42Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».


L’AMORE DI GESÙ RENDE LE NOSTRE VITE FECONDE


Gesù disse ai suoi apostoli:
«Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà,
e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà».

Il nostro legame col Signore Gesù

Il Signore non smette di istruire i suoi discepoli mentre camminano con lui. Essi ascoltano le sue parole, vedono i gesti che egli compie, sono inviati a fare altrettanto con le persone che incontreranno. Questa vogliamo che sia anche la nostra vita.

Ma i discepoli hanno sempre bisogno di comprendere meglio quello che stanno vivendo. Non si tratta semplicemente di imparare da Gesù a fare del bene, ma di aprirsi al legame profondo che si instaura con lui così che i suoi pensieri diventino i nostri pensieri, il suo agire diventi anche il nostro.

L’apostolo Paolo ci spiega tutto questo ricordandoci che inseriti in Cristo col battesimo, siamo chiamati a vivere con lui e a camminare in una vita nuova. La dignità dei discepoli discende dal legame con Gesù, la sua presenza nella vita della comunità guida le nostre azioni, apre la mente a pensieri nuovi, genera rapporti e legami fra di noi e con gli altri, particolarmente con i poveri.

L’amore per Gesù supera tutti gli altri

Il legame con Gesù vive di un amore così radicale da superare anche quello per i propri familiari. Egli non chiede di non amare il padre o la madre, il figlio o la figlia. L’evangelista Luca fa un elenco ancora più lungo: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo» (Lc 14,26).

Gesù ha disposto i discepoli a un rapporto positivo con la famiglia, con il padre e la madre, ma chiede che il legame con lui, sia più forte di quello che si ha con i membri della propria famiglia. E la nostra esperienza mostra che solo chi ama il Signore sopra ogni cosa è capace di voler bene anche ai propri familiari, anzi impara a voler loro bene di più e meglio di prima. Non abbandonerà mai i propri genitori dentro un ospizio o istituto.

Urgenza di diffondere il bene

Con Gesù noi incontriamo la Vita, scopriamo la vita vera, valorizziamo la nostra vita proprio facendone dono agli altri, nella stessa sua apertura alla sofferenza e al dolore degli altri. Quanto apprendiamo facendoci vicini a coloro che soffrono, che sono soli, facendoci carico delle loro angosce. Chi spende la propria vita per il Signore, apprende ad amare, non solo non la perde ma la trova arricchita di fratelli e sorelle, assieme a vera pace e vero amore.

In un mondo dove il male inquina tanti rapporti, divide, lascia indietro i più deboli, e purtroppo attira tanti, i discepoli di Gesù vivono e continuano l’opera di Gesù, la comunicazione del Vangelo, buona notizia per la vita di quelli che l’accolgono. Anche il bene ha la capacità di suscitare nuovi sentimenti attorno a sé. Il profeta Eliseo accolto nella casa di una donna sunamita (della città di Sunem) suscita in lei pensieri buoni, apre all’accoglienza: «Io so che è un uomo di Dio, un santo – dice al marito – facciamo per lui una piccola stanza, così, venendo da noi, vi si potrà ritirare» (2Re, 4,9-10).

Una vita fecondata dal Vangelo

Da questo gesto di apertura, di disponibilità, nasce qualcosa di nuovo, possiamo dire che la vita di questa donna diventa feconda. Il profeta Eliseo si interroga dinanzi al gesto di questa donna: «che cosa si può fare per lei?». E la risposta verrà dal Signore: «L'anno prossimo, in questa stessa stagione, tu stringerai un figlio fra le tue braccia» (ibidem v. 16). E così il bene si moltiplica e si diffonde. È quello che sperimentiamo anche noi nella vita della comunità, camminando insieme e lasciandoci guidare dal Signore.

Impariamo anche noi ad accogliere, a saper ascoltare le domande, anche quelle non esplicite, con piccoli gesti che esprimono attenzione vicinanza, apertura, sapendo che la nostra ricchezza è il Vangelo da cui dipendiamo, una ricchezza che abbiamo bisogno di comprendere sempre più, da accogliere e trasmettere nel nostro tempo. La nostra vita, assieme a quella di tanti nostri fratelli e sorelle sarà una vita feconda di frutti: di comunione, di misericordia, di pace, di fraternità.

Intenzioni di preghiera

1) Signore, rendici saldi nella fede, forti nella speranza, grandi solo nell’amore.

2) Ti preghiamo, Signore, per tutte le Comunità nel mondo, fa’ che in ogni luogo possiamo vivere l’amicizia verso i nostri fratelli più poveri come una benedizione per la nostra vita.

3) Ti preghiamo, Signore, per Papa Francesco e per la Chiesa di Roma che si appresta a celebrare la memoria dei Santi Pietro e Paolo: perché sempre, radicata nella testimonianza e nel martirio di questi apostoli, ritrovi la sua anima universale nell’accoglienza di chi è straniero e nel servizio ai più deboli. Ti preghiamo per il nostro vescovo Crescenzio.

4) Ti preghiamo, Signore, per tutti i cristiani che vivono in situazioni difficili e pericolose. Proteggili, e rendici loro vicini nella preghiera e nella carità.

5) Consola, Signore, chi soffre a causa della pandemia in Africa e in America Latina: guarisci chi è malato e proteggi chi è in pericolo. Dona al mondo intero la pace, liberaci dal male.