parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 23 settembre 2018

25ª domenica del tempo ordinario /B

 
 

Letture: Sapienza 2,12.17-20; Salmo 53; Giacomo 3,16 - 4,3; Marco 9,30-37.

 

Dal Vangelo di Marco capitolo 9, versetti da 30 a 37

30Poi se ne andarono via di là e attraversarono il territorio della Galilea. Gesù non voleva che si sapesse dove erano. 31Infatti preparava i suoi discepoli insegnando loro: 'Il Figlio dell'uomo sarà consegnato nelle mani degli uomini ed essi lo uccideranno; ma egli risorgerà dopo tre giorni'. 32Ma i discepoli non capivano queste parole e avevano paura di interrogare Gesù.

33Intanto arrivarono a Cafàrnao. Quando Gesù fu in casa domandò ai discepoli: 'Di che cosa stavate discutendo per strada?'. 34Ma essi non rispondevano. Per strada infatti discusso tra di loro chi fosse il più grande.

35Allora Gesù, sedutosi, chiamò i dodici discepoli e disse loro: 'Se uno vuol essere il primo, deve essere l'ultimo di tutti e il servitore di tutti'.

36Poi prese un bambino, e lo portò in mezzo a loro, lo tenne in braccio e disse: 37'Chi accoglie uno di questi bambini per amor mio accoglie me. E chi accoglie me accoglie anche il Padre che mi ha mandato'.


LA LOGICA DEL VANGELO PACIFICA IL MONDO


«Chi accoglie uno di questi bambini per amor mio accoglie me»

 

Il cammino con Gesù ci apre a nuovi sentimenti

Anche oggi troviamo che Gesù si porta da un luogo a un altro iniziando il cammino che lo porterà dalla Galilea fino a Gerusalemme. E lungo il cammino non smette di incontrare, ascoltare, accogliere, aiutare. Se camminiamo con Lui vediamo che la nostra mente si apre a nuove conoscenze, a nuovi sentimenti, c’è in noi una crescita umana e spirituale. E la liturgia della domenica segna le tante tappe di questo cammino dietro al Signore.

Lungo la strada Gesù per la seconda volta sente di aprire il suo cuore ai discepoli, parlare loro della preoccupazione per quello che gli accadrà a Gerusalemme, è oppresso da una grande angoscia, come quella che proverà anche nell’orto degli Ulivi la sera del suo arresto. Ma i suoi amici non capiscono e nemmeno chiedono di essere aiutati a comprendere, «avevano paura di interrogarlo».

Quanto la logica del mondo ci attira e ci coinvolge

In realtà la loro mente era lontana, essi pensavano che con Gesù sarebbero diventati importanti, avrebbero avuto anch’essi un po’ del potere di questo mondo. E infatti si mettono a discutere si chi di loro avrebbe occupato i primi posti. È la logica del mondo da cui un po’ tutti siamo attratti. E quando arrivano a casa e Gesù chiede di che cosa discutevano animatamente lungo la strada, i suoi discepoli restano zitti.

Restano zitti perché provano vergogna per quello di cui avevano discusso, avvertono la distanza di quei discorsi da Gesù e dalle sue preoccupazioni. La domenica, nella liturgia Gesù ci interpella su quello che abbiamo pensato e vissuto durante la settimana, ci aiuta a riflettere, pone domande sulla nostra vita, ci aiuta a vedere quanto la logica del mondo facilmente ci attira e ci coinvolge.

Il Vangelo ci libera dalle divisioni

Ma è una logica che divide, che genera «gelosia e spirito di contesa», invidie, liti e guerre; e rende la vita di tutti più dura, più difficile, con l’ansia che qualcuno possa scalzarmi, prevalere e mettermi da parte. E la vita diventa davvero una lotta che ci toglie la serenità e la pace.

Quando non c’è nessuno che ci chiede - come fece Gesù con i discepoli: «Di che cosa stavate discutendo?» - restiamo prigionieri di noi stessi e delle nostre povere sicurezze. E il Signore ci permette di prendere coscienza della nostra povertà e del nostro peccato. La parola di Gesù, la scelta di ascoltarlo ci libera da questa gara che contrappone, divide, fa litigare.

È primo chi serve, non chi comanda

E Gesù anche con noi, come fece con i discepoli, si mette a spiegare ancora una volta il Vangelo: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti». Gesù non contesta la ricerca di un primato da parte dei suoi discepoli, ma ne capovolge la concezione: è primo chi serve, non chi comanda.

Ci può sembrare difficile accogliere e fare nostra questa logica, ci può sembrare una logica remissiva, ma se mettiamo in pratica le parole di Gesù, ne sperimentiamo la verità e la bellezza e vediamo che porta a costruire una società solidale, inclusiva, che vive in pace.

Il regno di Dio viene assieme ai poveri

Per aiutare i discepoli a comprendere le sue parole, prende un bambino, lo abbraccia e lo mette in mezzo a loro. Quel bambino deve stare al centro delle vostre preoccupazioni, a lui dovete prestare attenzione, di lui dovete preoccuparvi, lui dovete imparare a voler bene: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me». Chi accoglie i piccoli, i deboli, quelli che non contano, accoglie Dio stesso nella sua vita, accoglie il regno di Dio che viene quando i poveri sono accolti.

Dinanzi al male che tante volte sembra prevalere, a tanti che pensano di difendere le proprie cose e sicurezze rifiutando gli altri, lasciamo che la parola del Signore penetri sempre di più nel nostro intimo e con la forza della mitezza e della misericordia verranno tanti frutti di bontà, di riconciliazione e di pace.

Intenzioni di preghiera

1. Signore, che ti sei messo a servizio di tutti gli uomini fino al dono della vita, aiutaci a seguirti senza cercare il nostro interesse o un posto importante, ma servendoti nei poveri con gioia e umiltà.

2. Signore, sostieni Papa Francesco e il nostro vescovo Crescenzio nel loro ministero e guida la Chiesa a farsi carico dei pesi e delle sofferenze di tutta l’umanità, perché a nessuno, neanche ai più periferici e ai diseredati della terra, manchi aiuto ed affetto fraterno.

3. Signore, che ci inviti ad essere bambini, accogli la nostra preghiera per i piccoli, per coloro che si affacciano alla vita, affinché siano accolti, rispettati, amati ed aiutati a crescere con amore. Sostieni l’impegno di tutti quelli che si adoperano in favore dei bambini.

4. Guarda, Signore, a ogni popolo martoriato dalla guerra e dalle divisioni. Accendi la speranza della pace, liberaci dall’orrore delle armi, veglia sugli innocenti, soprattutto sui bambini. Proteggi la vita di coloro che in tante parti del mondo sono stati sequestrati.

5. Signore, come il salmista, ti chiediamo di porgere l’orecchio alle parole della nostra bocca e di ascoltare la nostra preghiera. Aiuta chi soffre, chi è malato a nutrire la speranza di una vita piena e della vittoria sul male e sulla morte.