parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 9 settembre 2018

23ª domenica del tempo ordinario /B

 
 

Letture: Isaia 35,4-7a; Salmo 145; Giacomo 2,1-5; Marco 7,31-37.

 

Dal Vangelo di Marco capitolo 7, versetti da 31 a 37

31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.

32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!».

35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».


GESÙ CI GUARISCE APRENDOCI A DIO E AL MONDO


Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano

 

Gesù è venuto ad abbattere i muri di separazione

Gesù si è recato in terra pagana, oltre i confini di Israele: qualcosa di inaccettabile per gli uomini religiosi del suo tempo, tanto che gli ebrei nel ritornare a casa dopo essere entrati in contatto con i pagani si lavavano le mani e le braccia come rito di purificazione dal contatto con i pagani.

Non sembri a noi oggi qualcosa di superato che non ci riguarda. Anche oggi ci sono tanti modi per segnare la separazione e il distacco da quelli che non fanno parte della nostra cerchia, della nostra cultura, della nostra condizione.

La separazione da quelli di altre culture è stato un problema che Paolo ha incontrato nel comunicare il Vangelo ai pagani nelle diverse città fino al centro dell’impero romano; ha trovato sempre persone della religione di Mosè che si sono opposti duramente alla sua scelta di rivolgersi a tutti, senza distinzione.

La tentazione di rinchiudersi in se stessi

Per questo ha conosciuto persecuzioni e tentativi di ucciderlo, ma senza mai desistere dalla sua scelta. Come scrive nella lettera ai Galati: «tutti voi siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù … Non c'è Giudeo né Greco; non c'è schiavo né libero; non c'è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3,26.28).

E nella storia della Chiesa mentre c’è stata sempre la tensione missionaria di portare il vangelo a tutti, sempre ha dovuto fare i conti con la tentazione di rinchiudersi in se stessi ergendo muri nei confronti di quelli che sono fuori, che non sono dei “nostri”. Come pensava Giovanni quando dice a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi» (Lc 9,49).

Quando scavalchiamo “i muri” che ci separano da chi è diverso da noi scopriamo uomini e donne come noi, che sono nostri fratelli, che hanno domande e bisogni simili o uguali ai nostri e hanno bisogno di essere ascoltati e accolti.

Aprirci all’ascolto della Parola e imparare un nuovo linguaggio

L’incontro fra Gesù e quell’uomo sordomuto che avviene «in disparte, lontano dalla folla» ci parla di qualcosa di intimo che avviene tra quell’uomo e Gesù: «gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua», poi alza gli occhi al cielo e con un sospiro gli dice: «Apriti!». Apriti all’amore del Padre mio, apriti alle parole che io ti comunico, apriti a quelli che tieni in disparte, che ignori pur passando accanto. Apriti!

La santa liturgia della domenica è lo spazio del nostro incontro col Signore, uno spazio allo stesso tempo comunitario e personale. Apriti alla parola che ti viene annunciata, accoglila nel profondo della tua mente e del tuo cuore. Ed essa ti darà parole nuove, parole di tenerezza e misericordia. Se il nostro orecchio si apre all’ascolto della Parola di Dio, la nostra lingua si scioglie per parlare «correttamente» - come dice il vangelo - con parole sapienti, parole che accolgono, uniscono, integrano gli uni con gli altri.

Ascoltiamo la “Parola” di Dio perché possa purificare le nostre parole, tante volte parole che dividono, mettono gli uni contro gli altri, a volte accusano; e perché possano essere parole che costruiscono legami, amicizie, affetti. Ascoltando il Vangelo apprendiamo ogni giorno l’arte di una tessitura di rapporti che includono e che aprono vie di pace verso tutti. Impariamo anche noi dal Signore ad alzare gli occhi al cielo, da Lui ci verrà l’aiuto ad aprirci e a camminare insieme per le strade del nostro mondo da riconciliare e pacificare.

Intenzioni di preghiera

1) Signore, che nella Santa Liturgia ci conduci in disparte, tocca le orecchie e apri le labbra di questi tuoi discepoli come facesti con il sordomuto: liberaci da ogni chiusura interiore e aprici all’ascolto della tua Parola.

2) Signore, ti preghiamo per Papa Francesco e per il nostro vescovo Crescenzio: sostienili e proteggili nel loro ministero apostolico. Guida la Chiesa che annuncia il tuo Vangelo, perché raggiunga tutti e manifesti il tuo amore misericordioso soprattutto a chi è nel bisogno.

3) Signore Gesù, tu che hai fatto bene ogni cosa, facendo udire i sordi e parlare i muti, accogli l’invocazione di quanti - malati e disabili - guardano a te come all’amico e al liberatore della loro vita. Che tutti siano guariti dalla solitudine e dalla tristezza e nella gioia possano cantare le tue lodi.

4) Ti preghiamo, o Signore, per l’Africa, continente amato e segnato da troppo dolore, perché possa uscire dalla sua passione; fa’ che nel suo cammino di resurrezione possiamo esserle compagni e assieme guarirne le malattie.

5) Veglia sul mondo intero, o Signore, perché possa affermarsi la desiderata pace. Ancora ti preghiamo per chi è sequestrato e prigioniero, in Siria, in Medio Oriente e in ogni parte del mondo. Dona loro libertà, salvezza e consolazione.