parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 04/12/11

2a Domenica di Avvento
   

Letture: Isaia 40, 1-5.9-11; Salmo 84; 2 Pietro 3, 8-14; Marco 1, 1-8.

 


"Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo"

Dal Vangelo di Marco capitolo 1 versetti da 1 a 8

1 Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.

2Come sta scritto nel profeta Isaia:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via.

3Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, 4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.

5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 

7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali.

8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo»

nel deserto di amore di questo mondo,
prepariamo nel nostro cuore la strada al signore

L’Avvento: un tempo nuovo per la nostra vita

Abbiamo iniziato a vivere questo tempo di Avvento, di attesa della venuta del Signore, con la bella liturgia celebrata domenica scorsa in Cattedrale dal nostro Cardinale, avendo in mezzo a noi tanti amici disabili, portatori di handicap, alcuni dei quali hanno ricevuto il sacramento della Confermazione.

Un bel modo per vivere la novità di questo tempo di quattro settimane che preparano al Natale, il tempo di Avvento che vuole condurci al Natale con un cuore rinnovato. Così abbiamo cominciato a “preparare una strada al Signore nel deserto” di questo mondo.

C’è troppa rassegnazione intorno a noi, nella convinzione che nulla può cambiare. E tutti continuiamo a dire: questo è il mondo, questa è la vita. E così la rassegnazione ci rende indifferenti agli altri, indifferenti al dolore degli altri.

Prepariamo nel nostro cuore una strada al Signore

In questa realtà, in questa situazione noi riceviamo la parola del profeta Isaia che Giovanni Battista, prima che Gesù si manifestasse agli uomini, proclama con forza (Isaia 40, 3-4):

“Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata”.

In questo deserto di amore, di attenzione ai poveri, in questo deserto di gioia, di solidarietà, noi siamo chiamati a preparare la strada al Signore. Questo è il grido dell’Avvento: preparate la via al Signore. Ma come preparare questa via? Che cosa dobbiamo fare?

Giovanni Battista ci chiede di fare spazio alla Parola del Signore, prendere ogni giorno in mano il Vangelo, leggerlo, meditarlo. La sua Parola riempie il vuoto di amore, appiana i monti che allontanano gli uni dagli altri, abbatte i muri che separano, strappa le radici di risentimenti che avvelenano i rapporti, libera dall’indifferenza, dall’orgoglio, libera dalla rassegnazione.

Avvento, tempo di lavoro per aiutare chi è più povero

L’immagine della liturgia di domenica scorsa, con al centro gli amici disabili, ci chiama a lavorare in questo tempo perché il Natale della nascita di Gesù sia un Natale dove chi è povero, solo, chi vive per strada, chi vive in carcere disperato e umiliato, non resti solo.

Questo è aprire una strada nel deserto della vita di queste persone. Tanti piccoli gesti possono trasformare il deserto di nostri quartieri, il deserto di amore in tanti cuori. Giovanni Battista ha fretta che venga presto il futuro di Dio e lo grida forte, alza la voce con forza. Non si rassegna ad un mondo privo di speranza, dove si è conformisti. Conformismo è fare come tutti e pensare come tutti, Non ci si pone nemmeno il problema di fare diversamente.

Giovanni non tace, parla, anzi grida, parla al cuore della gente. Il Vangelo, nella confusione delle tante parole che ascoltiamo ogni giorno, parla al cuore, ci risveglia dalla rassegnazione e dal conformismo. Il Vangelo apre la strada al Signore, è la voce che grida ad ognuno di preparare la via perché Egli sta tornando.

Gesù viene a noi piccolo e debole, ma potente nell’amore

La potenza con cui viene il Signore non è la potenza degli uomini, è una potenza di amore, cioè un amore forte che non si stanca di parlarci per riunirci, un amore che abbraccia i più deboli, i più poveri, i più bisognosi di cure: egli porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri.

Noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia” – ricorda a noi l’apostolo Pietro (2Pietro 3, 13). Non è, però, un aspettare passivi la nostra attesa, ma operare perché queste distanze siano colmate, questa indifferenza sia sciolta dalla Parola di Dio.

Sia, perciò, questo tempo di Avvento, un tempo operoso, una operosità che nasce dalla Parola di Dio di cui vogliamo nutrirci ogni giorno. Da lei nascono sentimenti nuovi, da lei riceviamo la capacità di guardare con occhi nuovi, sciogliendo ogni nostra freddezza e durezza di cuore.

Beati noi se prenderemo in mano il vangelo, se sapremo leggerlo, meditarlo, accoglierlo e viverlo, perché certo ci condurrà incontro al Signore che viene.

La Scrittura parla di “deserto”. Sì, deserto di amore, di attenzione ai poveri, deserto di gioia, di solidarietà. Ecco perché si alza un grido che ci vuole risvegliare alla realtà vera delle cose. Non si può vivere senza amare, senza incontrare l’altro veramente, senza gioia, senza guardare al domani con speranza.

Nel deserto dobbiamo preparare la strada al Signore. Questo è il grido dell’Avvento! Chi vive conformista è rassegnato: non crede al cambiamento. Non crede al cambiamento del mondo, della città, della vita dei poveri, non crede alla guarigione dei malati. È rassegnato perché si preoccupa solo di sé.

Intenzioni di preghiera

  • Ti ringraziamo, o Signore, per la testimonianza di Giovanni il Battista che ci aiuta a vivere questo tempo come momento di grazia e di conversione.
  • Signore, tu che chiami gli umili a Te, raddrizza i sentieri del nostro cuore, perché esso sia abitato dalla tua Parola; spiana le asprezze del nostro orgoglio perché possiamo accogliere la speranza che ci doni di un mondo rinnovato dal tuo amore.
  •  Proteggi, o Signore, il papa Benedetto, il nostro vescovo Crescenzio e sostieni la Santa Chiesa, perché - fedele al Vangelo - sappia comunicarlo al mondo, aiutando gli uomini a cercare il tuo regno e ad attendere il tuo ritorno.
  •  O Signore, noi ti preghiamo, accogli le invocazioni che a te presentiamo e che lungo questa settimana sono state affidate alla nostra preghiera: Ti preghiamo o Signore per i malati di AIDS, particolarmente per coloro che in Africa ancora non ricevono le cure necessarie. Dona a tutti guarigione e salvezza.
  •  O Signore, fa’ che la tua venuta in mezzo agli uomini inauguri un tempo nuovo di riconciliazione e di pace per tutta l’umanità e particolarmente per chi soffre, per chi è in guerra, per chi ha il cuore spezzato, per i prigionieri ed i condannati a morte.