parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 06/01/04
Epifania del Signore- anno C
 

Letture: Isaia 60,1-6; Salmo 71; Efesini 3,2-3.5-6; Matteo 2,1-12.

"i magi provarono una grandissima gioia "

Dal Vangelo di Matteo, capitolo 2 versetti da 1 a 12

1Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: 2«Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». 3All`udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

6 E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele.

7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».

9Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

gesù ci libera dalla paura, ci dona una grande gioia

La luce del Natale ci fa mettere in cammino

“Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio” (Isaia 60,4). Queste parole di Isaia ci fanno comprendere il senso di questa festa che suggella il tempo del Natale. Epifania vuol dire manifestazione del Signore; e il Natale è l’inizio di questa manifestazione.

Nel Vangelo di Natale Dio discende dal cielo, si fa piccolo, bambino, per venire ad abitare in mezzo agli uomini. Nel Vangelo dell’Epifania ci viene mostrato il cammino degli uomini verso il Signore. Abbiamo negli occhi e nel cuore l’immagine del pranzo di Natale assieme a tanti nostri fratelli più piccoli, poveri; e l’immagine della marcia per la pace, di tanti in cammino, anche con tanti bambini portati in braccio, desiderosi del bene grande della pace. Tanti si sono messi in cammino per raccogliersi attorno a Gesù, per trovare una strada di pace.

Non aver paura dei tanti re Erode di ogni tempo

Gesù nacque al tempo del re Erode. In ogni tempo ci sono uomini come Erode, quelli che affermano e difendono il loro potere con la violenza, con i massacri, per difendere i propri interessi, per affermare il proprio ruolo, senza tenere in nessun conto la vita degli altri.

Ma Dio non ha paura della violenza e dell’oscurità che è nel cuore dell’uomo, non ha paura della capacità che gli uomini hanno di fare il male, non ha paura dei dittatori e dei tiranni, del terrorismo freddo che uccide senza guardare in faccia chi ha davanti, non ha paura dell’odio e dell’astuzia degli uomini.

Il grande papa Gregorio, anche lui vissuto in tempi di grandi violenze ci dice: “Erode fa ricorso agli strumenti dell’astuzia per non essere privato del suo regno terreno: chiede di essere informato, finge di volere anche lui adorare quel re bambino che è nato, meditando però nel suo cuore di ucciderlo. Ma la malvagità umana non può nulla contro il disegno di Dio! “non c’è sapienza, né prudenza, né consiglio contro il Signore” – come si legge nel libro dei Proverbi (21,30).

Erode ha paura davanti alla domanda ingenua e disarmata dei Magi: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo” (Matteo 2,2). Erode ha paura perdersi, di perdere il suo potere. Davanti alla domanda dei Magi egli è assalito dalla paura, dominato dalla paura che qualcosa possa cambiare e il suo potere possa vacillare.

Con Gesù viene un regno diverso, che porta amore

Erode non sa che il nuovo re viene a portare l’amore sulla terra, che egli non viene a cercare il potere violento di questo mondo; per questo non si presenta come un forte o un potente che viene a scalzare qualcuno dal suo trono. Egli nasce indifeso e bambino a Betlemme. Non ha paura di venire in mezzo agli uomini, di crescere tra loro, anche se tanto spesso gli uomini sono così inospitali e violenti.

Dio non ha paura di diventare uomo, non ha paura della violenza che Erode mette in campo. E Dio non ha paura perché ama; l’amore scaccia e vince la paura. I Magi possono apparire ad Erode come ingenui e sognatori. Ma essi con le parole della Scrittura, guidati dalla stella riprendono il cammino fino a Betlemme. Essi fanno parte di quei tanti uomini e donne che sognano un futuro diverso per questo mondo e per la loro vita.

I Magi sono persone che non si sono rassegnate alla vita di sempre, non hanno paura di intraprendere un viaggio che comporta anche disagi e difficoltà. Sono persone che non sono ripiegate su di sé, che guardano per terra. Sono invece persone che alzano lo sguardo da sé, hanno visto la luce della stella e l’hanno seguita per cercare la risposta al loro sogno, il sogno di un mondo migliore dove non vince la violenza e l’ingiustizia.

Tanti, come i Magi, si sono messi in cammino

I Magi non hanno avuto paura di mettersi in cammino, non hanno avuto paura di perdersi, perché la luce della stella li guida. E tanti uomini e donne sono come i magi: persone che in ogni tempo hanno cercato la luce, si sono lasciati guidare dal Vangelo, dalla Parola del Signore; donne e uomini di ogni condizione, “di ogni nazione, razza, popolo e lingua” come dice il libro dell’Apocalisse (7,9).

I Magi rappresentano quella moltitudine immensa che in ogni tempo si è messo in cammino alla ricerca del Signore. E in questo popolo ci siamo anche noi. La comunità è un popolo che cammina con la guida della stella, che è anzitutto il Vangelo, la Parola del Signore; la comunità sin dai primi passi si è mossa dietro questa luce e lo continua a fare ogni giorno: “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” canta il salmo (118/119, v.105).

L’esperienza della gioia che viene dal Signore

I Magi, guidati da questa luce trovano il bambino e provano una grandissima gioia. Sì, quel bambino libera dalla paura e dona una grande gioia. Egli ci libera dalla tristezza e ci dona gioia, una grandissima gioia. Noi abbiamo conosciuto questa gioia, abbiamo il dono di viverla; e sappiamo che per molti la gioia è un’esperienza rara.

I Magi offrono i loro doni: sono oro, incenso e mirra. La mirra è la resina di un arbusto arabico che emana un buon profumo simile all’incenso. Con questi doni essi riconoscono in quel bambino colui che li può guidare, che viene da Dio ma si è fatto vicino agli uomini.

La gioia del Natale, di questo Natale, è la gioia di tanti incontri, con tanti amici di ogni condizione, è camminare insieme; la gioia del Natale ci mette in comunione con gli altri, ci dà serenità, ci libera dalla tristezza e dalla paura.

Questa è l’esperienza che siamo chiamati a vivere sempre di più nel tempo che viene: lasciarci liberare da Lui e farci invadere dalla gioia. La gioia è l’esperienza di Dio in mezzo a noi. Ed egli rimane in mezzo a noi, cresce in mezzo a noi, cammina insieme a noi.

Un futuro bello da vivere ci attende

L’esperienza del Natale, come fu per i Magi, non ci fa ritornare alla vita per la solita strada, ma “per un’altra strada” come dice il Vangelo. Una strada che passa per tutte le strade degli uomini, che si apre a tutti, che raccoglie le lacrime di tante donne in tante parti del mondo: per la perdita dei loro bambini, dei loro uomini, della loro casa, tante volte per la perdita di tutto.

Con la luce del Vangelo, il bambino di Betlemme crescerà in noi; con la gioia nel cuore noi ci facciamo incontro a tanti, assieme a tanti nostri fratelli e sorelle in tante parti del mondo, per consolare, asciugare le lacrime, riconciliare, sostenere, aiutare, ridare speranza.

La gioia del Signore ci allarga il cuore, ci dona consapevolezza, ci dona una intelligenza spirituale, interiore nuova e moltiplicherà le nostre energie perché questa gioia possa raggiungere tanti, tanti altri uomini e donne che ancora non la conoscono e che sono in attesa.