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Introduzione

L’apostolo Paolo

Paolo è un ebreo che diventa cristiano.

Egli è nato a Tarso in Asia Minore, viene circonciso come tutti gli ebrei, studia la Bibbia a Gerusalemme e diventa un fariseo osservante. I farisei erano un movimento religioso composto da laici che oltre alla Bibbia davano importanza anche alle usanze religiose formatesi via via nel tempo. Aspiravano alla santità e applicavano anche ai laici gli impegni prescritti ai sacerdoti.

Forse Paolo ha avuto notizia anche di Giovanni Battista. Ha assistito alla lapidazione di Stefano e ha perseguitato con accanimento le prime comunità cristiane in Palestina. Sulla via di Damasco gli appare Gesù, colui che è risuscitato dai morti ed è pieno di Spirito Santo.


l'apostolo Paolo

Dopo la sua conversione Paolo, per amore di Gesù, considera spazzatura tutto ciò che appartiene alla vita di prima. La sua conversione è avvenuta tra i l 34 ed il 36 d.C. sulla via di Damasco. Poi è andato a Gerusalemme; è partito per la Siria e per la Turchia dove per 13 anni ha esercitato la sua missione in mezzo agli Ebrei. Perseguitato da questi è fuggito ad Antiochia da dove, inviato dalla comunità inizia viaggi apostolici.

Nel concilio di Gerusalemme, svoltosi nel 48 e 49 si è battuto perché i pagani convertiti al Vangelo non fossero obbligati alla circoncisione. A seguito di un accordo Paolo diventa responsabile delle missioni presso i pagani mentre Pietro di quelle presso gli ebrei.

Paolo ha avuto qualche incidente con Pietro poiché concepiva la missione verso i pagani libera da ogni rito proveniente dagli usi ebraici. Tra il 49 ed il 50 Paolo intraprende un secondo viaggio verso l’Europa, fonda la comunità di Filippi e porta il Vangelo a Tessalonica, soggiorna a Corinto per circa due anni, poi si reca ad Efeso e in Asia Minore.

In varie occasioni corre seri pericoli per la sua vita. Nell’anno 54 – 55 è imprigionato e rischia la morte, sempre ad opera degli ebrei che tentano di ostacolare la sua missione. A Gerusalemme dove si reca per portare il raccolto delle collette fatte nelle varie comunità, viene arrestato e dopo varie peripezie viene trasferito a Roma. Qui viene martirizzato tra il 64 e il 66 probabilmente a seguito della persecuzione dell’imperatore Nerone.

La lettera ai Romani

La lettera ai Romani è forse la più complessa di tutte le lettere di Paolo. Scritta da Corinto prima che Paolo parta per Gerusalemme intorno all’anno 55, viene portata a Roma da Febe, diaconessa della comunità di Cencre, città vicino a Corinto sull’altro lato del mare.

Paolo non era stato ancora a Roma, ma dalla Lettera sembra che egli sia a conoscenza di alcuni problemi che agitano la comunità. La Lettera si presenta con una struttura lineare: dopo l’indirizzo iniziale e il ringraziamento a Dio (1,1-15) viene enunciato il tema generale (1,16-17): “Io infatti non mi vergogno del Vangelo, poiché è potenza di Dio perla salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima, poi del Greco. È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: Il giusto vivrà mediante la fede”.

A questo segue la parte dottrinale ed esortativa (1,18 – 15,13). Negli ultimi capitoli Paolo parla in termini personali e invia i suoi saluti a molti membri della comunità romana, che egli mostra di conoscere.

La Lettera affronta il tema centrale della salvezza per tutti gli uomini che si è compiuta in Gesù e che ha raggiunto giudei e pagani, senza distinzione e senza imposizione della legge ebraica. La giustificazione, intorno a cui l’apostolo costruisce la sua teologia della salvezza, è la manifestazione della grazia di Dio, che nella predicazione del Vangelo della morte e resurrezione di Gesù, ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti, ebrei e pagani, erano sotto il dominio del peccato.

Senza questo intervento gratuito di Dio sarebbe stato impossibile per tutti giungere alla salvezza. Nella Lettera emerge anche il desiderio di Paolo di raggiungere Roma, capitale dell’impero, da dove egli spera che il Vangelo possa davvero arrivare a tutte le nazioni allora conosciute.