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san Gennaro all'Olmo - Napoli
la Bibbia
Nuovo Testamento
Tempo di Quaresima
 
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Introduzione
 

Saliamo con Gesù verso la Pasqua

Il tempo di Quaresima abbraccia i quaranta giorni che precedono la Pasqua, dal mercoledì delle Ceneri alla Domenica delle Palme. Ci richiamano ai quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto, nel digiuno e nella preghiera, prima di iniziare la sua vita pubblica.

Per noi questi giorni sono un tempo opportuno per la conversione del cuore, per giungere purificati e rinnovati alla grande e santa settimana di Passione.

Il rito di imposizione delle ceneri è un gesto di ingresso in questo tempo, invitati anche noi alla preghiera e al digiuno.

Sobrietà, austerità, astinenza dai cibi sembrano anacronistici in questa società che fa del benessere e della sazietà il proprio vanto. Ma è proprio questa sazietà che rischia di renderci insensibili agli appelli di Dio e alle necessità dei fratelli.

Per il cristiano il digiuno è segno della disponibilità al Signore e alla sua Parola. Astenersi dai cibi è dichiarare qual è l’unica cosa necessaria, è compiere un gesto profetico nei confronti di una civiltà che in modo subdolo e martellante insinua sempre nuovi bisogni e crea nuove insoddisfazioni.

Prendere le distanze dalle cose futili e vane significa ricercare l’essenziale: affidarsi umilmente al Signore, creare spazi di ascolto alla voce del Signore che ci parla nel silenzio e nel raccoglimento. Il digiuno esprime la conversione del cuore al Signore, smettendo di considerare se stessi come centro e valore supremo, proprio per lasciarci rinnovare dal Signore.

Secondo il pensiero ebraico, la privazione del nutrimento e, in generale, di tutto ciò che è gradevole ai sensi, era il mezzo ideale per esprimere a Dio la totale dipendenza di fronte a lui, il desiderio di vedersi perdonato e il fermo proposito di cambiar condotta.

Il digiuno non si fa per «risparmiare», cioè per motivi economici, ma per amore di Dio; ci aiuta a comprendere la parola di Gesù: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Una parola che si fa preghiera, che reclama la sollecitudine per il prossimo, la solidarietà con i più poveri.

Ha scritto un padre della Chiesa, san Pier Crisologo: "carità fraterna, preghiera, digiuno. È questo il trinomio per cui sta salda la fede... Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia è la vita del digiuno. Nessuno le divida... Chi prega digiuni... Chi digiuna comprenda bene cosa significa per gli altri non avere da mangiare. Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno...".

Chi pone questi segni sa che il ritorno al Padre è cominciato e che la risurrezione e la vita sono già germogliate.