Sito
La Parola e la vita - Napoli

2
la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 7/04/24

Domenica 2ª di Pasqua
 
 

Letture: Atti 4, 32-35; Salmo 117; 1Giovanni 5, 1-6; Giovanni 20,19-31.

Domenica della “Divina Misericordia”. Memoria di Tichon, patriarca di Mosca e di tutta la Russia, morto nel 1925, e con lui di tutti i confessori e martiri della Chiesa ortodossa russa durante il regime comunista. Memoria del genocidio del 1994 in Ruanda.

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 20, versetti da 19 a 31

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.


COME IL PADRE HA MANDATO ME, ANCHE IO MANDO VOI


Venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!».

La Chiesa, segno visibile di comunione e di pace

La domenica, non solo in questo tempo di Pasqua, ma ogni settimana ci chiama ad accogliere e a vivere le parole che Gesù rivolge a quei primi discepoli che erano insieme, ma stavano a porte chiuse per timore dei Giudei: «Pace a voi!» Poi mostra le ferite alle mani e al fianco e dice loro: «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». A vedere e a curare le ferite di tanti che il Signore ci chiama ad incontrare.

Il primo segno della comunità dei discepoli è la comunione, la pace, la fraternità: «coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola» leggiamo negli Atti degli apostoli. Quanto è importante nel nostro mondo, troppo litigioso, diviso, con tante contrapposizioni, che coltiva la cultura dell’odio e vede la guerra come strumento per affermarsi o risolvere i conflitti. Dentro questa realtà la Chiesa, la comunità è un segno visibile che vivere insieme è possibile, aiutarsi gli uni gli altri e vivere in pace è possibile.

La forza di amore comunicata ai discepoli

La liturgia settimanale è l’incontro dei discepoli col Signore: egli ci riunisce e viene in mezzo a noi, ci parla con le parole del Vangelo, ci richiama al servizio che ci ha affidato, da svolgere in mezzo agli uomini. Egli conosce le nostre debolezze, sa che siamo fragili e ci comunica la sua forza di amore: soffia su di noi il suo spirito, lo Spirito Santo, che ci fa uscire, ci spinge ad andare incontro agli uomini e svolgere con gioia il servizio di riconciliazione, di pacificazione, creando nuove situazioni di incontro, di accoglienza, di guarigione.

Il soffio dello Spirito è un soffio di amore che ci rende creature nuove e diverse che ci fa diventare unificatori, pacificatori e comunica agli altri la gioia di essere in pace, solleciti gli uni degli altri. È il potere di amore che Gesù trasmette ai suoi discepoli ed essere una realtà pacifica, fraterna nelle nostre città.

Tommaso il dubbioso

A una settimana di distanza troviamo l’episodio di Tommaso, il dubbioso. Egli personifica uno spirito che forse era presente nella comunità delle origini, ma anche nel nostro tempo. E Gesù trova il modo adatto per rivelarsi a Tommaso. Egli rivede Gesù quando si riunisce ai “suoi”, quando accetta umilmente di stare con gli altri, anche se non li capisce a fondo. È l’invito, fatto anche a noi, a fidarci dei fratelli che il Signore ci ha dato. Il Signore viene da Tommaso per aiutarlo a vincere la sua incredulità, il suo protagonismo: è vero quello che io faccio, quello che io controllo, quello che io vedo.

In Tommaso vediamo un modo di rispondere ai fratelli un po’ orgoglioso, saccente. E il Signore viene a curare questo orgoglio e protagonismo che non fa vedere. È l’invito a ciascuno di noi fidarci, a rinnovare la nostra fede per lasciarci cambiare dal Signore e sperimentare la beatitudine della fede e del servizio. Beati noi se, aprendo gli occhi sui segni della presenza di Dio in mezzo a noi, crediamo nella potenza della resurrezione di Gesù che continua a manifestarsi.

Nuove storie da scoprire e vivere

Quante storie il Signore ci fa vivere anche in mezzo a situazioni difficili: persone che chiedono di aiutare, persone che aspettano di essere incontrate per tornare a vivere, a camminare insieme. Sono storie che vogliamo continuare a scoprire, a vivere, che testimoniano la forza della resurrezione del Signore Gesù. Egli continua a venire in mezzo a noi, ci spinge ad uscire con la forza del suo Spirito che continua ad attirare perché cresca il numero di quelli che diventano credenti anche in questo nostro tempo.

Intenzioni di preghiera

1) Perché in ogni nostra comunità la comunione sconfigga la solitudine, l'amore accorci ogni distanza, la fraternità vinca l'indifferenza e dalla Resurrezione possa germogliare vita nuova.

2) Perché in questo tempo difficile moltiplichiamo il nostro impegno per il dialogo e la pace manifestando nelle nostre città a tutti, con la nostra vita, quello che crediamo con il cuore: che Cristo è Risorto, Veramente Risorto!

3) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per tutta la Chiesa che celebra questa domenica la Divina Misericordia, perché sappia indicare agli incerti e agli sfiduciati la strada che porta al Signore e accompagni a vincere la paura e a guardare il futuro con speranza.

4) Per l’Ucraina, per Gaza, per Israele, per il Sudan, per il Nord del Mozambico, per il Kivu e per il mondo intero con le sue ferite e i suoi dolori, perché si converta il cuore di chi semina terrore e la misericordia del Signore scenda e porti pace dove ora c’è morte e distruzione.

5) Per i profughi che cercano un approdo per la loro vita. Per la vita dei piccoli, dei malati, degli anziani, per tutte le persone fragili, per i detenuti e i prigionieri e per il sostegno dei giovani che cercano un senso per la loro vita.