parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

2
la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 5/03/23

2ª Domenica di Quaresima /A
 
 

Letture: Genesi 12,1-4a; Salmo 32; 2Timoteo 1,8b-10; Matteo 17,1-9.

 

dal Vangelo di Matteo 17, 01-09

1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.

4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».

6All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. 9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».


CON GESÙ SI APRE A NOI LA VISIONE DI UN MONDO NUOVO


Una voce dalla nube diceva:
«Questi è il Figlio mio, l'amato:
in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».

Il dono della liturgia settimanale

«Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte» (Mt 17,1). È quello che il Signore fa con noi ogni settimana, dopo i sei giorni feriali passati tra lavoro, visite, incontri, vicinanza ai poveri. La liturgia è come il monte Tabor, non un monte che ci offre potere e gloria, quello dove Gesù fu portato dal tentatore, ma il monte della liturgia che ci apre alla strada del servizio umile e fedele da svolgere nelle nostre settimane.

Gesù sul monte si trasfigura, diventa tutto luminoso e la voce del Padre suo chiama ad ascoltare con fiducia le parole del Figlio. Sono parole che hanno il potere di trasformare la vita degli uomini, di radunarli, raccoglierli, farli uscire da una vita che spesso vive solo per l’immediato, che lega solo al “qui” e “ora”. Nella liturgia è racchiuso un piccolo mondo nuovo che si moltiplica in tanti luoghi delle nostre città, in tanti paesi del mondo.

Una vita radicata in Gesù

Ogni liturgia alla quale partecipiamo è immagine di quel «noi» che il Signore ci chiama a costruire, certo in maniera ancora imperfetta e che per questo ci chiama a cambiare, ad essere umili, ad essere misericordiosi. Non c’è da aver paura di ascoltare Gesù e accogliere le sue parole. È un ascolto che ci apre alla verità della nostra vita, ci fa conoscere una vita radicata in lui. La sua parola ci fa scoprire la nostra piccolezza, la nostra povertà, ma anche la nostra grandezza di essere amati da lui, di poveri che diventano ricchi e capaci di arricchire altri, che imparano a stare insieme.

«Questi è il Figlio mio … ascoltatelo» - viene ripetuto anche a noi. Abbiamo bisogno di fermarci, fare silenzio e ascoltare quanto il Signore poco a poco ci rivela. A queste parole i discepoli cadono a terra «presi da grande timore» (v. 6). E Gesù si avvicina a loro, e anche a noi, ci tocca e dice: «alzatevi e non temete». Sono parole che si ripetono tante volte nei Vangeli: «non abbiate paura, abbiate coraggio, non sia turbato il vostro cuore, non temete». Non c’è da temere di lasciarci toccare dalle sue parole, di rinascere, facendo diventare il Vangelo cuore della nostra vita.

Nella liturgia vediamo il mondo secondo Dio

La liturgia della domenica rinnova le nostre settimane, ci fa vivere i nostri incontri con spirito rinnovato, comunicare vita agli anziani, sollievo ai malati, accogliere tanti che cercano risposte alle loro domande, che cercano liberazione da una vita senza senso. Noi siamo stati «chiamati con una vocazione santa – ci dice l’apostolo Paolo – non in base alle vostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia» (2Tm 1,9). Nella liturgia, sul monte assieme al Signore, diventiamo più consapevoli della nostra vocazione santa.

Lasciamoci trasformare dall’amore che il vangelo ci comunica, la liturgia ci fa vedere il mondo secondo Dio; sogniamo questo mondo e operiamo per costruirlo giorno dopo giorno, mentre il Signore opera la trasformazione nei nostri cuori e nel cuore di tanti. Pietro voleva costruire tre tende sul monte e lì restare con Gesù. Abbiamo bisogno anche noi di comprendere che quanto il Signore ci manifesta non è per restare sul monte ma per andare in mezzo agli uomini e lì comunicare quanto abbiamo ascoltato e visto, e attirare tanti altri a camminare dietro il Signore.

Essere purificati mentre andiamo verso la Pasqua

Durante il viaggio verso Gerusalemme, attraversando la Samaria e la Galilea, Gesù entra in un villaggio. Gli vengono incontro dieci lebbrosi che, fermatisi a distanza, gli dicono: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!». È quello che chiediamo anche noi al Signore, perché la nostra vita sia rinnovata.

E mentre vanno – dice il Vangelo - seguendo l’indicazione di Gesù, vengono purificati (Lc 17, 11-18). Che anche noi, in cammino con Gesù verso la Pasqua, ascoltando e accogliendo la sua Parola, possiamo fare con gioia l’esperienza di rinnovamento interiore, educati da Gesù alla fraternità, a volerci bene e rinunciando al proprio «io». Così possiamo con gioia lavorare insieme e condividere la missione di Gesù.

Intenzioni di preghiera

1) Perché nella liturgia viviamo l’incontro con il Signore che ci trasfigura, conducendoci in un luogo alto, dove possiamo sollevare lo sguardo e vedere oltre noi stessi.

2) Conceda il Signore in questo tempo di Quaresima a chi cerca, la gioia di incontrarlo e ci aiuti a comunicare a tanti quanto è bello stare alla sua presenza, perché rifiorisca la speranza di un mondo rinnovato dall’amore.

3) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per la Chiesa, perché lasci risuonare in sé la voce del Figlio amato e non si rassegni mai davanti al male.

4) Perché il Signore pieghi i signori della guerra e i padroni dei popoli alla pace! Liberi il mondo dai demoni dell’odio e dal veleno dell’inimicizia. Per l’Ucraina. Per le numerose vittime dell’ennesima tragedia del mare a pochi metri dalle coste della Calabria, perché mai più donne, uomini, bambini debbano morire in questo modo.

5) Per i malati, particolarmente per quelli affetti da malattie che creano stigma ed esclusione; per coloro che in Africa ancora non ricevono le cure necessarie. Per il lavoro di DREAM accanto ai malati di AIDS e perché a tutti sia donata guarigione e salvezza.