parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 05/01/23

5a Domenica del Tempo Ordinario /A
 
 

Letture: Isaia 58,7-10; Salmo 111; 1ª Corinzi 2, 1-5; Matteo 5, 13-16.

 

dal Vangelo di Matteo 05, 13-16

Gesù disse ai suoi discepoli: 13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.


DARE SAPORE E ILLUMINARE LA VITA DI TANTI


Gesù disse ai suoi discsepoli:
«Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo»

Non possiamo rassegnarci al male

Viviamo tutti dentro questo mondo, ne facciamo parte, siamo raggiunti ogni giorno da tante notizie, facciamo tutti le nostre esperienze. Ci sono le notizie della guerra, di tante guerre, delle violenze, delle divisioni piccole e grandi fra gli uomini alle quali rischiamo di assuefarci, di diventare passivi se non rinunciatari.

Ma i cristiani non possono mai diventare passivi. Un antico testo databile attorno al 150 dopo Cristo, la Lettera a Diogneto, dice che i cristiani, pur vivendo nelle città dove a ciascuno è capitato, «testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera. Dimorano sulla terra ma hanno la loro cittadinanza nel cielo. A dirla in breve, come è l’anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani».

La responsabilità dei discepoli del Signore

Questi nostri fratelli avevano compreso la responsabilità affidata loro dal Signore quella che il Vangelo di oggi richiama a tutti noi: voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo. Grande è la responsabilità dei discepoli del Signore di fronte alla realtà di questo mondo. Voi siete il sale della vita umana sulla terra, voi siete la luce del mondo, con la vostra vita siete chiamati a manifestare la vita di Lui, il Signore, che è la luce per questo mondo.

La vita di tanti uomini è diventata insipida, corrotta dal male sotto diverse forme. Quando voi, miei discepoli – dice il Signore - siete miti, umili, misericordiosi, voi date sapore alla vita di questo mondo; quando voi siete dal cuore puro, operatori di pace, quando ponete la vostra vita per il bene di tutti, voi siete luce per i tanti luoghi bui di questo mondo.

Siamo deboli, ma lo Spirito ci rende forti

Non è una responsabilità troppo grande quella che il Signore ci affida? Egli conosceva bene la debolezza di quei primi discepoli e conosce bene anche le nostre debolezze e le nostre fragilità, eppure ci dice: voi siete sale e luce. Parla di un “voi”, al plurale; e parla di un “Padre vostro che è nei cieli”, un Padre amorevole che chiede eliminare l’oppressione, di dividere il pane con chi ha fame, di dare un riparo a chi vive per strada: «allora brillerà fra le tenebre la tua luce» (Is.58,10).

Al timore di sentirci inadeguati di fronte a questo compito che il Signore ci affida, di essere «sale della terra e luce del mondo» ci viene in aiuto Paolo con la sua esperienza di discepolo e di apostolo inviato dal Signore: «io mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione» (1Cor 2,3). Ma la sua debolezza testimoniava un’altra forza che operava in lui, quella che viene dallo Spirito. È lo Spirito da cui lasciarci guidare anche noi.

Sul monte, in dialogo col Signore, i nostri volti diventano luminosi

Papa Francesco, a Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo e a Juba in Sud-Sudan, ha incontrato i nostri fratelli e sorelle della Comunità di Sant’Egidio che testimoniano in mezzo a pericoli e difficoltà enormi la forza dello Spirito che li sostiene e li spinge. Il Papa ha ricordato la testimonianza di Floribert: «era un giovane come voi, egli pregò, pensò agli altri e disse no alla corruzione. La forza debole di un credente, che si è opposto al male per il bene del suo popolo, ci fa sperare in un’Africa e in un mondo liberi dalla corruzione».

Gesù paragona la comunità dei discepoli a una città che sta sopra un monte: è impossibile che resti nascosta, si fa notare perché è diversa dal mondo. La liturgia che celebriamo è il monte sul quale siamo invitati a salire, dove il Signore ci parla perché la nostra vita sia trasfigurata, diventi luminosa della sua luce.

Quando Mosè, dopo aver conversato col Signore, scese dal monte Sinai con le tavole della Legge, non sapeva che il suo volto era diventato luminoso. Quelle parole ricevute, comunicate agli altri avrebbero reso luminosi anche i volti di tanti, luminosi della luce di Dio che è amore, che avvicina gli uni agli altri, che riscalda, che accoglie. Preghiamo per la Comunità, perché ovunque vive e opera sia luce e sapore di vita vera per tanti.

Intenzioni di preghiera

1) Perché la nostra debolezza non oscuri la luce del Vangelo, ma esalti la sapienza dello Spirito che ha scelto, per manifestarsi al mondo, ciò che è debole. Preghiamo

2) Perché il Signore che ci chiede di essere sale e luce della terra, ci aiuti sempre ad essere nel mondo segno di concordia, di unità, di pace. Per le comunità che in Congo e in Africa, con il servizio ai più poveri, sono un grande segno di speranza.

3) Per Papa Francesco, pellegrino in Congo e Sud Sudan, dove con gli incontri e le sue parole aiuta a sperare in un Africa e in un mondo liberi dalla guerra, dalle divisioni, dalla corruzione e dallo sfruttamento. Per il nostro vescovo Domenico.

4) Perché ogni terra sia liberata dall’odio, dall’ingiustizia, dalla miseria che ogni guerra genera. Perché al più presto giunga l’ora della pace in Ucraina.

5) Per la Comunità di Sant’Egidio dono alla Chiesa e al mondo. Perché il Signore benedica il suo cammino e sia ovunque sale che dà sapore alla vita e luce che orienta verso il bene.