dal Vangelo di Matteo 03, 13-17.
29Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30Egli è colui del quale ho detto: «Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me». 31Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
32Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: «Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo». 34E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». |
|
Testimoni di quanto il Signore ci fa vedere e vivereLO
|
|
|
Giovanni disse:«Ecco l'agnello di Dio,
colui che toglie il peccato del mondo»
|
Giovanni, testimone di quello che ha visto e compreso
Un nuovo anno liturgico, iniziato con l’Avvento, ci accompagna lungo i giorni con le soste importanti del Natale, della Pasqua, della Pentecoste e con le tappe settimanali delle domeniche. Questo cammino ci porta a scoprire la presenza e l’azione di Dio in mezzo agli uomini. E noi, come Giovanni Battista, siamo chiamati ad essere discepoli del Signore che si lasciano istruire da Lui e ad essere testimoni delle opere che egli compie in favore degli uomini.
Giovanni Battista si stente chiamato a testimoniare con forza quello che ha visto e ciò che Dio gli ha fatto comprendere. È questo quello che i discepoli di ogni tempo sono chiamati a vivere, a testimoniare, crescendo nella conoscenza e nella comprensione delle opere di Dio. Giovanni Battista era stato interpellato da alcuni venuti da Gerusalemme: Tu, chi sei? Sei tu Elia? Sei tu il profeta? (Gv 1,19-20). E lui risponde: no, io sono solo una voce, un testimone di quello che ho visto e ho capito.
Gesù, agnello di Dio che toglie il peccato del mondo
È Gesù che va verso di lui. E Giovanni in poche parole testimonia la sua esperienza, quello che ha capito: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!». Il peccato del mondo è qualcosa di enorme, di pesante, che grava sulla vita di tanti. Diventa difficile persino descriverlo: dai bambini che mancano del necessario per crescere, dai profughi che fuggono da paesi dove non è possibile vivere, dalle persone lasciate sole anche nei nostri paesi evoluti, sino alle stragi che si consumano dove c’è la guerra.
E Giovanni ci presenta Gesù come colui che è in grado di portare via tutto questo peccato, di togliere il peccato del mondo. E lo fa non con le armi, con azioni violente. Egli è l’agnello di Dio, colui che ci manifesta l’azione di Dio per liberare questo mondo dal male, colui che si fa carico delle sofferenze, dei dolori perché siano sollevate tante vite. E con molta umiltà e sincerità Giovanni dice: «io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua perché egli fosse manifestato» (v. 31).
Gesù trasmette ai discepoli lo Spirito
Anche noi, nel tempo che ci è dato di vivere possiamo testimoniare questa conoscenza e anche che in Gesù è presente lo Spirito, che manifesta una relazione unica di Gesù col Padre suo. E questa forza dello Spirito Gesù la manifesta in tutte le opere che egli compie, come ci vengono descritte dai Vangelo. Gesù è stato battezzato da Dio con lo Spirito Santo, quello Spirito che sarà una presenza costante nella vita di Gesù fino alla croce quando, morendo, rese lo Spirito a Dio.
Dio nel battesimo rivela Gesù come suo Figlio, ma anche come colui sul quale “riposa” in modo permanente lo Spirito santo. Ma questo Spirito egli lo trasmette ai suoi discepoli, perché anche noi possiamo compiere le opere dello Spirito. È quello che Gesù dice a Nicodemo: «dovete nascere dall’alto … così è chiunque è nato dallo Spirito … Se uno non nasce dall’alto non può vedere il regno di Dio» (Gv 3, 5-6).
Testimoni della luce che giunge dove ci sono ancora le tenebre
Siamo chiamati, come Giovanni, a riferisce i fatti che il Signore ci fa vivere: «i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo». Quanti, in modi diversi stanno facendo arrivare aiuti in Ucraina che non solo salvano vite ma fanno sentire vicinanza e solidarietà; quanti che vivono per strada e a sera possono gioire per un pasto caldo; quanti sono stranieri e si sentono accolti; quanti gioiscono per una visita che rompe la loro solitudine. Queste sono opere dello Spirito che muovono i cuori e le menti.
Giovanni non tiene per sé quanto ha visto e vissuto: «ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio» (v. 34). C’è bisogno di essere testimoni dell’opera di Dio, della luce che viene a illuminare quelli che vivono nelle tenebre e cercano la luce che porta calore, sollievo, speranza, luce che fa vivere.
Intenzioni di preghiera
1) Perché indichiamo agli uomini del nostro tempo Gesù come Colui che libera i cuori da ogni egoismo e li apre all’amore di Dio.
2) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per la Chiesa, perché sappia guidare ogni uomo verso la salvezza e sia segno di unità e di pace in questo mondo.
3) Per tutti noi rinati nel Battesimo: perché accogliamo sempre la Parola di Do con fede e scorgiamo i segni della presenza del Signore nella storia.
4) Per tutte le persone che vivono per strada, esposte al freddo e all’indifferenza, per chi è duramente provato dalla vita: perché a nessuno manchi il sostegno nella tribolazione, il conforto di una casa, un lavoro dignitoso e l’amicizia.
5) Per l’ Ucraina, perché cessi il fuoco e ogni violenza. Per il ritorno alla pace dei paesi feriti dal conflitto.
|
|