dal Vangelo di Matteo 03, 13-17.
13Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia».
Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento». |
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IL BATTESIMO DI GESÙ: IL PIÙ GRANDE VIENE BATTEZZATO DAL PIÙ PICCOLO
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Giovanni disse:
«Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te,
e tu vieni a me?»
Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora»
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Una costante nell’azione di Dio
C’è una costante nelle scelte di Dio che Maria, attraverso le parole del Magnificat mostra di aver compreso: «il Signore ha guardato l’umiltà della sua serva … il Signore ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati» (Lc 1, 48.53-53). Dalla mangiatoia di Betlemme dove si recano i pastori e poi i magi, pagani in ricerca di Dio, siamo condotti oggi – nel riprendere il cammino dietro al Signore – al fiume Giordano dove Gesù viene battezzato, per continuare ad aprirci sempre di più alla conoscenza del Figlio di Dio fatto uomo.
Gesù viene dalla Galilea, dove è cresciuto: proviene da ciò che è ai margini ed è destinato a coloro che si trovano ai margini; proviene da ciò che è segnato dal paganesimo (la Galilea), da Nazaret; ricordiamo quello che Bartolomeo dice a Filippo: «da Nazaret può venire qualcosa di buono?» (Gv 1,46). C’è un radicalismo di Dio radicato nella stessa tradizione biblica: pensiamo al profeta Giona inviato da Dio a Ninive, città pagana, contro la sua volontà, per la compassione di Dio che si preoccupa di quelle centinaia di miglia che non conoscono la Torah, la parola di Dio.
Con Gesù i cieli si sono squarciati
Come primo gesto della sua vita pubblica Gesù sceglie di scendere nell’acqua e farsi battezzare da Giovanni: il più grande che viene battezzato dal più piccolo. Giovanni in un primo tempo si oppone, ma poi lo asseconda. E qui troviamo la prima parola di Gesù rivolta a Giovanni: «lascia fare per ora». Si apre una nuova prospettiva, quella della giustizia secondo Dio tanto diversa da quella degli uomini.
Mentre Gesù esce dall’acqua, subito si manifesta lo Spirito. Là dove si presenta Gesù avviene qualcosa di irresistibile. Lo Spirito discendere su di Lui e i cieli che si aprono, più esattamente: i cieli che si squarciano, ormai non si possono più richiudere. Gesù, nella posizione più umile, provoca un movimento di discesa. E questo avviene anche per noi quando ci abbassiamo, scendiamo dai noi piccoli troni, perché possiamo vedere anche noi ciò che Gesù ha visto e aprirci alle stesse sue scelte.
Le opere dello Spirito
Il profeta Isaia aveva invocato: «Se tu squarciassi i cieli e scendessi!» (63,19). E ora i cieli si sono squarciati e lo Spirito Santo è sceso sul nuovo pastore, sul nuovo Mosè. Come è avvenuto per Giovanni Battista, tanti nella storia e fi o ad oggi hanno fatto la stessa esperienza: l’incontro col Gesù che si manifesta umile, si rende presente in Lui lo Spirito e una voce ci rivela: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Questo Figlio viene a rianimare, a sollevare, a riunire i dispersi, a far rinascere. Egli è colui che «non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta, non si abbatterà finché non avrà stabilito il diritto sulla terra» (Is 42,3-4). E noi da Lui impariamo a farci vicini a coloro che sono piegati dalle prove, a coloro che sono abbandonati a loro stessi. Quante persone che stavano per spegnersi, con le forse ridotte al lumicino, che riprendono le forze, riprendono vigore. Lo Spirito del Signore continua a manifestarsi e a operare in tutti quelli che si lasciano guidare e trasformare da questa forza, che è forza di amore.
«Dio non fa preferenze di persone»
Dopo questi giorni del tempo di Natale riprendiamo il cammino col Signore. Abbiamo tante cose ancora da comprendere, come ci ricorda umilmente l’apostolo Pietro, che sta scoprendo cose che prima non gli erano molto chiare: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga» (At 10,34-35).
I nostri criteri soggettivi comportano riserve, difendono piccoli privilegi, dimenticano persone e finiscono molte volte per escludere coloro che sono ai margini, che sono dimenticati e sono i più deboli. La Parola del Vangelo ci apre ai sentimenti di misericordia e compassione, ci apre allo Spirito che ci fa scoprire cose nuove e portare la sua luce a coloro che «abitano ancora nelle tenebre» e attendono la liberazione.
Intenzioni di preghiera
Perché, mentre facciamo memoria del Battesimo del Signore davanti al mondo, chiediamo di prendere parte alla missione del Vangelo, per rendere il mondo pacifico e giusto.
Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per la Chiesa, perché indichi al mondo intero Gesù Cristo Signore.
Perché Gesù, principe della pace, doni al mondo di conoscere la Pace. Per la fine del conflitto in Ucraina e perché le armi tacciano in ogni luogo.
Per tutti i bambini, soprattutto per quelli poveri, malati, profughi; chiediamo al Bambino di Betlemme di proteggere la loro vita.
Per i governanti e per chi è a capo delle organizzazioni Internazionali, perché operino a favore della giustizia e della pace con saggezza e lungimiranza.
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