parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

2
la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 25/12/22

Natale del Signore /A
 
 

Letture: Isaia 9, 1-6; Salmo 95; Tito 2, 11-14; Luca 2, 1-20.

 

dal Vangelo di Luca 2, 1-20

1 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.

8C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. 12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.


UNA LUCE CHE VINCE LE TENEBRE


Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce
e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.

Tanti sono distratti dinanzi alla nascita di Gesù

L’annuncio del Natale che abbiano ricevuto è l’annuncio del grande mistero di misericordia che viene da Dio. Ma ci conduce non nei palazzi dei re, nella grande città di Gerusalemme o nella capitale dell’impero che in quel tempo era Roma. Il Natale ci riunisce attorno alla mangiatoia dove troviamo un bambino.

Ma gli abitanti del luogo non si accorsero di quella nascita. Erano distratti dalle loro cose. Anche oggi c’è un mondo distratto, c’è un mondo in guerra; non avremmo pensato che dinanzi a tante guerre che ci sono nel mondo, anche la nostra Europa avrebbe conosciuto la guerra. E la guerra è buio, perché manca la luce, perché si è al freddo, perché popoli fratelli si combattono.

La luce di Betlemme continua a illuminare e riscaldare

Ma noi ci lasciamo condurre dalla Parola che ci viene annunciata. Come i pastori abbiamo ricevuto l’annuncio che è risuonato in modo solenne. E se noi ci prendiamo cura delle pecore del Signore è proprio perché accogliamo nel nostro cuore le parole che vengono da Dio: «vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo». C’è un mondo diviso, ci sono popoli che da troppo tempo non trovano pace. Un bambino potrà riconciliare gli uomini divisi, potrà ricostruire l’unità del genere umano?

Questo è il sogno che Dio ci ha rivelato. Potrà mai realizzarsi questo sogno? Sentiamo attuali le parole del profeta: «c’è un popolo che cammina nelle tenebre», ci sono tante persone che abitano in terra tenebrosa. Ma la luce che si è accesa a Betlemme non si è spenta. È una luce che continua a illuminare tanti volti, a riscaldare cuori infreddoliti, comunica gioia.

Quel bambino ha il potere di far rinascere questo mondo

Noi, come i pastori, siamo venuti, abbiamo accolto questa Parola che è Parola di Dio, che è generatrice di vita, che è riconciliazione, che fa rinascere la speranza in coloro che sono rassegnati, scoraggiati. L’angelo aveva detto a Maria: «lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra».

In realtà lo Spirito per mezzo del quale è nato Gesù dal grembo di Maria è anche colui che ha il potere di far rinascere questo mondo, portare pace a coloro che sono distanti, indifferenti o addirittura nemici. Attorno alla mangiatoia si spengono gli odi, si calmano gli animi, si scopre di essere fratelli.

Quel bambino debole è sorgente di amore

Il mondo può sorridere dinanzi a un bambino che ci riunisce attorno a lui. Ma lui è sorgente di amore, di quell’amore che gli uomini da soli non sanno darsi. Il pranzo di Natale, con tanti che siedono alla stessa tavola, ci unisce. Ci sono quelli che servono e quelli che sono serviti e c’è una grande gioia che si legge sui volti di tutti: quel bambino è debole di forza fisica, è fragile, ma è forte dell’amore che viene da Dio, che abbatte muri, scioglie rancori, vince gli odi, è principe della pace.

Il suo potere è quello di conquistare i cuori che si lasciano vincere, che si aprono al suo amore. In un mondo dove tanti camminano nelle tenebre abbiamo visto una grande luce. Papa Francesco da tempo ha visto che c’è una guerra a pezzi in questo mondo. Ma non c’è solo guerra a pezzi. C’è anche pace a pezzi: tanti luoghi, in tante terre, tanti poveri, tanti malati, tanti anziani sono stati raggiunti e sono raggiunti da questa luce. Sono pezzi di mondo strappati alla guerra, all’odio o all’indifferenza.

Prendersi cura, come Maria, del bambino di Betlemme

Con i nostri poveri mezzi, con la generosità di tanti uomini e donne di buona volontà, la pace portata da quel bambino raggiunge tanti. Poco a poco, in tante città, nella nostra città, viene la pace, donne e uomini vengono riconciliati. È un popolo grande che cresce. E noi siamo parte di questo popolo. Da quel bambino abbiamo cominciato a imparare a prenderci cura, a stare accanto, come Maria che si è preparata ad accogliere quel bambino, ad accudirlo, a farlo crescere perché potesse essere luce per tanti, in quel tempo e in ogni tempo.

Glorifichiamo il Signore per tutto quello che il Signore ci fa vivere. Questo Natale ci chiede di ripartire con un nuovo passo, con un rapporto profondo con la Parola, perché cresca in noi e faccia di noi strumenti della sua pace.

Intenzioni di preghiera

1)Perché in questo Natale nessuno sia dimenticato o escluso. Perché sia l’inizio di un mondo nuovo di solidarietà e di pace, uniti nella fraternità e nella speranza.

2) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per tutta la Chiesa, perché comunichi fino all’estremità della terra la gioiosa notizia della nascita del nostro Salvatore e tutta l’umanità partecipi alla gloria del suo nome.

3) Per le nostre Comunità, perché, nel ricevere l’annuncio della nascita di Gesù, testimonino l’amore di Dio davanti a tutti gli uomini, accogliendo i poveri e i diseredati della terra. Perché sia Natale davvero per tutti.

4) Per chi nel nostro mondo, come Gesù bambino, non trova posto: per quanti hanno dovuto lasciare i loro paesi, per i profughi dall’Ucraina, dalla Siria, dal Nord del Mozambico e da altri scenari di guerra e di povertà. Perché trovino accoglienza e il Signore protegga la loro vita.

5) Perché la pace, annunciata a Betlemme, percorra le strade del mondo intero, liberi l’Ucraina dalla guerra e ogni paese diviso dal male dell’inimicizia e della violenza. Perché il Signore susciti operatori di pace ovunque: tra i governati, tra chi ha in mano le sorti dei conflitti, tra la gente, tra chi si combatte.