parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

2
la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 11/09/22

24ª Domenica del Tempo Ordinario /C
 
 

Esodo 32,7-11.13-14; Salmo 51 (50); 1Timoteo 1,12-17; Luca 15,1-32.

Ricordo degli attentati terroristici del 2001 negli Stati Uniti d’America; memoria delle vittime del terrorismo e della violenza, e preghiera per la pace.

dal Vangelo di Luca, capitolo 15, versetti 01-32

1 Si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». 3Ed egli disse loro questa parabola:

4«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? 5Quando l'ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, 6va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: «Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta». 7Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.

8Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? 9E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: «Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto». 10Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

11Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12Il più giovane dei due disse al padre: «Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta». Ed egli divise tra loro le sue sostanze. 13Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. 14Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. 16Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. 17Allora ritornò in sé e disse: «Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; 19non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati». 20Si alzò e tornò da suo padre.

Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21Il figlio gli disse: «Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio». 22Ma il padre disse ai servi: «Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. 23Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». E cominciarono a far festa.

25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. 27Quello gli rispose: «Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo». 28Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. 29Ma egli rispose a suo padre: «Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. 30Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso». 31Gli rispose il padre: «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato»».


CHIAMATI A PARTECIPARE ALLE GIOIE DI DIO


Il padre disse ai servi:
«Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare,
mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi.».

Ritrovarci insieme nella santa liturgia

La liturgia nel giorno del Signore è la nostra festa con lui. Ritrovarci insieme è gioia per il Signore, la gioia di cui Gesù ci parla nei racconti evangelici proclamati oggi. Ci può sembrare esagerata questa gioia come ce la racconta Gesù nelle tre parabole riportate da Luca. Per Gesù ognuno è importante come quella pecora fra le cento che si era perduta ed è stata ritrovata, come quella moneta delle dieci che quella donna ha ritrovato.

Lo sguardo di Dio non è mai distratto e scontato nei confronti degli uomini, è sempre attento, mai rinunciatario perché il suo amore, pur nel rispetto della libertà di ciascuno, non smette mai di cercarci. E la parola del Signore che non smette di rivolgersi a noi, ci fa entrare in questo suo amore perché impariamo a gioire delle sue gioie, impariamo a cercare come il pastore o la donna della parabola.

Tante realtà di amore in mezzo a un mondo troppo diviso

Viviamo con gioia questa santa liturgia, è il Signore che ci chiama a gioire con Lui nel vederci gli uni accanto agli altri, nel vedere questo “noi” che prende sempre più visibilità in mezzo agli uomini: purtroppo tanti sono prigionieri della divisione, dell’isolamento, dello starsene indifferenti di fronte a tanti dolori, a tanti che vivono le ore difficili della guerra, della mancanza del necessario, della solitudine. Ricordiamo oggi il terribile attentato dell’11 settembre 2001 che ci spinge a tessere fili di amicizia e di dialogo con tutti.

In questa realtà difficile il Signore ci fa partecipi della sua gioia dinanzi ai bambini che vengono riuniti con amore, dinanzi alla gioia dei nostri amici anziani nel sentirsi cercati e voluti bene, dinanzi ai profughi accolti con amore, dinanzi a coloro che vivono per strada e si vedono visitati e aiutati, dinanzi al delicato e difficile lavoro per la pace.

Dinanzi al comportamento dei due figli e del grande amore del padre

La parola del Signore e questi diversi incontri ci liberano dalla tentazione di starcene per conto proprio, di vivere una vita solo pensando a se stessi, ma ci liberano anche da un servizio fatto con un senso scontato del proprio dovere e non come partecipazione al disegno di Dio che è venuto a riunire gli uomini.

La storia dei due figli della parabola ci aiutano a riflettere sulle riserve, sui limiti che possiamo porre dinanzi all’amore senza limiti di questo Padre che Gesù ci ha conoscere. Lui ci manifesta l’amore del Padre nell’averci cercato, chiamato a camminare con Lui e imparare quell’attenzione che da noi si sposta sugli altri. E mentre camminiamo col Signore apprendiamo poco a poco a gioire per i sentimenti di misericordia, di tenerezza di cui il Signore ci rende partecipi.

La gioia per questa mensa del Signore

Questa liturgia è ringraziamento al Signore per quello che ci fa vivere, per i legami, le amicizie, gli incontri, gli affetti che ci allargano la mente e il cuore. Rendiamo grazie al Signore perché si è preso cura di noi, perché ci salva dalla dispersione di questo mondo, perché ci fa diventare operai gioiosi nella sua vigna, che è questo mondo.

Non è la gioia effimera di chi vive sciolto da ogni dipendenza dal Padre e da questa casa; non è la gioia triste di un capretto da consumare per sé e per pochi amici. È la gioia grande di una mensa, di un banchetto che si allarga sempre più, dove c’è sempre posto anche per ci arriva all’ultimo momento. C’è posto perché l’amore del Signore moltiplica, crea nuovi spazi, accoglie nuove domande. Di tutto questo rendiamo grazie al Signore.

Intenzioni di preghiera

1) Perché ricordandoci di essere figli amati e perdonati, abbiamo un cuore pronto a perdonare, che trova la sua gioia più nel dare che nel ricevere.

2) Ti preghiamo, o Signore, per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per tutta la Chiesa, perché semini tra gli uomini amore e concordia.

3) Per la pace e la convivenza tra i popoli, mentre ricordiamo il terribile attentato dell’11 settembre 2001. Perché non ci stanchiamo di vivere lo spirito di Assisi percorrendo la via dell’amicizia e del dialogo come via di salvezza e di futuro.

4) Per suor Maria De Coppi, anziana religiosa missionaria uccisa da un commando terrorista, nel nord del Mozambico. Perché non ci rassegniamo alla forza del male ma raccogliamo la testimonianza di tanti discepoli che hanno servito il Vangelo con passione fino all’effusione del sangue.

5) Perché coloro che governano le sorti delle nazioni sentano la responsabilità di perseguire il bene comune e sappiano cercare la pace. Per l’Ucraina, per il Nord del Mozambico e per ogni paese colpito dalla violenza.