parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 20/02/22

7ª domenica del tempo ordinario /C
 
 

Letture: 1Samuele 26,2.7-9.12-13.22-23; Salmo 102; 1 Corinzi 15, 45-49; Luca 6, 27-38.

 

dal Vangelo di Luca capitolo 6, versetti 27-38

27«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. 29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da' a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell'Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. 37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».


AMARE COME DIO SIGNIFICA AMARE TUTTI


Alzati gli occhi vwerso i suoi discepoli, diceva:
«Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano».

Un tempo per confrontarci e riflettere

Papa Francesco si è fatto interprete di una domanda che tanti sentono dinanzi alla Chiesa: il bisogno di una riflessione perché tutti quelli che hanno a cuore la vita di questo mondo si interroghino dinanzi alle tante divisioni, alle tante sofferenze, specialmente quelle che pesano sui più deboli. È l’iniziativa del Sinodo indetto da papa Francesco. Tutti sono invitati a porsi domande per quello che va corretto, va cambiato, una collaborazione fra tutti, fra credenti e non credenti.

E le parole di Gesù proclamate nel vangelo di oggi ci indicano chiaramente la via per confrontarci e riflettere. Con tono autorevole Gesù ci dice: «Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male». Sappiamo bene che non è questo il modo comune di ragionare. Ma vediamo quanti sono i frutti amari di questo modo comune di vedere.

Siamo fatti non per le divisioni per l’incontro e l’abbraccio

Tante divisioni persino nelle famiglie, nei luoghi quotidiani dove si svolge la nostra vita. E poi tanti paesi dove ci sono guerre, che portano sempre povertà, distruzione e morte. A volte sono paesi dimenticati perché lontani dalle cronache dei giornali e della televisione. In questi giorni vediamo c’è preoccupazione per la svolta che sta prendendo la delicata situazione dell’Ucraina. Non possiamo rassegnarci di fronte ai pericoli di una guerra, passivi dinanzi a tante divisioni e fratture.

La via del Vangelo non dà spazio allo scontro, alla competitività, al voler vincere sugli altri, ma ci spinge ad andare incontro agli altri, ad avvicinarci più che allontanarci, anche a quelli che vediamo essere nostri nemici. Che cosa si risolve con lo scontro, con le accuse vicendevoli? Si allargano le distanze, aumentano gli scontri e le incomprensioni. È una via che produce tanta amarezza.

Ognuno può far crescere il bene

Andare incontro agli altri per ascoltarli, per sentire le loro ragioni, per comprenderli e soprattutto capirne le sofferenze, la solitudine, il bisogno di amicizia, di comprensione. L’esperienza della pandemia ha fatto diradare gli incontri, i rapporti, con la mascherina nemmeno si vede il sorriso quando ci incontriamo. Con la pandemia siamo diventati tutti più deboli, o meglio ci siamo resi conto che siamo tutti deboli. Oltre al vaccino che abbiamo fatto c’è bisogno del vaccino che cura il nostro spirito, i nostri sentimenti individualisti. La solitudine e l’isolamento non fa bene a nessuno. Il Vangelo ci apre a sentimenti nuovi di amore e di solidarietà.

L’amore è la vera forza per chi pensa di non valere niente e non poter fare molto. Le parole di Gesù ci invitano a compiere tanti gesti di bene, gesti piccoli che diffondono calore umano, danno fiducia, speranza. La perseveranza nell’amore è una pressione – dice Martin Luther King – che sposta lentamente, ma decisamente il mondo verso il bene. E ognuno di noi può contribuire a questa pressione perché cresca il bene.

Da Dio impariamo ad amare con un amore gratuito

L’amore indicato da Gesù va vissuto in mezzo a tante insidie e ingiustizie. Al male bisogna rispondere col bene. Il male mai si abbatterà con la violenza, lo si può vincere creativamente mediante il bene. L’aiuto reciproco è certamente una cosa buona, possiamo dire che è una bontà naturale. Ma questa bontà è solo e sempre una risposta, restituzione di un amore ricevuto, mentre l’amore di cui ci parla Gesù è originario e spontaneo, non è un amore di risposta, è un amore creativo, un amore gratuito, come l’amore stesso di Dio.

Come figli di Dio siamo chiamati alla comunione e familiarità con Dio. Con questa familiarità con Lui diventiamo capaci di comportarci alla maniera di Dio, che è buono anche verso gli ingrati e i malvagi. Da questa familiarità nasce la misericordia che ci rende capaci di perdonare e donare: non solo dare, ma dare con larghezza: «date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo» (Lc 6,38).

Solo così si può uscire dalla distanza e dalla conflittualità, solo così può nascere una nuova primavera in un mondo che soffre, solo così si può essere fermento di un cambiamento umano e sociale, religioso e fraterno. Possa questo cristianesimo vissuto contagiare la nostra società che porta alla fraternità. Ciascuno con gesti piccoli può contribuire al rinnovamento del nostro mondo.

Intenzioni di preghiera

1) Perché il Signore ci insegni a percorrere sempre la via del perdono, non ponendo confini all’amore. Perché non coltiviamo mai nel nostro cuore rancore e spirito di rivalsa ma, secondo la sua Parola, cerchiamo di vincere sempre il male con il bene.

2) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per la Chiesa, perché sia sempre madre e maestra di perdono, sorgente di speranza per l’umanità intera.

3) Perché il Signore ricco di tenerezza e benevolo verso i malvagi e gli ingrati, ci doni la forza di amare anche i nostri nemici e chi ci ostacola.

4) Perché il Signore liberi l’umanità dall’incubo di una nuova guerra, restituisca i cuori e le intelligenze di tutti al comandamento della pace. Per noi tutti perché, senza stancarci, indichiamo la via del perdono e della riconciliazione in ogni situazione di conflitto. Per l’Ucraina.

5) Per le persone detenute, per coloro che durante quest’anno hanno perso la loro vita: perché nell’ora dello smarrimento a tutti giunga la voce del Padre che abbraccia e perdona. Perché più a nessuno sia negata la speranza di cambiare il proprio cuore e la propria vita.