parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 17/11/19

Domenica 33ª Tempo Ordinario /C
 
 

Letture: Malachia 3, 19-20; Salmo 97; 2 Tessalonicesi 3, 7-12; Luca 21, 5-19.

 

Dal Vangelo di Luca capitolo 21 versetti da 5 a 19

5Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: «Sono io», e: «Il tempo è vicino». Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. 12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza.

14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.


I POVERI SONO NOSTRI FRATELLI


«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete,
non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

Essere fedeli testimoni del Vangelo

In un tempo in cui sembrano prevalere atteggiamenti di chiusura nei confronti di chi è in difficoltà, Papa Francesco invita tutti – in questa Giornata Mondiale dei poveri - a superare l’indifferenza nei confronti dei tanti poveri e costruire con loro un mondo in cui nessuno viene escluso.

Il Vangelo di oggi ci porta nel tempio di Gerusalemme dove si trova Gesù assieme ai suoi discepoli, con tante persone che lo circondano. Egli prende spunto dalla bellezza del tempio che suscita orgoglio e sicurezza per dire loro: «di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra». Un’affermazione che suscita sconcerto negli ascoltatori e subito chiedono quando questo accadrà. Gesù non risponde alla domanda ma invita a stare attenti, a non lasciarsi ingannare e ad essere fedeli testimoni del Vangelo.

Dolore per episodi di intolleranza e razzismo

In questa pagina troviamo riferimenti a quello che sarebbe accaduto in Palestina nel primo secolo: la guerra contro i giudei con la distruzione del tempio, le persecuzioni contro i primi cristiani, avvenimenti che crearono in loro disorientamenti, paure e confusione. Per questo c’è bisogno di essere sempre attenti e vigilanti.

Anche oggi ci sono episodi di intolleranza e razzismo che creano sconforto e dolore, dinanzi ai quali siamo chiamati a dare testimonianza della nostra fede, del Vangelo che abbiamo ricevuto. Le prime vittime sono i poveri, ai quali la Chiesa dedica questo giorno. Per noi i poveri hanno un posto privilegiato nel popolo di Dio.

Ascoltare e comprendere i poveri

I poveri conoscono bene i sentimenti di Gesù, perché per esperienza conoscono le sofferenze. «Siamo chiamati – scrive papa Francesco - a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche a essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro» (Evangelii gaudium, 198).

Sono tanti i poveri ai quali manca il necessario, sono tanti quelli costretti a lasciare la loro terra, tanti che sono vittime di tante forme di violenza, milioni di immigrati vittime di interessi nascosti, tante le persone senza un tetto che vagano per le strade delle nostre città.

Dio agisce in favore dei poveri

Nelle Sacre Scritture, nei vangeli, è descritto l’agire di Dio in favore dei poveri. Egli è colui che “ascolta”, “interviene”, “protegge”, “difende”, “riscatta”, “salva”. Gesù non ha avuto timore di identificarsi con ciascuno di essi: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).

Accanto ai poveri noi scopriamo di essere un popolo, chiamati a non far sentire nessuno straniero o escluso, chiamati a toccare la sua carne, ad avere una attenzione di amore, a scoprire la bontà che si nasconde nel loro cuore, a farci attenti alla loro cultura per iniziare un vero dialogo fraterno con loro, ad avere uno sguardo di amore e una mano tesa verso di loro, ad avere una attenzione spirituale. I poveri hanno bisogno di amore. Basta fermarsi, sorridere, ascoltare.

Risplenda sul nostro volto l’amore di Gesù

In questo nostro tempo c’è bisogno che il Vangelo risplenda sul nostro volto, testimoniando con perseveranza la forza disarmata dell’amore. Oggi viviamo un cambiamento d’epoca che pone a noi sfide nuove. In tempi difficili dei secoli scorsi, tempi di grande povertà, di miseria sono stati creati - in Italia e anche nella nostra città - servizi in favore di bambini abbandonati e madri disperate.

Spesso queste mamme lasciavano, insieme ai neonati, delle medaglie spezzate a metà, con le quali speravano, presentando l’altra metà, di poter riconoscere i propri figli in tempi migliori. Possiamo immaginare che i nostri poveri abbiano una medaglia spezzata. Noi abbiamo l’altra metà. La Chiesa come madre ha metà della medaglia di tutti e riconosce tutti i suoi figli abbandonati, oppressi, affaticati.

Custodiamo e curiamo l’amicizia e il legame di fraternità che ci lega a tanti poveri e a tante persone sole. Facciamo nostro il proposito dell’apostolo Paolo: : «Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno» (1 Cor 9,22).

Intenzioni di preghiera

1) Dio grande e buono, Signore del tempo e della storia, sostieni i nostri passi fra le drammatiche vicende del mondo e mostrarci come vivere il presente nella speranza. Infondi nei nostri cuori il coraggio di testimoniare con perseveranza la forza disarmata dell’amore.

2) Signore, noi non sappiamo né il giorno né l’ora del tuo ritorno: mantienici vigilanti nell’amore  per prepararci fin d’oggi ad accoglierti nei nostri fratelli più poveri.

3) Ti preghiamo, Signore, per Papa Francesco che ci ha chiamati a vivere con gioia la Giornata Mondiale dei poveri. Con lui ti ringraziamo per l’amicizia e il legame di fraternità che ci lega a tanti poveri e a tante persone sole. Consolida la nostra unione perché sia fonte di pace, di riconciliazione e di ritrovata capacità di vivere insieme nelle nostre città. Ti preghiamo per il nostro vescovo Crescenzio.

4) Signore, poni fine ai disegni dei violenti e piega i cuori alla ragionevolezza del dialogo e della pace. Libera coloro che sono stati sequestrati e sono ancora prigionieri in tanti angoli del mondo.

5) Signore, aiutaci tutti ad amarti con i fatti e non a parole, rifiutando la cultura dello scarto e dello spreco e facendo nostra la cultura dell’incontro e della condivisione.