parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 12/05/19

4ª Domenica di Pasqua /C
 
 

Letture: Atti 13, 14.43-52; Salmo 99; Apocalisse 7,9.14-17; Giovanni 10, 27-30.

 

Dal Vangelo di Giovanni capitolo 10, versetti da 27 a 30

Gesù disse: 27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.

29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30Io e il Padre siamo una cosa sola».


LEGHIAMO LA NOSTRA VITA A QUELLA DI GESÙ


«Le mie pèecdore ascoltano la mia voce
e io le conosco ed esse mi seguono ».

L’immagine del pastore con le pecore

L’immagine del pastore che si prende cura delle pecore la troviamo molto spesso nella Bibbia, una immagine che ci aiuta a comprendere quanto e come il Signore si prende cura della nostra vita. E anche Gesù si presenta come il buon pastore che si prende cura di noi.

Il pastore che ogni giorno esce guidando le pecore in luoghi dove possano trovare pascolo per nutrirsi e acqua per bere era una immagine quotidiana sotto gli occhi di tutti. Ogni mattina si vedevano uscire le pecore dagli ovili condotte dal pastore e ogni sera che ritornavano per passare la notte al sicuro. Oggi possiamo vederle nei luoghi dove ancora si portano le pecore al pascolo.

Gesù è il nostro buon pastore

La figura del pastore è molto adatta a comprendere l’amore e la cura che il Signore ha per noi se ci lasciamo guidare da Lui. Il pastore non va mai in ferie, né d’estate né in inverno, nemmeno nei giorni festivi, perché le pecore ogni giorno hanno bisogno di mangiare e di bere, e di dare il loro latte.

Gesù dice di sé: io sono il buon pastore; il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Egli ci conosce uno per uno e noi impariamo a conoscere lui, ad ascoltare la sua voce e a camminare dietro di lui. Ma la conoscenza di Gesù è qualcosa di profondo, un conoscere che diventa un legame profondo, un vincolo di amore che lo lega a noi. Entrare anche noi in questa conoscenza è qualcosa che non si finisce mai di acquisire.

Un legame vitale

Questo legame di Dio con noi così profondo, Gesù ci aiuta a comprenderlo con le sue parole e con i suoi gesti. Il padre misericordioso della parabola che corre incontro al figlio prodigo che ritorna, è perché egli non ha mai smesso di amarlo, il legame di amore con lui non si è mai interrotto da parte sua. Lo stesso è avvenuto per Giuda che ha tradito Gesù, che ha continuato a volergli bene, perciò la notte del tradimento lo chiama ancora amico: «amico, per questo sei qui? Con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?»

Gesù non può smettere di amare, anche quando ci allontaniamo da lui. Perciò il buon pastore quando trova la pecora che si era perduta, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: «Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta» (Lc 15, 4-6).

La nostra conoscenza di Gesù

La voce di Gesù è per parlarci di quello che è buono e bello per la nostra vita, per portarci a vivere insieme, per imparare da lui a prenderci anche noi cura degli altri. «Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me» dice Gesù. Se è molto vera la prima parte di questa frase, c’è la domanda di come noi conosciamo Gesù, se è una conoscenza che diventa un legame sempre più profondo della nostra vita con la sua.

“Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”. Senza ascoltare Gesù ce ne andremo ognuno per conto suo, oppure andremo insieme ad altri i quali non si prendono davvero cura della nostra vita: nei momenti di difficoltà o di pericolo ci lasciano soli, proprio come il mercenario che «vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde: perché è un mercenario e non gli importa delle pecore» (Gv 10, 12-13).

Costruire una città solidale

Le parole di Gesù sono la via da seguire ogni giorno: ci indicano le persone accanto a cui fermarci, ci indicano le strade che portano all’incontro con gli altri, ci insegnano parole che avvicinano gli uni agli altri, portano a vivere insieme.

Quanto sono preziose le parole di Gesù in questo tempo. Oggi ci sono troppe parole che allontanano gli uni dagli altri, parole che dividono, che portano alla diffidenza e allo scontro, parole che generano indifferenza nei confronti dei più deboli. Le parole e i gesti di Gesù in coloro che le accolgono generano i suoi stessi sentimenti e costruiscono un futuro fraterno, umano, una città solidale dove si impara a vivere insieme.

La voce mite di Gesù distinta da tante altre voci

In mezzo a tante voci, a tanti messaggi che ci giungono ogni giorno, alcune sono voci urlate perché vogliono prevalere sulle altre voci; Gesù non alza la voce, bisogna fare silenzio per ascoltare le sue parole e far crescere il legame con lui. «Nessuno le strapperà dalla mia mano» dice Gesù, se noi lo ascoltiamo ogni giorno.

Moltissime volte nei vangeli Gesù ci parla del Padre suo: io non sono venuto per fare la mia volontà, ma la volontà del Padre mio, io e il Padre siamo una cosa sola. Gesù ci mette davanti al legame profondo col Padre suo perché ci lasciamo attirare e vivere lo stesso legame: «Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre». In questo legame profondo si radica la nostra rinascita, il cambiamento della nostra vita e l’inizio di un futuro nuovo non solo per noi ma anche per questo mondo.

Intenzioni di preghiera

1) Signore, aiutaci ad essere pecore che riconoscono la voce del loro Pastore, di colui che è il solo capace di appagare la loro sete di vita e di speranza.

2) Signore, che vuoi raggiungere le pecore che non sono del tuo ovile, serviti di noi per far conoscere la tua tenerezza ad ogni creatura e aiutaci a vivere con pienezza la missione del Vangelo.

3) Ti preghiamo, o Signore, per Papa Francesco, per il nostro vescovo Crescenzio, per tutti i vescovi, i sacerdoti e per tutti coloro ai quali è affidato il servizio pastorale del popolo di Dio. Perché siano testimoni umili ed efficaci dell’amore paziente e misericordioso di Gesù Buon Pastore. Suscita in questo tempo nuovi operai per la tua chiesa.

4) Pastore buono, che raduni gli uomini dispersi, nell’unità di una sola famiglia: ascolta la nostra preghiera perché la pace, salvezza per ogni popolo, venga presto in ogni angolo del mondo. Libera e salva coloro che sono ancora prigionieri.

5) Signore Gesù, ti preghiamo per la nostra città, perché non smarrisca la capacità di accogliere tutti e di vivere insieme. Aiutaci a costruire reti che liberino dalla solitudine, proteggano i più poveri dalla violenza e favoriscano momenti di incontro e di dialogo, per ricucire la pacifica convivenza nei quartieri, soprattutto quelli della periferia.