parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 23/06/19

Festa del Corpo e Sangue di Cristo /C
 
 

Letture: Genesi 14,18-20; salmo 109; 1 Corinzi 11,23-26; Luca 9,11-17.

 

Dal Vangelo di Luca capitolo 9, versetti da 11 a 17

11Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: 'Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta'. 13Gesù disse loro: 'Voi stessi date loro da mangiare'. Ma essi risposero: 'Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente'.

14C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: 'Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa'. 15Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.


CON GESÙ RICOMPORRE L’UNITÀ DELLA FAMIGLIA UMANA


Gesù disse ai discepoli: «Voi stessi date loro da mangiare».

Gesù come “corpo spezzato” e “sangue versato”

Oggi è la festa del Corpo e Sangue di Cristo e l’apostolo Paolo ci riporta all’ultima cena da cui ha origine la nostra liturgia. Proprio nella notte in cui Gesù veniva tradito egli prende il pane e il vino che erano a tavola, lo benedice e dice: «questo è il mio corpo che è per voi», «questo è il mio sangue, è la nuova alleanza nel mio sangue».

Gesù nell’Eucaristia si fa presente come “corpo spezzato” e come “sangue versato”, cioè come colui che si dona per ricomporre le divisioni che ci sono fra gli uomini e avviarli a vivere come unica famiglia umana.

Il lavoro per il regno di Dio

La pagina evangelica di oggi ci presenta Gesù che «parla alle folle del regno di Dio e guarisce quanti hanno bisogno di cure». Il regno di Dio è la famiglia umana riconciliata, rappacificata. A questo sono chiamati tutti gli uomini e le donne di ogni generazione e di ogni tempo: abbattere i muri che dividono e costruire ponti che creano incontri fra persone lontane o ostili per portarli a vivere in pace. È un lavoro urgente che tutti possiamo fare.

Ma i muri da abbattere ci sono non solo fuori, nel mondo, sono anche dentro di noi. Noi che siamo così premurosi e attenti al nostro modo di vivere, rifuggiamo da ogni responsabilità gravosa quando si tratta di spendersi per gli altri. Questo atteggiamento che Gesù contesta lo manifestano gli stessi discepoli che stanno con Gesù.

Tutto è possibile a chi ha fede in Gesù e nelle sue parole

Quando vedono che si avvicina l’ora del tramonto, suggeriscono a Gesù di congedare la folla. Sembra un gesto di premura, ma in realtà è la proposta che ognuno si arrangi per conto proprio: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo». Gesù che si fa presente nell’ostia e nel vino ci mostra proprio l’opposto. E infatti dice ai discepoli: «Voi stessi date loro da mangiare».

Gesù ci vuole rendere simili a lui, vuole infondere in noi gli stessi suoi sentimenti. «Non abbiamo che cinque pani e due pesci» - rispondono a Gesù (era la loro merenda di cui si erano preoccupati da consumare insieme). La parola di Gesù accolta e messa in pratica moltiplica le nostre forze, rende possibile quello che noi pensavamo non fosse possibile.

Il potere di amore di Gesù comunicato a noi

Egli si fa nostro nutrimento perché tutti veniamo trasformati in un solo corpo. Quante fratture da sanare, quanta indifferenza da curare, quanta sofferenza per coloro che sono lasciati soli o che vengono respinti. Da Gesù impariamo a condividere quello che abbiamo e a soccorrere i poveri, i deboli, quelli che sono nel dolore.

A quelli che scelgono di stare dalla sua parte, Gesù comunica il suo potere: non è un potere politico o economico, il suo è un potere di amore che avvicina, che unisce, che fa uscire dall’anonimato. «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa» - dice ai discepoli, per aiutarli a conoscere, a stare insieme.

Curare le ferite di un corpo spezzato

La comunità del Signore è fatta di tante piccole comunità dove ci si conosce, ci si aiuta, ci si chiama per nome, dove si impara a vivere la fraternità. E tutte si riconoscono nell’unico Padre, per mezzo di Gesù. Da quel pane spezzato, da quel vino versato in cui Gesù si fa presente noi veniamo rinnovati e impariamo a curare le ferite di questo corpo spezzato.

Il regno di Dio viene in mezzo a noi, si edifica, tessendo la tela di rapporti spezzati, facendoci prossimi ai poveri di casa nostra e a quelli che vengono da fuori; e soprattutto facendoci prossimi ai tanti che sono lontani da noi, anche perché per troppo tempo ci siamo disinteressati a loro.

Tanti sono “i lontani” che attendono di essere avvicinati

Quanti sono quelli che non hanno più rapporti con la Chiesa o si affacciano solo in certi momenti. L’immagine di Gesù che i vangeli ci presentano è quella di una persona che stava sempre per strada, si avvicinava a tutti e a tutti faceva sentire il suo affetto, mettendosi in ascolto e aprendo loro la via della riconciliazione e della integrazione con quelli dai quali si sentivano o si erano esclusi.

I discepoli di Gesù di ieri e di oggi sono quelli che lo ascoltano e compiono quanto egli suggerisce. «Date voi stessi loro da mangiare». E quei pochi pani e pochi pesci vengono moltiplicati dall’amore che il Signore è generoso nel riversarlo nei nostri cuori.

Intenzioni di preghiera

1. Signore, ti preghiamo perché dall’Eucarestia scaturisca il dono della unità e della pace. Tu che ti sei fatto cibo per tutti, rinnova la nostra vita, apri il nostro cuore alla tua misericordia senza confini.

2. Proteggi e sostieni, Signore, Papa Francesco, il nostro vescovo Crescenzio. Custodisci la Chiesa, perché fortificata dal pane della vita, cammini per le strade del mondo, annunziando con le parole e con le opere il Vangelo di salvezza.

3. Ti preghiamo, Signore, per noi che spezziamo insieme il pane della vita e ci nutriamo al calice della salvezza, perché sempre impariamo a condividere con generosità il pane terreno e a soccorrere i poveri, gli affamati, gli assetati, coloro che sono nel dolore e nell’indigenza.

4. Signore, fa’ che la pace sia quel lievito capace di cambiare l’umanità intera, sconfiggendo ogni spirito di inimicizia. Veglia su ogni paese in conflitto. Proteggi la vita di quanti sono ancora sequestrati e in pericolo.

5. Ti preghiamo, Signore, particolarmente per coloro che soffrono nel corpo, che sono malati: liberali da ogni male, dona loro conforto, compagnia e salvezza.