parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 03/02/19

Domenica 4ª Tempo Ordinario /C
 
 

Letture: Geremia 1, 4-5.17-19; Salmo 70; 1 Cor. 12, 31 – 13,13; Luca 4, 21-30.

 

Dal Vangelo di Luca capitolo 4, versetti da 21 a 30

21Allora Gesù cominciò a dire: 'Oggi per voi che mi ascoltate si realizza questa profezia'. 22La gente, sorpresa per le cose meravigliose che diceva, gli dava ragione ma si chiedeva: 'Non è lui il figlio di Giuseppe?'. 23Allora Gesù aggiunse: 'Sono sicuro che voi mi ricorderete il famoso proverbio: 'Medico, cura te stesso' e mi direte: 'Fa' anche qui, nel tuo villaggio, quelle cose che, a quanto si sente dire, hai fatto a Cafàrnao'.

24Ma io vi dico: nessun profeta ha fortuna in patria. 25Anzi, vi voglio dire un'altra cosa: al tempo del profeta Elia vi erano molte vedove in Israele, quando per tre anni e mezzo non cadde neppure una goccia di pioggia e ci fu una grande carestia in tutta quella regione; 26eppure Dio non ha mandato il profeta Elia a nessuna di loro, ma soltanto a una povera vedova straniera che viveva a Sarepta, nella regione di Sidone. 27Così pure ai tempi del profeta Eliseo, vi erano molti lebbrosi in Israele; eppure Dio non ha guarito nessuno di loro, ma soltanto Naaman, uno straniero della Siria'.

28Sentendo queste cose i presenti nella sinagoga si adirarono 29e, alzatisi, spinsero Gesù fuori del villaggio. Lo trascinarono fino in cima al monte di Nàzaret per farlo precipitare giù. 30Ma Gesù passò in mezzo a loro e se ne andò.


GESÙ, NOSTRA GUIDA AUTOREVOLE


«Io vi dico: nessun profeta ha fortuna in patria»

La difficoltà a lasciarsi guidare dal Signore

C’è una domanda che nasce dalla pagina evangelica di oggi: perché i paesani di Gesù sono stati così violenti contro di lui, tanto da cacciarlo cercando anche di ucciderlo buttandolo giù dal monte? Aveva detto – come si legge nel libro del profeta Isaia - che lui era venuto per portare una buona notizia ai poveri, liberare i prigionieri dal male, ridare la vista ai ciechi, sollevare gli oppressi, dando inizio a un tempo nuovo di giustizia e di pace. E alla fine aveva detto: con me si realizza tutto questo.

La reazione degli abitanti di Nazaret è di quelli che ascoltano ma non vogliono lasciarsi trasformare dal Signore, che vuole cambiare i nostri rapporti, aprirci ad una famiglia nuova, allargata a quelli che abitualmente sono esclusi, da accogliere, includerli nei nostri affetti.

Un amore da coniugare in tutte le realtà che ci circondano

Siamo troppo abituati e rassegnati alla realtà di tutti i giorni. Gesù è la novità per questo mondo che rende possibile il cambiamento della nostra vita e quello di coloro che ci circondano. Da Gesù impariamo a coniugare l’amore gratuito con tutti, a partire da quelli che non sono amati. Dio è amore – ce lo ripete in molti modi l’apostolo Paolo – senza amore non siamo amici di Gesù, possiamo avere tutte le capacità, tanta intelligenza. Senza amore non siamo nulla.

E l’amore va declinato verso tutti e in tutte le direzioni. Oggi papa Francesco inizia un breve viaggio nella terra che è stata la culla dell’Islam, gli emirati arabi. È un’altra porta che si apre su una terra totalmente musulmana con una piccola presenza di cristiani composti da persone arrivate per motivi di lavoro. Tanti muri stanno cadendo, tanti incontri che portano dialogo e pace.

Abbattere i muri che ci portiamo dentro

Forse dobbiamo iniziare a scoprire i muri che ci portiamo dentro, muri culturali, religiosi, fatti di abitudini, di pigrizia nel leggere i segni nuovi che abbiamo davanti. Gesù vuole essere colui che dà una direzione nuova alla nostra vita, dentro questo tempo. Ogni volta che accogliamo il vangelo con cuore sincero e disponibile egli fa di noi donne e uomini nuovi, le sue parole hanno una energia di amore che trasforma nel profondo.

Oggi abbiamo dei testimoni che vengono a disturbare la nostra tranquillità, proprio come quegli abitanti di Nazaret. Non possiamo restare in silenzio dinanzi a episodi di disumanità, a scelte di chiusura che provocano morte. Ci sono tanti segni profetici, gesti coraggiosi che nascono dal Vangelo calato nella vita.

Non lasciamoci intimorire dalla mentalità di questo mondo

Oggi in questa chiesa celebriamo la festa di una santo che viene da lontano, san Biagio. È vissuto in Armenia nel IV secolo in un tempo quando l’essere cristiani significava rischiare la vita. Non era cristiano, faceva il medico, rimane affascinato dal Vangelo che diventa la regola della sua vita. Quella misericordia che Gesù nei vangeli manifesta verso i peccatori e gli esclusi, Biagio la fa sua, la vive nell’incontro con i malati e i deboli della sua città. E la gente chiede a gran voce che sia lui la loro guida, il loro pastore. E viene scelto come vescovo della città di Sebaste, in Armenia.

E muore come Gesù, martire, senza lasciarsi intimorire da coloro che perseguitavano i cristiani. Non lasciamoci intimorire dalla mentalità di questo mondo, non scendiamo a patti svuotando le parole di Gesù. Ogni volta che non accogliamo il Vangelo diventiamo simili ai nazareni che spinsero Gesù fuori della loro città e tentarono di ucciderlo, perché non tornasse più in mezzo a loro.

San Biagio ha voluto attuare quello che ascoltava dal Vangelo, dalla Parola di Dio. Di qui la misericordia, la tenerezza davanti alla disperazione di una mamma, davanti alla sofferenza dei malati che ricorrevano a lui. Anche noi abbiamo bisogno di essere guariti, liberati dalla concentrazione su noi stessi, dal rimanere distanti da coloro con i quali Gesù si identifica. Sono miei fratelli e sorelle – dice Gesù – viviamo con gioia il nostro essere cristiani, testimoni di una vita regolata dall’amore.

Intenzioni di preghiera

1) O Signore che non ti sei lasciato intimidire dall’incredulità del mondo, concedici la grazia della perseveranza nel vivere il comandamento della carità.

2) Ti preghiamo Signore per la Chiesa, perché sia popolo di profeti e annunci a tutti la gioia della salvezza e la speranza della fede. Sostieni con il tuo Spirito papa Francesco e il nostro vescovo Crescenzio.

3) Sospinti dalla carità che tutto crede, tutto spera e tutto sopporta, ti preghiamo Signore per tutti gli uomini e le donne della nostra città, per i giovani e per i più anziani perché tutti possano sentire la tua presenza che salva.

4) Signore che chiami tutti i tuoi figli ad una missione di riconciliazione in questo mondo diviso, rendi forti i sentimenti, le volontà, i disegni di pace e fa’ che i cristiani siano primizia di unità. Libera tutti coloro che sono ancora sequestrati e in pericolo in tante parti del mondo.

5) Signore, ti preghiamo per coloro che davanti alle fatiche della vita sono soli e messi ai margini. Fa’ che possano incontrarti e conoscere la forza risanatrice del Vangelo.

5) Signore, che risani i cuori affranti, fasci le ferite dell’umanità dolente e vieni a liberare ogni persona dal male, aiutaci, con l’esempio di San Biagio, a comunicare il Vangelo soprattutto ai più poveri e ai più bisognosi di gioia e di speranza, perché si sentano amati e facciano esperienza della tua misericordia.