parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 10/06/07
Festa del Corpus Domin /C
   
Letture: Genesi 14, 18-20; Salmo 109; 1 Corinzi 11, 23-26; Luca 9, 11-17


"Dategli voi stessi da mangiare "

Dal Vangelo di Luca capitolo 9 versetti da 9 a 11

Gesù accolse le folle e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure.

12 Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: "Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta".

13 Gesù disse loro: "Dategli voi stessi da mangiare". Ma essi risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente". 14 C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: "Fateli sedere per gruppi di cinquanta".

15 Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. 16 Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla.

17 Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.

Vivere il mistero di amore con gesu'

Gesù cammina con noi

Quella sera a Emmaus, dalla bocca di due discepoli, confortati nella loro tristezza da uno straniero fattosi loro compagno di viaggio, uscì quella semplice e splendida invocazione: “Resta con noi, perché si fa sera” (Lc 24, 29).

Da allora, quello straniero è restato sempre con gli uomini, si è fatto compagno del loro cammino lungo la storia; mentre i discepoli di ogni nazione si incamminavano lungo i più diversi sentieri del mondo, egli era in mezzo a loro per confortarli e ammaestrarli e, perché no, anche per correggere, tagliare e sciogliere durezze e incomprensioni. Si sono moltiplicate le case dei discepoli e Gesù in ognuna di esse continua a prendere il pane e a spezzarlo per tutti.

Quel pane spezzato è divenuto nutrimento e sostegno nel cammino dei credenti. In tal senso la festa del Corpo e Sangue di Cristo, seppure istituita dalla Chiesa dodici secoli dopo quella cena di Emmaus, affonda le sue radici proprio in quei giorni. Potremmo dire meglio: si pone tra il cenacolo di Gerusalemme e quello di Emmaus, che racchiudono la morte e la resurrezione del Signore.

Il mistero dell’amore

La liturgia di questa domenica ci ripropone, con la narrazione dell’Ultima Cena fatta da Paolo ai Corinzi, quelle parole così forti e concrete: “Questo è il mio corpo”, “Questo è il mio sangue”. Davvero è il mistero della fede, come noi diciamo nella Liturgia Eucaristica subito dopo la consacrazione. È un mistero grande, non tanto nel senso che non si capisce. Infatti, più che di una realtà misteriosa nel campo della conoscenza intellettiva, qui si tratta di un incredibile segno di amore del Signore.

È il mistero di una continua e particolarissima presenza. Dico particolarissima, perché Gesù, nell’eucaristia, non è solo presente realmente (ed è già cosa grande), è presente come corpo “spezzato” e come sangue “versato”. Non è quindi presente in qualsiasi modo, ma nella sua dimensione di amico che dona la vita per coloro che egli ama. In tale senso, la festa del Corpus Domini è la festa di un corpo che può mostrare le ferite, la festa di un corpo dal cui costato esce “sangue e acqua” come nota l’apostolo Giovanni.

Accogliere il Signore

Nella tradizione di questa festa, in alcune parti ancora viva, l’Eucaristia traversa le strade della città e dei paesi spesso addobbate con fiori per il passaggio del Signore. È giusto far festa. Abbiamo infatti bisogno che nelle nostre strade continui a passare uno che non è venuto per essere servito ma per servire, sino a dare la sua vita per noi.

Ma, si badi bene, il Signore può venire solo sotto le sembianze di uno straniero (come fu per quei discepoli di Emmaus), ossia di uno che non è dei nostri, che non fa parte del nostro giro, che non la pensa come noi.

Viene da fuori. Il suo stesso corpo è presente in mezzo a noi in modo diverso dal nostro: noi siamo attenti e preoccupati per il nostro corpo, egli invece è presente con un corpo “spezzato”. Noi siamo tesi a difenderci con cure e ogni genere di espedienti, egli passa tra noi versando tutto il suo sangue. Quell’Ostia è una contestazione continua (in questo senso è “straniera”) al nostro modo di vivere, alle attenzioni così premurose per star bene, al nostro risparmiarci dalla fatica, al nostro rifuggire da ogni responsabilità gravosa. Insomma, ognuno di noi tira al risparmio quando si tratta di spendersi per gli altri.

Il Signore, in quell’ostia, ci mostra esattamente una concezione opposta. Ben venga allora la processione del Corpus Domini! Traversi le nostre strade; non semplicemente per ricevere un esteriore tributo di festa, piuttosto perché possa traversare i nostri cuori e renderli simili al cuore di Gesù.

Il destino della parola del Signore, la quale “è più tagliente di una spada a doppio taglio” (Eb 4, 12), è lo stesso del suo corpo: ci è dato perché noi ci trasformiamo in lui. È quanto dice Paolo: il Signore si è fatto nutrimento per gli uomini, perché noi tutti fossimo trasformati in un solo corpo, quello di Cristo; perché abbiamo gli stessi sentimenti di Cristo.

Il vero Volto del Signore

C’è allora un’ulteriore considerazione da fare, legata al Vangelo della moltiplicazione dei pani. Le nostre strade ogni giorno sono traversate da processioni del Corpus Domini, anche se non si addobba il percorso e non si gettano i fiori (c’è piuttosto chi spande indifferenza, quando non insulti!). Si tratta delle processioni dei poveri, di quelli di casa nostra, di quelli che arrivano da fuori e dei tantissimi che sono lontani da noi.

Tutti costoro sono il “corpo di Cristo”, e continuano a percorrere le strade delle nostre città e del mondo senza che alcuno si prenda cura di loro. Mi pare decisivo l’ammonimento di san Giovanni Crisostomo: “Se volete onorare il corpo di Cristo, non disdegnatelo quando è ignudo.

Non onorate il Cristo eucaristico con paramenti di seta, mentre fuori del tempio trascurate quest’altro Cristo che è afflitto dal freddo e dalla nudità”. Ambedue sono il corpo reale di Cristo. Cristo non è diviso, a meno che non lo dividiamo noi.

Intenzioni di preghiera:

  • O Signore Gesù tu che sei il corpo spezzato e vino versato per ciascuno di noi, fa che liberi dall'amore per noi stessi, ti accogliamo nel nostro cuore, nella nostra vita e nelle nostre città.
  • Ti preghiamo o Signore per il Papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per la Chiesa, perché con rinnovato slancio missionario sappiano parlare agli uomini e alle donne di questo tempo.
  • O Signore, ti preghiamo per tutte le perrsone straniere che rischiano la vita ogni giorno nella speranza di un futuro migliore. Rendici accoglienti verso di loro, ricordando che anche tu sei stato straniero e perseguitato.
  • Signore Gesù noi bambini ti conosciamo da poco tempo ma abbiamo capito che sei molto unito al Padre tuo. Noi ti preghiamo per tutte le famiglie perché possano essere unite e siano un segno di pace per tutti.
  • O Signore, ti preghiamo per tutti quelli che si rivolgono a te nella preghiera; accogli le loro invocazioni nel tuo amore, esaudiscile per la tua grande misericordia.Ti preghiamo particolarmente per coloro che sono malati e che cercano la guarigione: liberali dal male, dona loro il tuo conforto e la tua salvezza.
  • Ti preghiamo o Signore veglia sull’umanità ovunque si accendono focolai di guerra perché gli uomini diventino ovunque cercatori di pace e testimoni del tuo amore per ogni creatura.