parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 26/08/07
domenica 21ª Tempo Ordinario /C
   

Letture: Isaia 66, 18-23; Salmo 116; Ebrei 12,5-7.11-15; Luca 13,22-30.


"Sforzatevi di entrare per la porta stretta "

Dal Vangelo di Luca capitolo 13, versetti da 22 a 30

22Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme.

23Un tale gli chiese: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Rispose: 24“Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. 25Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete.

26Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. 27Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità! 28Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. 29Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio.

30Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi”.

Passare attraverso la porta del Vangelo

La domanda sulla salvezza personale

C’è una domanda nel Vangelo di oggi che una persona pone a Gesù, mentre passa per la sua città: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. È una domanda posta in modo generale. Ma forse è una domanda da porsi in maniera personale: “Signore, io mi salverò?”.

E la risposta che Gesù dà è rivolta a ciascuno di noi, se ci teniamo veramente a non sciupare il dono della vita che ad ognuno è stato fatto: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi ma non ci riusciranno”.

Che cosa vuol dire Gesù quando parla di “porta stretta”? È un’immagine, quella della porta per indicare il Vangelo attraverso cui far passare la nostra vita. Ai tempi di Gesù, gli ebrei erano convinti che bastasse appartenere al popolo eletto per partecipare al regno futuro: farsi circoncidere, partecipare al pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme, e altri riti religiosi.

Il Vangelo è la porta attraverso cui passare

La risposta di Gesù fa comprendere che la salvezza non consiste nell’essere membro di un popolo e neppure nella semplice appartenenza ad una comunità religiosa. Non si tratta di aderire a dei riti – anche l’incontro della domenica può diventare un “rito” – a delle usanze religiose, ma di aderire al Signore con tutto il cuore e con tutta la vita. E aderire al Signore significa prendere sul serio le sue parole, le parole del Vangelo e metterle in pratica.

C’è il rischio di ascoltare senza farsi coinvolgere, di vivere la nostra esperienza religiosa in modo abitudinario. Le parole di Gesù ci comunicano una urgenza di lasciare la porta larga del nostro egoismo, vivendo nell’indifferenza, attaccati al nostro orgoglio e alla nostra avarizia. La porta stretta è il Vangelo. Ed è una porta ancora aperta. Ma occorre scegliere.

Il Signore guarda con amore a tutti gli uomini

Il Signore Gesù dice: “Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: non vi conosco, non so di dove siete”. C’è il rischio di rimanere fuori dalla vita che ci comunica Gesù, che ci apre il cuore agli altri, che ci libera dal rancore, dall’invidia, dall’indifferenza.

Mentre noi tendiamo a chiuderci in noi stessi, nei nostri problemi, il Signore ci parla della sua preoccupazione, della sua passione per tutti gli uomini: “io verrò a radunare tutti i popoli e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria”. Gesù ci chiama ad alzare lo sguardo da noi stessi e guardare con i suoi occhi verso tutti: verso quelli che da lontano aspettano giorni nuovi per il loro paese; verso quelli che vicino a noi sono dimenticati e nessuno sente la loro debole voce che chiede aiuto.

Tanti aspettano il primo annuncio del Vangelo

Noi viviamo nel benessere, ma tanti oggi vivono in condizioni di estrema povertà, denutriti e con poche speranze di vita. Possiamo comprendere perché tanti affrontano viaggi pieni di pericoli per venire da noi. E spesso non arrivano ma il loro viaggio finisce nel naufragio.

Il Signore dice: “io manderò alcuni - supersiti del mio popolo - alle genti, ai lidi lontani che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria”. Dovreste vedere con quanta gioia giovani e adulti in vari paesi dell’Africa accolgono il Vangelo come resurrezione per la loro vita, come speranza di un futuro per il loro paese.

La correzione del Signore guarisce il nostro cuore e ci rende veramente umani

Accogliamo con disponibilità e umiltà le parole del Signore, lasciamo che queste parole correggano la nostra visione della vita, i nostri comportamenti. Lasciamo la porta larga del nostro egoismo attraversata da moltissimi, e cerchiamo la porta stretta del Vangelo, attraverso cui si passa tagliando i tanti rami che impediscono il passaggio. Sono i rami della ricerca solo del proprio benessere, del pensare solo a se stessi, che fanno vivere nella divisione, nel dissenso, nel conflitto.

Il Signore ci dà la possibilità di correggere le storture della nostra umanità, di camminare sulla via dell’amore verso gli altri, della concordia, della giustizia e della pace.

Intenzioni di preghiera:

  • Ti preghiamo Signore, rendici attenti al tua Parola che ci salva da una vita spesa solo per noi stessi, perché non rimaniamo esclusi dalla tua salvezza.
  • Signore Gesù, la porta stretta che ci indichi è il tuo Vangelo. Aiutaci a liberarci dal nostro egoismo e dal nostro orgoglio, dalla nostra indifferenza e dall’avarizia, per poter passare attraverso la porta che sei tu, le tue parole.
  • Ti preghiamo Signore per il papa Benedetto, per il nostro vescovo Crescenzio e per tutta la Chiesa, perché indichi con coraggio a tutti la via del Vangelo per rendere questo mondo più umano e più giusto.
  • Ti preghiamo Signore per i paesi in guerra, per l’Africa e per tutti i suoi malati; ti preghiamo per tutti quelli colpiti da calamità: suscita in noi sentimenti di generosità e di solidarietà, perché non siano abbandonati a loro stessi, ma trovino cuori e mano amiche.
  • Ti preghiamo Signore, accogli le invocazioni che salgono a te dalle preghiere di tanti sofferenti; ti preghiamo in particolare per gli stranieri, per gli anziani soli, per quelli che vivono per strada: dona loro sostegno e conforto, invia loro i tuoi angeli di aiuto e consolazione.