parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo
Predicazione del 03/12/06
1ª domenica di Avvento /C
   
Letture: Geremia 33,14-16; Salmo 24; 1 Tessalonicesi3,12-4,2; Luca 21,25-28.34-36.

Memoria di san Francesco Saverio, gesuita del XVI secolo, missionario in India e in Giappone.


"Alzatevi e levate il capo,
perché la vostra liberazione è vicina "

Dal Vangelo di Luca capitolo 21 versetti da 25 a 28 e da 34 a 36

25"Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l`attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.

27Allora vedranno il Figlio dell`uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.

28Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina".

34State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; 35come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell`uomo".

Alziamo il capo, vegliamo e preghiamo
perchÈ venga il giorno nuovo del Signore

Attendere un giorno nuovo

C’è un modo nostro di essere cristiani, di noi cristiani di Occidente, che è vecchio, scontato, dentro una vita tutta presa e spesa per noi stessi. Facilmente ci viene da pensare che quello che facciamo è tutto ciò che si possa fare, crediamo di fare già abbastanza. Vivere così significa non attendere niente di nuovo, significa essere ripiegati su di sé e non riuscire a vedere più avanti, a vedere un futuro diverso per la mia vita e per questo nostro mondo.

La liturgia dell’Avvento che si svolge lungo quattro domeniche di questo mese è come una sveglia da questo sonno su noi stessi. “Alzatevi e levate il capo” ci dice il Vangelo di questa prima domenica, guardate attorno a voi, sentite quante attese ci sono: attese di un giorno nuovo, di un tempo di pace, di un futuro per il proprio paese e per i propri figli.

Quando si vive solo per se stessi, non si riesce a sentire l’angoscia di chi vive il pericolo di vedere distrutta la propria casa, la propria famiglia, senza un futuro per il domani. È la condizione in cui si trova l’Iraq, la Palestina, Israele. E poi tanti paesi dell’Africa, minacciati dalle malattie e dalla povertà.

L’unione dei cristiani, segno di speranza per questo mondo

“Alzatevi e levate il capo” significa attendere un nuovo giorno, un nuovo tempo per noi e per gli altri. Nel nostro mondo con tante divisioni, noi cristiani siamo chiamati a raccoglierci, a farci vicini gli uni agli altri ed essere un segno di unione e di speranza. L’apostolo Paolo (1 Tessalonicesi 3,12 – 4,2) ci invita a “crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti” e la nostra unione sia il segno distintivo di noi cristiani: “cercate di agire sempre così per distinguervi ancora di più”. Un segno bello, importante dentro un mondo frammentato, con tante separazioni gli uni dagli altri.

Noi cristiani siamo ancora divisi in diverse Chiese, le chiese ortodosse, quelle evangeliche e quella cattolica. L’incontro e l’abbraccio, il 30 novembre scorso, di papa Benedetto XVI con il patriarca della più antica chiesa ortodossa, il patriarcato di Costantinopoli, è una piccola luce, un segno nella direzione di questa unione verso cui camminare insieme con sempre maggiore convinzione.

Avvento, tempo di liberazione dalla concentrazione su noi stessi

Il tempo delle quattro settimane di avvento possiamo viverlo come tempo di liberazione dal peso che grava sui nostri cuori: il peso delle cose per cui ci affanniamo tanto ogni giorno, la dispersione dietro tante cose da fare, la concentrazione su noi stessiche facilmente porta alla esaltazione di sé e al disprezzo o al parlar male degli altri. Ma quante di queste cose contano veramente e ci fanno essere migliori?

Liberiamoci da tutti questi pesi che ci opprimono e tante volte ci fanno sentire tristi. Come? Gesù ci dice: “Vegliate e pregate in ogni momento”. C’è bisogno di stare svegli per ascoltare quanto il Signore vuole dirci. E c’è bisogno di silenzio, di un tempo di silenzio nelle nostre giornate così rumorose: è il rumore confuso che c’è attorno a noi, in cui tutti si parlano addosso e nessuno ascolta; è il rumore dentro di noi per le cose che affollano la nostra mente.

Un tempo di silenzio, di ascolto e di preghiera

Tutti questi rumori ci impediscono di ascoltare la voce del Signore. Per ascoltare il Signore c’è bisogno di fare silenzio, di uno spazio di silenzio dove possiamo riconoscere la nostra piccolezza, quello che veramente siamo e con umiltà prendere fra le mani la Parola di Dio lasciando che parli alla nostra vita. Almeno un brano, una pagina ogni giorno e pregare con la luce che ci viene data. Pregare da soli, assieme, a casa propria, in chiesa, soprattutto ritrovandoci nella santa liturgia.

Preghiamo per noi cristiani, perché siamo più uniti nell’amore vicendevole, un segno di unità e di comprensione verso gli altri; preghiamo per i cristiani dove sono piccole minoranze in mezzo al grande mondo musulmano (come in Medio Oriente), preghiamo per i malati, per gli anziani che diventano sempre più deboli nel far sentire la loro voce, preghiamo per quelli che vivono ogni giorno nel terrore della guerra. Preghiamo perché venga un giorno nuovo e un tempo nuovo, quello portato da Gesù, sole di luce e di giustizia, segno di pace per tutti.

Intenzioni di preghiera:

  • O Signore all’inizio dell’anno liturgico a te ci rivolgiamo con fiducia e ti chiediamo di guidarci con la luce della tua Parola in questo tempo di Avvento: insegnaci a liberarci dall’amore per noi stessi, per amare e difendere la vita degli altri, per attendere insieme a tanti poveri la buona notizia del tuo Regno che viene in mezzo agli uomini.
  • Fa o Signore che la tua Chiesa sia segno di unità e di pace in questo mondo e semini dialogo e amicizia tra i popoli e le religioni. Ti ringraziamo per aver sostenuto i passi del Papa Benedetto nel suo viaggio in Turchia e ti preghiamo di accompagnare il nostro vescovo Crescenzio nel suo cammino incontro agli uomini di questa città.
  • [un bambino] Gesù, noi bambini vogliamo accogliere il tuo invito a non pensare solo a noi stessi, ma anche ai bambini poveri che stanno in Africa, aiutandoli perché possano crescere, curarsi e andare a scuola.
  • O Signore ti preghiamo perché in questo tempo il cuore di ogni uomo si apra alla speranza, perché la grazia della tua incarnazione sia accolta e generi in ciascuno frutti di vita nuova. Sulla tua via di speranza e di gioia insegnaci a condurre tanti perché possano incontrare il tuo volto.
  • Ti preghiamo o Signore perché tutti amino la vita, la difendano e la rispettino. Ricordiamo in particolare tutti i bambini, gli uomini e le donne che muoiono di malattia dimenticati dal nostro mondo ricco in Africa. Ricordati di tutti i malati di AIDS, dona loro la guarigione.
  • O Signore tu che hai promesso il bene al tuo popolo, vieni incontro alle attese di pace che salgono a te da tanti angoli della terra, libera il mondo dal male: allontana la guerra, disarma i violenti, rendi la libertà ai prigionieri, giustizia agli oppressi e pace a tutti gli uomini.