Domenica di Pasqua
15 aprile 2001
Letture bibliche: Isaia 55, 1-11; Salmo 18; Romani 6, 3-11; Luca 24, 1-12.

Luca capitolo 24, versetti 1-12.

Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, le donne ri recarono alla tomba, portando con sè gli aromi che avevano preparato.
Trovarono la pietra rotolata dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.

Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: "Perchè cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è resuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno".

Ed esse si ricordarono delle sue parole, e, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Magdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano

insieme lo raccontarono agli apostoli.
Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse. Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l'accaduto.

NON ABBIATE PAURA: IO SONO RISORTO

Il sogno
che nasce
dalla Resurrezione del
Signore

Chi ha potuto partecipare nei giorni della Settimana Santa alle celebrazioni del Giovedì, del Venerdì e della Veglia Pasquale, certamente ha conosciuto più da vicino il Signore.

Il suo ingresso in Gerusalemme, mite e mansueto, cavalcando un'asina; il gesto della lavanda dei piedi ai discepoli, che sconvolge prima di tutti lo stesso Pietro; il silenzio di Gesù davanti alla violenza che si abbatte su di lui nelle ore della Passione; l'alba di un giorno e di un tempo nuovo, quando le donne, la mattina di Pasqua, si recano al sepolcro.

Da questo incontro col Signore in questa prima Pasqua del nuovo secolo, celebrata nello stesso giorno da tutte le chiese cristiane, nascono domande nuove e belle per la nostra vita.

Il Signore ha un sogno per questo mondo, il sogno di una vita più umana, dove non ci si contrappone, non si vive nella logica di affermare se stessi sugli altri. Vuoi tu vivere questo sogno? Vuoi tu vivere come alleato del Signore in questo sogno? Vuoi vivere perché le tombe in cui sono chiuse e oppresse le vite di tanti siano aperte alla luce di una vita più umana? Vuoi spendere la tua vita perché non ci sia più sofferenza e annunciare la buona notizia a tutti quelli che stanno al buio? Vuoi vivere perché i giovani non crescano come piccoli ciechi che credono di vedere?


Non partiamo
dal nostro
pessimismo
ma dalla Resurrezione del Signore


Le donne, amiche di Gesù, quando il mattino della domenica, all'alba, vanno al sepolcro, sono preoccupate: "Chi ci rotolerà la pietra pesante dalla tomba del Signore?"

La pietra pesante rappresenta i tanti problemi: quelli grandi del mondo, quelli del nostro paese, della nostra città, del nostro ambiente, e anche i problemi di ciascuno di noi.

Chi può avere la forza di spostare questa pietra pesante? Certamente non le donne. Chi ha la forza di risolvere i problemi che ci sono?

Questi pensieri sono facilmente una scusa che affiora nel nostro cuore: non è possibile fare molto, io sono fatto così, con questo carattere. E ancora: nell'ambiente in cui mi trovo non è possibile, non è possibile per la vita che ho, con tanti impegni, sempre di fretta.

Sono pensieri negativi che tante volte ci prendono. Ma per chi crede le cose stanno differentemente. Non si parte dal nostro pessimismo. Le donne al sepolcro videro un masso molto grande, ma quel masso era stato rotolato via. Quel masso pesante opprimeva l'attesa di tanti, schiacciava tanti poveri: è la miseria, la fame, la guerra che opprime intere regioni e li riduce a una tomba.

Nessuno fa rotolare quella pietra che in questo modo continua a schiacciare i poveri, i bambini, gli anziani, i deboli, gli adulti. La stessa pietra che opprimeva il corpo di Gesù, che fu vittima tra le vittime, fra i poveri di questo mondo.

Quanta gente vive così, gente che vive come nelle tombe. Come mi è capitato di vedere al Cairo, in Egitto, dove un intero quartiere vive nella "Città dei morti", in case che sono come tombe, in ambienti bui che puzzano di morte. E la gente vive così, senza vedere mai la luce.

Le donne entrarono in quel luogo senza luce, di morte, di povertà. Ma in quella tomba videro due giovani con un vestito bianco, come una luce nel buio: come la luce del cero che nella notte di Pasqua illumina la chiesa.

Le donne pensavano alle loro difficoltà, ai loro rancori, ai loro ricordi e dolori, e avevano paura.

Tutti noi siamo paurosi. Anche se ci crediamo forti e ci comportiamo in maniera orgogliosa e aggressiva per mostrarci sicuri davanti agli altri. Tutti noi siamo figli della paura, che è nostra madre e padrona.

Ma la parola del vangelo è rivolta anche a noi: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato …". Perché siete impauriti? Perché avete dubbi nel vostro cuore.

Non abbiate paura, voi che cercate il crocifisso. Chi cerca Gesù non deve stare sotto il dominio della paura: la tomba di Gesù è stata aperta. Tutte le tombe si potranno aprire, tutte le grandi pietre di questo mondo potranno essere rotolate.

Perciò, non abbiate paura, voi che cercate il Signore. Gli angeli, coloro che portano la luce nell'oscurità della tomba e ci leggono il Vangelo, dicono ai paurosi, alle donne: Non abbiate paura! E dà loro un appuntamento.


Resurrezione
nella vita
di tutti i giorni


Nella liturgia di Pasqua riceviamo un appuntamento: andate in Galilea. Lì Gesù ci attende, dove si svolge la vita di tutti i giorni, nelle periferie della nostra città, nei luoghi dove normalmente si vive. È lì che il Signore ci dà un appuntamento, non in un museo o in un luogo importante, ma dove vive la gente, nel nostro ambiente, nelle case, dove lavoriamo, dove andiamo a studiare.

Non temete, non abbiate paura!

Il Signore non ci abbandona, non abbandona i paurosi, come non abbandonò Pietro, guardandolo con affetto anche dopo i tre tradimenti.

Noi siamo persone troppo abituate a vivere nella oscurità per credere che si possa avere una luce. I sogni di una vita diversa non trovano molto spazio nella vita di chi è rassegnato al proprio buio.

Il Signore si è manifestato anche a noi nella liturgia gioiosa della Pasqua e ci ha detto di non continuare a vivere nella nostra incredulità e durezza di cuore, ma di credere a quelli che ci testimoniano la sua resurrezione.

A partire da oggi non fuggiamo più, soli. Il Signore ci dice: "Andate ed comunicate il Vangelo ad ogni uomo e ad ogni donna".

Cristo è risorto dai morti e tutto è possibile. Per ciascuno di noi è possibile risorgere a vita nuova, con Cristo risorto. Alleluia, alleluia.


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