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Libri storici - 1° Re
 
 

Sabato 18 aprile

1 Re 18,17-40. Elia e la sfida sul Carmelo
   
 

Appena lo vide, Acab disse a Elia: "Sei tu la rovina di Israele!". 18 Quegli rispose: "Io non rovino Israele, ma piuttosto tu insieme con la tua famiglia, perché avete abbandonato i comandi del Signore e tu hai seguito Baal. 19 Su, con un ordine raduna tutto Israele presso di me sul monte Carmelo insieme con i quattrocentocinquanta profeti di Baal e con i quattrocento profeti di Asera, che mangiano alla tavola di Gezabele".20 Acab convocò tutti gli Israeliti e radunò i profeti sul monte Carmelo.

21 Elia si accostò a tutto il popolo e disse: "Fino a quando zoppicherete da enbrambi piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!". Il popolo non gli rispose nulla. 22 Elia aggiunse al popolo: "Sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta.

23 Dateci due giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l`altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco. 24 Voi invocherete il nome del vostro dio e io invocherò quello del Signore. La divinità che risponderà concedendo il fuoco è Dio!". Tutto il popolo rispose: "La proposta è buona!".

25 Elia disse ai profeti di Baal: "Sceglietevi il giovenco e cominciate voi perché siete più numerosi. Invocate il nome del vostro Dio, ma senza appiccare il fuoco". 26 Quelli presero il giovenco, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: "Baal, rispondici!". Ma non si sentiva un alito, né una risposta. Quelli continuavano a saltare intorno all`altare che avevano eretto.

27 Essendo già mezzogiorno, Elia cominciò a beffarsi di loro dicendo: "Gridate con voce più alta, perché certo egli è un dio! Forse è soprappensiero oppure indaffarato o in viaggio; caso mai fosse addormentato, si sveglierà". 28 Gridarono a voce più forte e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue. 29 Passato il mezzogiorno, quelli ancora agivano da invasati ed era venuto il momento in cui si sogliono offrire i sacrifici, ma non si sentiva alcuna voce né una risposta né un segno di attenzione.30 Elia disse a tutto il popolo: "Avvicinatevi!". Tutti si avvicinarono. Si sistemò di nuovo l`altare del Signore che era stato demolito.

31 Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei discendenti di Giacobbe, al quale il Signore aveva detto: "Israele sarà il tuo nome". 32 Con le pietre eresse un altare al Signore; scavò intorno un canaletto, capace di contenere due misure di seme. 33 Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna. 34 Quindi disse: "Riempite quattro brocche d`acqua e versatele sull`olocausto e sulla legna!". Ed essi lo fecero. Egli disse: "Fatelo di nuovo!". Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora: "Per la terza volta!". Lo fecero per la terza volta.

35 L`acqua scorreva intorno all`altare; anche il canaletto si riempì d`acqua. 36 Al momento dell`offerta si avvicinò il profeta Elia e disse: "Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose per tuo comando. 37 Rispondimi, Signore, rispondimi e questo popolo sappia che tu sei il Signore Dio e che converti il loro cuore!". 38 Cadde il fuoco del Signore e consumò l`olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l`acqua del canaletto. 39 A tal vista, tutti si prostrarono a terra ed esclamarono: "Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!".

40 Elia disse loro: "Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi uno!". Li afferrarono. Elia li fece scendere nel torrente Kison, ove li scannò.

 
 

Il re Acab incontra finalmente Elia e lo accusa di portare alla rovina Israele. Ma Elia gli ricorda la colpa di essersi allontanato da Jahve e di aver coinvolto l’intero popolo nell’apostasia. È questa a vera causa che ha portato l’intero paese in una terribile carestia. La situazione era talmente grave da spingere Elia a proporre una sfida aperta con i sacerdoti di Baal. E sceglie proprio il monte Carmelo ove era stato distrutto l’altare costruito da Davide per il culto a Jahve e che Acab aveva sostituito per edificarne un altro dedicato a Baal.

La scena è grandiosa: da una parte il numeroso gruppo di sacerdoti di Baal e dall’altra il solo Elia: una incredibile sproporzione. Elia vuole che il popolo esca dall’ambiguità e scelga nuovamente Jahve come suo unico Signore. Il regno del nord in effetti viveva in un clima ambiguo. Lo stesso Abdia, ministro di Acab, anche se aveva salvato cento profeti del Signore quando la regina Gezabele voleva sterminarli, restava comunque fedele al re (v. 13). Ma anche il popolo viveva una distanza da Jahve, a cui riservavano le solennità, e la vita ordinaria che veniva messa sotto la protezione di Baal (chiedere la pioggia, la fertilità dei campi, la fecondità del bestiame e anche della famiglia). Elia stigmatizza che non è possibile servire Baal e Jahve; non si può avere il cuore diviso.

Elia vuole ristabilire integra l’alleanza e chiede a tutto il popolo: “Fino a quando zoppicherete con i due piedi?”; ossia: “Fino a quando volete servire due padroni?” Nel Deuteronomio il Signore avverte: “Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze” (6,4-5). Il precetto da cui tutto discende afferma: “Io sono il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione servile. Non avere altri dèi di fronte a me” (5,6-7).

Il Dio d’Israele, come mostra ogni pagina della Scrittura, è un Dio geloso, che non sopporta altri dèi accanto a sé. È un Dio unico e indiviso che richiede un cuore altrettanto integro e indiviso. E se il popolo non ricorda la storia di amore con cui Jahve l’ha accompagnato, deve almeno lasciarsi toccare dalla sua forza. Baal è muto ed impotente. Il Signore parla ed è forte. Invano i profeti di Baal “gridano” la loro supplica. Elia si burla di loro e si erge come nuovo Mosè che prega il “Dio di Abramo, Isacco e Israele” e che restaura l’alleanza. Come Mosè, infatti, costruisce un altare con dodici pietre, simbolo dell’unità d’Israele.

Sul monte Carmelo il popolo d’Israele, per il tramite di Elia, ritrova il suo cuore e ancora una volta lo dirige verso il Signore che l’ha salvato dalla schiavitù dell’Egitto ed ora da quella dei tanti idoli di questo mondo.