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Libri storici - 2° Samuele
 
 

Mercoledì 4 marzo

2 Samuele 15,1-12. Gli intrighi e la rivolta di Assalonne
   
 

Ma dopo, Assalonne si procurò un carro, cavalli e cinquanta uomini che correvano innanzi a lui. 2 Assalonne si alzava la mattina presto e si metteva da un lato della via di accesso alla porta della città; quando qualcuno aveva una lite e veniva dal re per il giudizio, Assalonne lo chiamava e gli diceva: “Di quale città sei?”, l’altro gli rispondeva: “Il tuo servo è di tale e tale tribù d’Israele”. 3 Allora Assalonne gli diceva: “Vedi, le tue ragioni sono buone e giuste, ma nessuno ti ascolta da parte del re”. 4 Assalonne aggiungeva: “Se facessero me giudice del paese! Chiunque avesse una lite o un giudizio verrebbe da me e io gli farei giustizia”. 5 Quando uno gli si accostava per prostrarsi davanti a lui, gli porgeva la mano, l’abbracciava e lo baciava. 6 Assalonne faceva così con tutti gli Israeliti che venivano dal re per il giudizio; in questo modo Assalonne si cattivò l’affetto degli Israeliti.

7 Ora, dopo quattro anni, Assalonne disse al re: “Lasciami andare a Ebron a sciogliere un voto che ho fatto al Signore. 8 Perché durante la sua dimora a Ghesur, in Aram, il tuo servo ha fatto questo voto: Se il Signore mi riconduce a Gerusalemme, io servirò il Signore!”. 9 Il re gli disse: “Và in pace!”. Egli si alzò e andò a Ebron. 10 Allora Assalonne mandò emissari per tutte le tribù d’Israele a dire: “Quando sentirete il suono della tromba, allora direte: Assalonne è divenuto re a Ebron”.

11 Con Assalonne erano partiti da Gerusalemme duecento uomini, i quali, invitati, partirono con semplicità, senza saper nulla. 12 Assalonne convocò Achitofel il Ghilonita, consigliere di Davide, perché venisse dalla sua città di Ghilo ad assistere mentre offriva i sacrifici. La congiura divenne potente e il popolo andava crescendo di numero intorno ad Assalonne.

 
 

Assalonne, che si era prostrato con apparente umiltà dinanzi a Davide (14,33), in realtà lo voleva scalzare dal trono. In questo racconto appare come un politico ambizioso e astuto che orienta tutto ai propri interessi. Ma soprattutto è senza scrupoli: uccide il fratellastro che poteva fargli ombra, dissimula di voler ottenere il perdono paterno, danneggia crudelmente il campo di colui che era stato il suo protettore per sottometterlo ai suoi piani, cerca la simpatia popolare alimentando il malcontento di quanti venivano a sottoporre le loro cause al giudizio del re, promette una migliore giustizia, finge comprensione, affabilità, giovialità, modestia per guadagnare consensi. Calpesta anche la religiosità quando chiede a Davide di andare a Ebron, da dove pensava di incominciare la ribellione, con il pretesto di compiere un voto di servire il Signore se lo avesse ricondotto a Gerusalemme.

Prepara invece un gruppo armato di “cinquanta uomini” disposti ad obbedire unicamente ai suoi ordini (v. 1). Sceglie Ebron come luogo da cui far partire la rivolta. La città non è vicina da Gerusalemme, ma lontana quanto basta per agire senza destare sospetti. Per di più è la sede del santuario abramitico, il luogo da cui Davide aveva incominciato la sua ascesa al trono di Giuda e d’Israele (2,1-4; 5,1-3). Assalonne sembra voler seguire l'itinerario politico di Davide. Si fa proclamare pubblicamente re a Ebron, arruolando quanti erano andati con lui, la maggior parte ignari di quanto stava per accadere, e attrae anche a sé il saggio consigliere di Davide, Achitofel: una manovra politica di grande importanza.

L’orgoglio di Assalonne è senza limiti, ma non basta seguire esteriormente le orme del padre per avere lo stesso successo. A lui mancava il fondamento che sosteneva il “potere” di Davide, ossia l’abbandono a Dio e la prontezza a chiedere perdono. È su queste basi che Davide ha stabilito la sua regalità e la sua forza nel cantare la misericordia di Dio.