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Giovedì 4 novembre

Apocalisse 12,7-18. La lotta tra il drago, Michele e la donna
  Memoria di san Carlo Borromeo (+1584), vescovo di Milano.
   
 

7Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, 8ma non prevalse e non vi fu più posto per loro in cielo. 9E il grande drago, il serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana e che seduce tutta la terra abitata, fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli.

10Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, perché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. 11Ma essi lo hanno vinto grazie al sangue dell’Agnello e alla parola della loro testimonianza, e non hanno amato la loro vita fino a morire.

12Esultate, dunque, o cieli e voi che abitate in essi. Ma guai a voi, terra e mare, perché il diavolo è disceso sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo».

13Quando il drago si vide precipitato sulla terra, si mise a perseguitare la donna che aveva partorito il figlio maschio. 14Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, perché volasse nel deserto verso il proprio rifugio, dove viene nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo, lontano dal serpente. 15Allora il serpente vomitò dalla sua bocca come un fiume d’acqua dietro alla donna, per farla travolgere dalle sue acque.

16Ma la terra venne in soccorso alla donna: aprì la sua bocca e inghiottì il fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca. 17Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a fare guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che custodiscono i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù.

18E si appostò sulla spiaggia del mare.

 
 

Mentre il drago si impegna nella lotta contro la donna (la Chiesa) e il suo Figlio, entra in scena l’angelo Michele che assieme ai suoi angeli ingaggia una violentissima battaglia contro Satana. L’angelo sconfigge Satana e lo scaraventa dal cielo sin nel profondo degli inferi. In poche righe l’autore offre ben cinque definizioni del drago: è “il serpente antico”, il “Diavolo” (colui che divide), “Satana”, “l’Avversario”, il “Tentatore” e, infine, “l’Accusatore”.

L’autore, contro certe visioni pessimistiche, riafferma la centralità di Dio, di Cristo e dell’uomo rispetto al potere del diavolo. Vengono in mente le parole di Gesù ai discepoli dopo la loro missione evangelizzatrice: “Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore” (Lc 10,18). Il combattimento tra Michele e Satana, presente già all’inizio della storia, si dispiega in tutto il suo corso. Tuttavia, “attraverso il sangue dell’Agnello” il potere di Satana è stato definitivamente sconfitto e il male non ha più il potere assoluto sul mondo. Al grido di Gesù sulla croce fa eco il grido nel cielo udito da Giovanni: “Ora si sono compiuti la salvezza, la potenza e il regno del nostro Dio e il potere del suo Cristo”.

Al mistero della Pasqua di Gesù si unisce la testimonianza del martirio dei cristiani. Paolo scriveva ai Colossesi: “Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24). La comunità cristiana, particolarmente attraverso la testimonianza dei martiri, partecipa all’opera redentrice dell’Agnello. I martiri, e con loro tutti i credenti che spendono la loro vita per il Vangelo, sconfiggono il potere di Satana e salvano il mondo dalla violenza. Satana tuttavia non si rassegna e continua a combattere la sua battaglia.

Fallito l’attacco al Messia, si avventa contro la madre. Ma due ali della grande aquila permettono alla Madre di fuggire. Nelle due ali vediamo i due Testamenti: infatti, ogni volta che ci nutriamo della Sacra Scrittura veniamo liberati dalle nostre bassezze e portati verso Dio. È l’esodo continuo della Chiesa e di ciascun discepolo che lascia il male e si incammina verso il regno dell’amore e della pace. Dio salva la donna (la Chiesa) dal potere del male. Ma la storia continua ad essere un campo di battaglia in cui il duello tra il drago e la donna, tra la discendenza del serpente - ossia l’umanità peccatrice - e la stirpe della donna,continua senza tregua.

È la lotta tra i giusti e i fedeli di cui parla la Genesi (Gen 3,15). Tuttavia ancora una volta l’Apocalisse invita alla speranza. Infatti Satana sa di avere “a disposizione un tempo breve”: il trionfo definitivo non è suo, l’eternità gloriosa è di Dio e dei suoi eletti. Satana continua a combattere contro “coloro che osservano i comandamenti di Dio”.

Ma non potrà prevalere. È costretto a restare bloccato nel suo limite, “sulla spiaggia del mare”.