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Lettere di Paolo - Timoteo
 

Sabato 2 agosto

1 Timoteo 5,1-16. Giusto modo di trattare le vedove

 

 

1Non essere aspro nel riprendere un anziano, ma esortalo come fosse tuo padre; i più giovani come fratelli; 2le donne anziane come madri e le più giovani come sorelle, in tutta purezza.

3Onora le vedove, quelle che sono veramente vedove; 4ma se una vedova ha figli o nipoti, questi imparino prima a praticare la pietà verso quelli della propria famiglia e a rendere il contraccambio ai loro genitori, poiché è gradito a Dio. 5Quella poi veramente vedova e che sia rimasta sola, ha riposto la speranza in Dio e si consacra all`orazione e alla preghiera giorno e notte; 6al contrario quella che si dá ai piaceri, anche se vive, è già morta.

7Proprio questo raccomanda, perché siano irreprensibili. 8Se poi qualcuno non si prende cura dei suoi cari, soprattutto di quelli della sua famiglia, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele.

9Una vedova sia iscritta nel catalogo delle vedove quando abbia non meno di sessant`anni, sia andata sposa una sola volta, 10abbia la testimonianza di opere buone: abbia cioè allevato figli, praticato l`ospitalità, lavato i piedi ai santi, sia venuta in soccorso agli afflitti, abbia esercitato ogni opera di bene. 11Le vedove più giovani non accettarle perché, non appena vengono prese da desideri indegni di Cristo, vogliono sposarsi di nuovo 12e si attirano così un giudizio di condanna per aver trascurato la loro prima fede.

13Inoltre, trovandosi senza far niente, imparano a girare qua e là per le case e sono non soltanto oziose, ma pettegole e curiose, parlando di ciò che non conviene. 14Desidero quindi che le più giovani si risposino, abbiano figli, governino la loro casa, per non dare all`avversario nessun motivo di biasimo. 15Già alcune purtroppo si sono sviate dietro a satana.

16Se qualche donna credente ha con sé delle vedove, provveda lei a loro e non ricada il peso sulla Chiesa, perché questa possa così venire incontro a quelle che sono veramente vedove.

 
 

In una sola frase Paolo mostra a Timoteo come regolarsi con i diversi membri della comunità. La responsabilità del governo va esercitata non con un’autorità fredda, ma come un servizio reso nella “famiglia di Dio”, ossia con uno spirito di fraternità che fa rivolgere il pastore ai suoi fedeli a seconda dei bisogni di ciascuno. Gesù stesso aveva chiamato i suoi discepoli con l’appellativo di “fratelli”, “sorelle” e “madri”, insegnando a considerarsi come una vera famiglia.

E la prima comunità cristiana aveva appreso a vivere con “un cuore solo e un’anima sola” (At 4,32) appunto, in maniera fraterna e attenta. Un anziano, pertanto, se è necessario correggerlo, Timoteo dovrà farlo, ma con riverenza, come si fa con un padre; e se anziana deve farlo come verso una madre. Analogamente deve comportarsi con i più giovani, ossia, sentendoli come fratelli e sorelle; con le giovani conserverà un contegno pieno di prudenza e di riserbo. Paolo, estendendo il quarto comandamento, esorta a “onorare” le vedove, riprendendo così la tradizione ininterrotta dell’Antico Testamento che include le vedove tra i prediletti di Dio, assieme agli orfani e agli stranieri.

Le donne anziane che hanno figli e nipoti debbono essere prese in cura da essi, altrimenti “rinnegano la loro fede”, sottolinea Paolo, ossia vengono meno al comandamento dell’amore. L’apostolo chiede poi di essere attento alle persone che non possono badare a se stesse per aiutarle a condurre una vita non dissipata e peccaminosa. Una cura particolare va poi posta alle vedove che hanno scelto di servire la comunità. Esse, iscritte in un apposito “elenco” ufficiale, debbono superare i sessanta anni di età, sposate una volta sola, generose nel servizio alla carità, come l’educazione dei bambini (gli orfani) e nella pratica dell’ospitalità.

Paolo ricorda, inoltre, di “lavare i piedi dei santi”, richiamando il gesto con cui Gesù aveva voluto indicare ai discepoli la necessità di farsi umili e servi gli uni degli altri. Dalle indicazioni dell’apostolo emerge chiaro il legame tra lo spirito di fraternità vissuto nella comunità e il servizio di amore verso i più poveri.