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Lettera ai Romani
 

Martedì 16 dicembre:

Romani 5, 12-21 – L’amore di Dio è per tutti gli uomini

 


12Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. 13Fino alla legge infatti c’era peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la legge, 14la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato con una trasgressione simile a quella di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.

15Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini. 16E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute per la giustificazione. 17Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.

18Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita. 19Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

20La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta, ma laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia, 21perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.


Paolo vuole mostrarci che l’amore di Gesù è per tutti gli uomini. Parla di Adamo per ricordare che tutti gli uomini sono peccatori e quindi soggetti alla conseguenza ultima che è la morte.

Il peccato non è solo un gesto cattivo, è anche quella condizione di debolezza e di limite che nasce dall’orgoglio e dall’autosufficienza, che allontanano da Dio e ci mettono in balia del principe del male. Per questo Gesù ci fa dire nel Padre Nostro: “Liberaci dal male!”.

E come tutti gli uomini – continua Paolo – hanno sperimentato la perdizione per opera di un solo uomo, così ora tutti raggiungono la salvezza mediante un solo uomo, Gesù Cristo. È lui che per amore ha assunto su di sé tutto il peso di tristezza, di violenza, di disperazione, di inimicizia e di morte che grava sulla vita dell’umanità.

Con la sua morte Gesù ha distrutto ogni morte e con la sua resurrezione ha aperto la via della giustizia e della pace. I discepoli del Signore sono chiamati a ringraziare per questo mistero di amore che Dio ha nascosto ai sapienti e ai potenti ma ha rivelato ai piccoli.

E tutti siamo coinvolti per grazia in questo mistero fino a diventare testimoni nel mondo di questo amore riversato su di noi.