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Napoli
la Bibbia
una pagina al giorno

Vangelo della domenica - Anno C

 
 

Domenica 27 febbraio: 8ª del tempo ordinario

Letture: Siracide 27,4-7; Salmo 91; 1Corinzi 15,54-58; Luca 6,39-45.
Preghiera del giorno del Signore

 

 
 

Dal Vangelo di Luca capitolo 6, versetti da 39 a 45

39Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.

41Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42Come puoi dire al tuo fratello: «Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio», mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.

43Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono. 44Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. 45L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

 
 

Le parole del libro del Siracide (27,4-7) sono un invito a considerare il senso delle parole e del cuore quando sono illuminati dalla Parola di Dio: «Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti; così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti. I vasi del ceramista li mette a prova la fornace, così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo». La Parola di Dio è la fornace nella quale forgiare le parole, i pensieri e il cuore. In un mondo segnato tanto spesso dalla violenza delle parole e dalla falsità di tante notizie, questa pagina del Siracide è particolarmente utile. Le parole manifestano il cuore di chi le pronuncia; scrive l’autore sacro: «Il frutto dimostra come è coltivato l’albero, così la parola rivela i pensieri del cuore. Non lodare nessuno prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini».

La pagina del Vangelo di Luca (6,39-45) riporta l’ultima parte del discorso delle Beatitudini, ove si ribadisce che è il cuore dell’uomo ciò che conta nella vita. È da un cuore buono che nascono frutti buoni: «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto». E ancora: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?». Gesù non vuole affermare una divisione manichea che mette i buoni da una parte e i cattivi dall’altra. Ognuno di noi naviga tra le due sponde. Certo è però che i nostri comportamenti e le nostre parole sono espressione di quel che siamo dentro, di quel che pulsa nel nostro cuore. Di qui l’urgenza di farci vagliare dalla “Parola di Dio”, perché essa trasformi il nostro cuore e quindi anche le nostre “parole”.

La cecità arriva quando si resta concentrati su se stessi, con la convinzione che non si ha più bisogno di ascoltare il Vangelo. Così ci si ritiene superiori al Maestro. L’orgoglio porta a quella ipocrisia che Gesù stigmatizza: perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? È l’antico vizio di essere buoni con se stessi e severi con gli altri. Il Vangelo ci invita all’umiltà, ad avere un cuore buono, perché da un cuore buono usciranno parole buone, piene di misericordia e di verità.

Il Vangelo apre gli occhi della mente e scalda il cuore per vedere con gli occhi stessi di Gesù, per commuoversi con i suoi stessi sentimenti e venire incontro agli altri con misericordia. Tutto ciò non è scontato. Richiede un lavoro vero e proprio sulla propria vita interiore, una perseveranza nell’ascolto della Parola di Dio, un legame forte con la comunità dei fratelli. Il tempo della Quaresima – che si aprirà mercoledì prossimo – è un grande dono che ci viene offerto per ritrovare il cuore del Vangelo. Questa Quaresima che inizia nei giorni dela dolorosa situazione in Ucraina ci aiuti a purificare il nostro cuore, a digiunare da parole contro gli altri, ci spinga a pregare ogni giorno per quelli che vivono nell'angoscia della guerra.

Intenzioni di preghiera:

1) Perché la Parola di Dio ci liberi dai giudizi e dai pregiudizi, apra gli occhi del nostro cuore per guardare con amore gli altri, commuoverci e andare loro incontro con misericordia.

2) Per Papa Francesco, per il suo impegno instancabile per la pace e per il dialogo. Perché tutta la comunità cristiana sia unita a lui e cerchi instancabilmente vie di pace. Per il nostro vescovo Domenico.

3) Per la nostra Comunità, perché il Signore la guidi nel mondo fedele al Vangelo, aperta allo Spirito, disponibile all’amore, cercatrice di pace e la protegga da ogni male.

4) Per tutti coloro che vivono la difficile prova della violenza, dell’inimicizia, della guerra. Perché nel buio possa sorgere al più presto la luce della pace, siano ripudiate le armi e si torni a dialogare. Preghiamo per l’Ucraina.

5) Perché tutti amino la vita, la difendano e la rispettino soprattutto quando è più fragile, segnata dalla malattia, dalla sofferenza. Perché nessuno sia lasciato solo nelle prove della vita. Per la fine della Pandemia.