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Vangelo del giorno feriale - Anno dispari - Anno B

 
 

Martedì 17 agosto

Matteo 19,23-30. Pericoli della ricchezza. Premio alla sequela
Preghiera con Maria, madre del Signore

 

 
 

23Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. 24Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 25A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». 26Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».

27Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele.

29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. 30Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi.

 
 

Il giovane ricco se n’è appena andato via, triste per la scelta che pure ha compiuto. Ha preferito restare con le sue ricchezze e ha lasciato Gesù. Le sue ricchezze gli stavano più a cuore di quel maestro. E l’evangelista vuole richiamare l’attenzione dei discepoli sul pericolo che le ricchezze rappresentano. E fa vedere Gesù che, senza porre spazio in mezzo, si rivolge ai discepoli per dire loro che è davvero difficile per un ricco entrare nel regno dei cieli.

Possiamo immaginare anche la tristezza di Gesù mentre vede allontanarsi quel giovane che pure aveva posto la domanda più importante della vita. Non dice impossibile. Ma il possesso delle ricchezze facilita la cupidigia, agevola l’avarizia, rafforza l’indifferenza, indurisce il cuore verso i poveri. Per far comprendere quanto sia ingombrante l’attaccamento alla ricchezza, esemplifica con una immagine paradossale: «È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».

È una similitudine che fa pensare. In effetti i discepoli reagiscono immediatamente: «Allora, chi può essere salvato?». È una domanda che risuona attuale in un mondo ove il denaro, i beni, lo sfarzo, sono diventati idoli che pretendono completa dedizione. E sui loro altari facilmente si sacrifica anche la vita. Ma Gesù dice: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». La fede, l’abbandono a Dio sposta il cuore dell’uomo dal possesso delle cose all’abbandono in Dio.

Pietro inizia a capire e chiede a Gesù cosa ricevono coloro che abbandonano tutto e si affidano a Dio. E Gesù offre quella straordinaria risposta che evidenzia la incredibile generosità di Dio verso chi si affida a lui. Riceverà il centuplo di ciò che ha lasciato, già in questa vita. Ossia sarà circondato da fratelli e sorelle e la loro fraternità lo coprirà di amore. E, dopo la morte, riceverà la vita eterna. È l’opposto di quel che normalmente si crede: il Vangelo non toglie nulla, anzi arricchisce la vita sia in questa terra che dopo.