Il Vangelo ci presenta la prima parte della preghiera che Gesù rivolge al Padre al termine del lungo discorso rivolto ai discepoli. E inizia la lunga preghiera con quell’appellativo unico per lui: «Padre». Altre due volte aveva usato questo termine: prima della risurrezione di Lazzaro e alla presentazione dei Greci da parte di Filippo. Gesù sa bene che è giunta la sua “ora”, il momento culminante della sua missione, ciò per cui era venuto sulla terra. E chiede al «Padre» di «glorificarlo», ossia di portare a compimento l’opera che Lui stesso gli aveva dato da compiere: rendere i discepoli partecipi della vita eterna.
E spiega cos’è: «Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo». In effetti, è stata questa l’opera di Gesù. Ora vuole presentarli al Padre: «Erano tuoi e li hai dati a me», come a voler sottolineare che la scelta dei discepoli non è stata fatta a caso. Gesù ha scelto i discepoli dopo aver pregato. Quel piccolo gruppo è il frutto della preghiera. È un dono del Padre. Del resto spesso Gesù ripete che lui è venuto a compiere la volontà del Padre e non la sua. E questo è quel che ha insegnato anche a quei discepoli.
Davvero li ha come rivolti al Padre che sta nei cieli. E lo dice: «Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te». Sono ora gli eredi di questa rivelazione che a loro volta devono comunicare agli altri. Gesù sta per affidare loro la sua stessa opera. Li conosce bene, uno a uno, ne conosce i pregi ma anche le debolezze, i difetti, le grettezze. La preghiera al Padre è per loro: «Io prego per loro». L’animo di Gesù è denso di pensieri e di preoccupazioni. La sua più forte preoccupazione, ora, è per quei discepoli, non per sé e per quello che lo attende.
Al Getsemani, fra poco, consegnerà nelle mani del Padre la preoccupazione per il calice che avrebbe dovuto bere, anche se immediatamente si abbandona a Lui. In questo momento la preghiera è per quel piccolo gruppo di discepoli. E li affida al Padre perché li protegga. Gesù sa che il principe del male cercherà in ogni modo di strapparli dal Vangelo. Ora che lui sta lasciando questo mondo, vuole che sia il Padre a custodirli e proteggerli.
È una preghiera che Gesù continua a fare ancora oggi nel cielo perché il Padre custodisca tutti i suoi discepoli e li liberi dal male. È davvero la preghiera “sacerdotale” per tutto il popolo. |