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1 Io, Giovanni, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere, e la terra fu illuminata dal suo splendore. 2Gridò a gran voce: «È caduta, è caduta Babilonia la grande, ed è diventata covo di demòni, rifugio di ogni spirito impuro, rifugio di ogni uccello impuro e rifugio di ogni bestia impura e orrenda.
21Un angelo possente prese allora una pietra, grande come una màcina, e la gettò nel mare esclamando: «Con questa violenza sarà distrutta Babilonia, la grande città, e nessuno più la troverà. 22Il suono dei musicisti, dei suonatori di cetra, di flauto e di tromba, non si udrà più in te; ogni artigiano di qualsiasi mestiere non si troverà più in te; il rumore della màcina non si udrà più in te; 23la luce della lampada non brillerà più in te; la voce dello sposo e della sposa non si udrà più in te. Perché i tuoi mercanti erano i grandi della terra e tutte le nazioni dalle tue droghe furono sedotte.
1 Dopo questo, udii come una voce potente di folla immensa nel cielo che diceva: «Alleluia! Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio, 2perché veri e giusti sono i suoi giudizi. Egli ha condannato la grande prostituta che corrompeva la terra con la sua prostituzione, vendicando su di lei il sangue dei suoi servi!». 3E per la seconda volta dissero: «Alleluia! Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!». 9Allora l'angelo mi disse: «Scrivi: Beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello!». |
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Giovanni fa descrivere lui stesso la caduta di Babilonia, nome con cui i cristiani chiamavano Roma, a coloro che hanno favorito e beneficiato dello splendore di quella città e che si sono lasciati contaminare dai suoi vizi. Sono tre categorie di persone: i re, i mercanti e i comandanti di navi, in pratica il potere politico, economico e commerciale che aveva la sua sorgente, la sua alimentazione e il suo sbocco nella grande metropoli.
Entra infine una voce esterna che si rivolge ai giusti e alle vittime del potere oppressivo: essi assistono al giudizio divino con gioia perché finisce un incubo e inizia un orizzonte di luce e di pace. Condannando il male, Dio rende giustizia al bene. Il giudizio dei peccatori, infatti, ha come rovescio della medaglia la gloria dei «santi, apostoli, profeti», gli uomini e le donne di Dio, e il trionfo della verità, della giustizia. Un angelo potente mostra simbolicamente la fine della Babilonia imperiale, scaraventando un macigno nel mare.
Se non si rompe il legame con il male si corre il rischio di restare impigliati nelle sue reti sino a condividerne lo stesso destino di morte. Lo sguardo che viene gettato per l’ultima volta su Babilonia rivela, infatti, un panorama di desolazione estrema. La città che un tempo era prospera e vitale è ora spenta di vita. Per sei volte l’angelo scandisce il silenzio di morte che come un velo la ricopre interamente: le musiche, i rumori, le voci gioiose si sono spente per sempre. |

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