È
da alcuni anni che noi, un gruppo di anziani
- si è iniziato con 7-8 persone e ora
siamo diventati 25 in età compresa fra
65 e 92 anni - abbiamo cominciato a ritrovarci
ogni settimana per leggere il Vangelo assieme
e ascoltare quanto il Signore ci dice e ci fa
comprendere.
Capite
bene che attorno al Vangelo nasce un'amicizia
diversa e profonda: si crea un clima di fiducia,
di ascolto vicendevole, di interesse per quello
che accade nel mondo intorno a noi, vicino e
lontano.
Nei
giorni scorsi abbiamo scelto di trascorrere
due giorni assieme in uno stesso luogo. Il monastero
delle Benedettine di Mercogliano (AV) è
stato per noi un ambiente accogliente che ci
ha permesso di fermarci a riflettere e pensare
al futuro che il Signore ci mette innanzi.
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La
parabola del buon samaritano l'abbiamo
riletta e sentita molto vera per noi.
Perché il Signore ha visto la nostra
condizione di anziani, le nostre giornate
prevalentemente vuote, le amicizie che
si diradano man mano che diventi più
anziano.
E
il Signore si è fermato accanto
a noi, ci ha presi con sé e ci
ha condotto all'albergo, dove delle persone
si sono prese cura di noi.
L'albergo
per noi è la comunità che
vive all'interno della nostra parrocchia:
adulti e giovani che vogliono vivere mettendo
in pratica il Vangelo.
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E ci hanno accolto, ci hanno detto che
c'era un posto particolare per noi. Così
è nato
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un
legame fra
generazioni diverse, fra adulti e anziani, assieme
ai giovani.
Abbiamo
conosciuto da vicino che la compassione del
Signore per gli uomini è molto concreta,
è uno sguardo di chi ti vuole bene, è
una vicinanza, è un affetto che si manifesta
in tanti modi
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concreti.
In
questi due giorni ci siamo interrogati sulla
condizione degli anziani oggi.
La
vita in questi ultimi decenni, nel mondo occidentale,
si è allungata e il numero di anziani
è aumentato.
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Ma
sembra che il mondo di oggi cominci a provare
fastidio per tanti anziani.
"Tu sei qualcuno, in questa società
se hai un ruolo, un compito, un lavoro; sei
qualcuno se interessi a qualcuno, altrimenti
non sei nessuno".
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Per
questo pensiamo che se noi, piccolo gruppo,
siamo stati avvicinati dal Signore, liberati
dalla nostra solitudine, dobbiamo a nostra volta
farci vicini a quelli che sono ancora soli,
o vivono negli istituti per anziani; e poi sentiamo
anche che non possiamo rinchiuderci su noi stessi,
sui nostri problemi, chiudendo gli occhi sugli
altri.
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L'amore
del Signore per ciascuno di noi ci fa comprendere
che la vita di ognuno è un valore. Conosciamo
tutti i comandamenti e anche il quinto comandamento
che dice: "Non uccidere".
Noi stiamo comprendendo che si può uccidere
in tanti modi: l'indifferenza uccide, la solitudine
uccide, il disprezzo uccide, l'assenza
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di
amore come pure di scopi e di speranza uccide.
Se
in questa stagione della nostra vita sentiamo
più che mai che ricevere amore fa vivere,
a nostra volta possiamo e dobbiamo dare amore
per aiutare altri a vivere. Abbiamo
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visto
che questo è stato possibile tutte le
volte che ci siamo recati in un Istituto per
anziani per stare un po' insieme, altre volte
per giocare a tombola, altre volte per pregare
insieme.
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Ci
stiamo rendendo conto sempre di più che anche
quando si è anziani si può lavorare
per gli altri, anche per popoli lontani o per aiutare
altri anziani a vivere.
Per
questo abbiamo fatto un piccolo sogno che pensiamo
si potrà realizzare presto: allestire in parrocchia
una stanza dove ritrovarci una volta a settimana per
rammendare e stirare biancheria e vestiti per i detenuti
del carcere.
Stiamo
mettendo a punto il piccolo progetto e saremo contenti
di farlo sapere appena andrà in attuazione.
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Sentiamo
molto vere per noi le parole che Gesù disse
a Nicodemo: che anche quando si è vecchi si
può rinascere.
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