parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 7 maggio 2023

5ª Domenica di Pasqua /A
 
 

Letture: Atti 6,1-7; Salmo 32; 1Pietro 2,4-9; Giovanni 14, 1-12.

Ricordo della preghiera per i nuovi martiri del Novecento presieduta da Giovanni Paolo II,
durante il Grande Giubileo dell’anno 2000, al Colosseo a Roma assieme ai rappresentanti delle Chiese cristiane.

Dal Vangelo di Giovanni 14, 01-12

Gesù disse ai suoi discepoli: «1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: «Vado a prepararvi un posto»? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via».

5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: «Mostraci il Padre»? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».


CON GESÙ POSSIAMO RINASCERE DALL’ALTO


Gesù disse ai discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore.
Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me»

 

Il turbamento di Gesù e dei discepoli

Siamo nel cenacolo. Il Vangelo di Giovanni - dopo che Gesù ha lavato i piedi ai discepoli – ci riporta un lungo discorso con loro. Egli stesso aveva manifestato il suo turbamento dinanzi all’ora che stava per vivere: adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! (Gv12,27). E mentre rivela ai discepoli che uno di loro lo tradirà, Gesù fu profondamente turbato (Gv 13,21). È un dialogo ampio, intimo, accorato che egli tiene con i suoi discepoli.

Non c’è da meravigliarsi che i discepoli dinanzi a tutto questo siano turbati e spaventati. E Gesù li rassicura, si mette a dialogare con loro: non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me (Gv 14,1). Li prepara a vivere in modo nuovo il rapporto con lui. Si tratta di aprirsi all’esperienza dello Spirito di cui aveva parlato con Nicodemo, un rapporto nuovo che nasce proprio dallo Spirito (Gv 3,6-7). E Nicodemo non riusciva a capire questa nascita spirituale, una nascita dall’alto.

Come parlare di Dio all’uomo di oggi?

Come del resto era accaduto alla samaritana quando le aveva parlato dell’acqua che diventa una sorgente che zampilla per la vita eterna. Anche lei non comprende, pensa all’acqua materiale che non avrebbe più richiesto di venire ogni giorno ad attingerla al pozzo. È lo stesso passaggio che ora sono chiamati a compiere questi discepoli impauriti. Si tratta di comprendere la radice di tutte le azioni di Gesù che avevano visto, ma che forse avevano compreso in modo superficiale, solo materiale.

Oggi, anche noi, discepoli del Signore, possiamo avere tanti motivi di turbamento: possiamo essere turbati dinanzi all’estraniamento di Dio dalla vita di tanti. E allora ci chiediamo: come parlare di Dio, di Gesù, all’uomo di oggi? Come possiamo avvicinarci a quelli che si sono allontanati? Possiamo avere anche noi turbamenti, scoraggiamenti, rinunce o adattamenti. Le difficoltà di Tommaso e di Filippo sono anche le nostre. Dice Tommaso a Gesù: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». E Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».

Gesù ci rivela la vita stessa di Dio

Gesù è la via da seguire per giungere a Dio perché – dice Gesù – chi ha visto me, ha visto il Padre: io sono nel Padre e il Padre è in me. Camminare con Gesù è camminare verso la verità e la vita. C’è tanta confusione, ci sono tante voci, tante affermazioni che possono lasciare confusi; la parola di Gesù è verità, ci fa vedere gli uomini e le donne con occhi nuovi, o meglio con sentimenti nuovi, con i suoi sentimenti. Ma Gesù ci rivela Dio, i suoi sentimenti, la vita di Dio; egli ce la manifesta con le sue scelte, le sue azioni, la vicinanza a quelli che nessuno o pochi avvicinano.

Gesù è la via per edificare un mondo più umano, più giusto, un mondo in pace. Da lui viene la pace, egli è la nostra pace. Si tratta allora di vivere sempre più in profondità l’esperienza di Gesù, un rapporto con Lui che si nutre della sua Parola, come nostro cibo quotidiano. Scegliere di sperimentare la sua compassione, la sua apertura agli altri, che ci rende accoglienti e rispettosi di tutto ciò che ci viene da altrove, da altre esperienze di cultura, di religioni, diverse dalla nostra.

Essere comunità di discepoli in questo tempo

Dio, nostro Padre, vive con noi se noi viviamo con Gesù e manifestiamo le opere del suo amore. Una comunità dove si sperimenta la fraternità, dove si vive l’amicizia con i più deboli e poveri, dove si fa festa con loro, dove le loro preoccupazioni diventano le nostre, non ha da temere, può camminare con fiducia incontro agli uomini, facendo conoscere agli altri il sapore della vita che viene da Gesù.

Facciamo in modo che attraverso di noi, con le parole e con i fatti, tanti uomini di oggi possano comprendere che Gesù «è la via, la verità e la vita». Lo Spirito, forza di amore, dona nuova intelligenza, ci fa scoprire i modi per parlare al cuore delle persone, ci fa inventare modi e iniziative per comunicare vita, compassione, vicinanza e aiuto, la vita stessa di Gesù che dice a noi: «chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».

Intenzioni di preghiera

1) Perché, nel tempo difficile in cui viviamo, il volto di Gesù ci sveli la compassione di Dio per le folle affaticate e stanche; ci guidi ad essere audaci nella ricerca della pace, consapevoli che nulla è impossibile a Dio e tutto può cambiare.

2) Per Papa Francesco, che ci aiuta a sperare in un mondo libero dalla guerra, dalle divisioni, dall’inimicizia. Per la Chiesa perché compia le opere di Dio e, nel nome di Gesù, ne faccia di più grandi. Per il nostro vescovo Domenico.

3) Per le nostre Comunità in Africa perché siano Vangelo per il loro amore verso i poveri e siano un segno di speranza e di Resurrezione per l’intero continente.

4) Perché nelle nostre comunità cresca il numero di coloro che, come i primi diaconi, siano disponibili al servizio ai poveri e ai più deboli.

5) Perché la pace scenda su questo mondo ferito dalla violenza, dalla guerra e dalle divisioni. Per il Sudan, per il Nord del Mozambico, per il Centrafrica, per il Sud Sudan, per l’Ucraina.