parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 12/03/23

3ª Domenica di Quaresima /A
 
 

Letture: Esodo 17,3-7; Salmo 94; Romani 5,1-2. 5-8; Giovanni 4,5-42.

 

dal Vangelo di Giovanni 4, 5-42 (oppure 4, 5-15.19b-26.39a.40-42)

5Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi.

9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: «Dammi da bere!», tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».

13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore - gli dice la donna -, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. 19Vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».

21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».

39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».


CON GESÙ SI APRONO NUOVI ORIZZONTI


La donna samaritana gli dice:
«Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me,
che sono una donna samaritana?»».

Un incontro di Gesù con una donna rassegnata

Mentre i discepoli sono andati a comprare qualcosa da mangiare, Gesù siede presso l’antico pozzo di Giacobbe. Egli è stanco, assetato e affamato. Sembra uno dei poveri che incontriamo per le strade. Si avvicina al pozzo una donna sconosciuta e senza nome, è una samaritana. È rassegnata, vive una vita che sembra non poterle offrire più nulla di buono. In lei vediamo la condizione di tanti che vorrebbero una vita diversa ma non sanno come e dove cercarla. In lei riconosciamo noi stessi prima di incontrare il Signore.

Gesù chiede a quella donna: «Dammi da bere». Ma quella donna risponde in un modo aspro e diffidente: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». Era diventata una donna dura, costretta a difendersi, aggressiva per le delusioni e i suoi fallimenti. Non è un caso che va a prendere l’acqua a mezzogiorno, quando con il caldo sarebbe stato difficile incontrare qualcuno.

Si possono avere grandi sogni?

Ha avuto cinque mariti, cioè ha cercato il vero amore ma è sempre rimasta delusa, ora ha capito che è inutile e che è meglio non aspettarsi troppo dalla vita. La sua vita, segnata dalle delusioni e dai tradimenti, non le dava più speranza alcuna. Quante donne dei nostri quartieri vivono così.

Anche lei ha sete, tanto che va a prendere acqua al pozzo. La sua sete però è limitata, infatti non ha che una brocca per prendere acqua. Anche noi, come lei, abbiamo una sete limitata, giusto un desiderio di qualche soddisfazione in più. Il pessimismo ci spinge ad accontentarci. A che serve avere grandi sogni? Molti ragionano così. Un mondo giusto? La pace per tutti? Meglio essere realisti, accontentarsi di un po’ d’acqua per sé, che già è difficile ottenerla, e che gli altri si arrangino. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva».

Fidarsi di questo straniero?

Quella donna non aveva neppure tanta fiducia in sé. Come poteva aver fiducia di uno straniero? Come poteva capire che era Dio a parlarle in quel giudeo stanco e assetato e senza neppure uno strumento per prendere l’acqua? «Da dove hai dunque quest’acqua viva? non hai nemmeno qualcosa per attingere al pozzo» - gli dice rassegnata e incredula.. Ma Gesù insiste: «chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna».

Così sgorga dal cuore di quella donna la prima preghiera: «Signore dammi di quest’acqua perché io non abbia più sete». È una preghiera un po’ impacciata, ma vera, perché le sale dal cuore. Ed è il cuore che vuole Gesù; è lì che egli cerca i veri adoratori. Era una poveretta, con una vita complicata. Era una donna forte della sua esperienza, che pensava di conoscere già la vita. Che poteva fare quell'uomo senza mezzi, debole e che non aveva nulla per prendere l'acqua?

Noi non siamo i nostri fallimenti, siamo figli

Lei non credeva più a niente, solo alla sua brocca, alla sua fatica, a quello che vedeva e toccava con le sue mani. Il Vangelo è un sogno fuori dalla realtà! Gesù l'aiutò ad essere se stessa: «Va’ a chiamare tuo marito e poi ritorna qui». «Io non ho marito», disse. «Infatti hai avuto cinque mariti – le risponde Gesù - e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gesù non la mortifica. Proprio questo colpì la donna: essere capita, conosciuta e non sentirsi giudicata!

Lei non conosceva quello straniero, ma quell’uomo sapeva tutto di lei e pur conoscendo i suoi fallimenti le stava parlando, rispettando la sua dignità di donna, facendola sentire un essere umano. Noi non siamo i nostri fallimenti, siamo figli. Da quell’incontro un’energia nuova entrò nel cuore di quella donna: «Lasciò la brocca e andò in città e disse: Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto... Uscirono allora dalla città e andarono da lui». Un’energia di amore era entrata nella sua vita e l’ha resa una donna capace di cose grandi.

Il Vangelo ci chiede di fare delle scelte

Gesù ci viene incontro e vuole entrare nel cuore di ognuno di noi per dirci il suo amore e far crescere il bene nella nostra vita. Egli cerca il positivo di quella donna, lo trova e lo mette in luce per due volte: hai detto bene; e alla fine della frase: in questo hai detto il vero. Trova il buono e il vero anche in quella vita difficile. Non ci sono rimproveri, non giudizi, non consigli, Gesù fa di quella donna un tempio. Mi domandi dove adorare Dio, su quale monte? Ma sei tu, in spirito e verità, il monte; tu il tempio in cui Dio viene. Lei che prima per la sua condizione irregolare si sentiva giudicata da tutti, ora si porta dietro tante persone a incontrare Gesù.

I discepoli di Gesù erano andati a cercare qualcosa da mangiare in paese e al ritorno si meravigliano che Gesù stesse a parlare con una donna, per giunta anche samaritana. Si meravigliano perché la cultura del tempo non permetteva di rivolgere la parola ad una donna in pubblico, persino al marito. Pur stando con Gesù sono ancora pieni di pregiudizi; religiosi ma razzisti. E Gesù, con lo stesso amore paziente avuto con la samaritana, invita i discepoli ad alzare lo sguardo dal loro piccolo e ristretto orizzonte: «alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura ...» Abbiamo bisogno alzare i nostri occhi e guardare i campi che già biondeggiano per la mietitura.

Il Vangelo ci chiede di avere il coraggio di fare scelte, di seguire Gesù, di non accontentarci, né per noi, né per gli altri, di avere sogni grandi da realizzare insieme. L'incontro con Gesù, con il Vangelo, cambia la vita e la storia, apre al futuro, alla speranza. Non è la brocca la risposta, ma la sorgente di amore che sgorga dal Vangelo. Quella donna che era andata a cercar acqua per sé diventa sorgente per altri, per dissetare altri. Che questa quaresima, vincendo le nostre scuse e le nostre resistenze, ci trasformi in sorgente di speranza, di pace, di amicizia e di misericordia.

Intenzioni di preghiera

1) Perché in questa Quaresima i nostri cuori, come per la Samaritana, siano dissetati dal’"acqua viva" della Parola di Dio. Perché diventi in noi sorgente di vita nuova.

2) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per tutta la Chiesa, perché sappia andare incontro al grande popolo assetato di Dio, che vive nelle nostre città, comunicando il Vangelo.

3) Per i paesi che, come l’Ucraina, vivono la difficile prova della guerra. Perché nel buio, possa sorgere presto la luce della pace e perché siano protette le moltitudini di profughi.

4) Perché il Signore conceda a coloro che sono assetati di pace e di giustizia di trovare in lui la sorgente per estinguere la loro sete di bene.

5) Per i detenuti perché siano liberati dalla paura, dalla solitudine e dall’isolamento e perché noi non ci dimentichiamo di loro nella preghiera.