parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 11/12/22

Domenica 3ª Tempo di Avvento /A
 
 

Letture: Isaia 35,1-6.8.10; Salmo 145; Giacomo 5,7-10; Matteo 11,2-11.

 

dal Vangelo di Matteo 11, 2-11

2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 4Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: 5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. 6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! 9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 10Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.


LO SCANDALO DI UN MESSIA POVERO E DISARMATO


Giovanni, che era in carcere, mandò a dire a Gesù:
«Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?»

I dubbi di Giovanni Battista

Giovanni Battista è in carcere nella fortezza di Macheronte fatta costruire da Erode, a oriente del mar Morto, che sarà anche il luogo del suo martirio. Ha sentito parlare delle opere compiute da Gesù: i ciechi vedono, i sordi odono, gli zoppi camminano, i morti risuscitano, i poveri sono evangelizzati.

Ma c’è una domanda drammatica che il Battista si pone: che Messia è quello che non lo libera dal carcere? Anche Giovanni dubita, e decide di inviare alcuni suoi discepoli da Gesù con una domanda: sei tu quello che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?

Anche a noi possono venire dubbi di fronte a quello che accade in questo tempo: la guerra in Ucraina e in tanti altri paesi, con tante distruzioni, tanti morti, bambini deportati in Russia, persone che restano al freddo, in fila per avere un po’ di cibo mentre c’è il rischio di bombardamenti. Nelle risposte che Gesù dà ai discepoli di Giovanni, alla fine dice: «e beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!» C’è uno scandalo da superare, lo scandalo di un Messia povero e disarmato in questo mondo, lo scandalo che si manifesta già nel Natale, in quel bambino deposto in una mangiatoia.

Anche oggi ci sono i segni dell’Avvento di Dio

Anche nel nostro tempo sono tanti i gesti di misericordia e compassione, segni della forza dell’inviato di Dio, segni che portano consolazione e conforto. Questi sono i segni dell’avvento di Dio, anche oggi. I nostri fratelli ucraini non sono lasciati soli: tanta vicinanza, tanto sostegno in una situazione tragica, difficile. Sono i miracoli dell’amore, della misericordia di Dio; sono tanti che si sono messi in movimento per soccorrere, per sostenere, per sollevare da una grave condizione di pericolo. E sono beati tutti coloro che si lasciano toccare il cuore e partecipano per sostenere e rendere meno dura la condizione di chi vive nel pericolo e nell’angoscia.

Anche nelle nostre città, nei nostri quartieri, in mezzo a tante sofferenze, all’indifferenza di tanti, ci sono i segni della misericordia di Dio: persone che trovano riparo e accoglienza, che trovano attenzione e affetto, che sono accompagnati a trovare un lavoro, a ritrovare la loro dignità. Sono realtà che non suscitano clamore ma che coinvolgono tante persone. E c’è bisogno di far crescere questi segni della presenza di Dio in mezzo agli uomini, coinvolgendoci di più e chiamando tanti a mettersi in cammino assieme.

Chiamati ad essere testimoni coraggiosi della misericordia di Dio

Le parole che Gesù pronuncia dopo che i discepoli di Giovanni sono andati via sono una indicazione per noi. Giovanni non è una canna scossa dal vento e non è neppure un uomo avvolto in morbide vesti. Egli è un uomo forte nella sua testimonianza, un uomo sobrio nel vestito e nel cibo, che si spende per preparare coloro che sono in ricerca, all’incontro col Signore, col Figlio di Dio fatto uomo: con lui inizia il tempo nuovo dell’avvento del regno di Dio.

Ai tempi di Giovanni erano tanti quelli che si recavano da lui chiedendogli: che cosa dobbiamo fare per la nostra conversione? E Giovanni rispondeva alle loro domande. Anche oggi sono tanti quelli che si portano domande nel proprio cuore, tanti che sono in ricerca di persone che li ascoltino, che possano aiutarli a scoprire la mitezza, la misericordia, la bontà, l’amore che viene da Dio. E noi possiamo essere coloro che preparano la strada all’incontro col Signore, testimoniando noi per primi che è possibile la conversione, il cambiamento, il camminare insieme dietro il Signore.

Intenzioni di preghiera

1) Perché accogliendo la predicazione di questo Avvento, rinnoviamo la nostra vita, per andare incontro al Signore che viene, con frutti degni di conversione.

2) Perché siamo capaci di scorgere i grandi segni di amore che il Signore fa nascere in mezzo a noi e che ci guidano ad un altro Natale di speranza.

3) Per la Chiesa: perché viva la sua missione universale di preparare la via al Signore che viene. Per Papa Francesco e per il nostro vescovo Domenico.

4) Perché tanti in questo Natale cerchino la pace e la gioia del Regno di Dio e possano incontrare il Signore nei poveri.

5) Perché le speranze dei poveri non restino deluse e le attese di pace e giustizia che salgono dall’Ucraina e da tanti luoghi del mondo feriti dalla violenza e dalla guerra, trovino compimento. Perché sia pace al più presto.