parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 27/11/22

Domenica 1ª Tempo di Avvento /A
 
 

Letture: Isaia 2, 1-5; Salmo 121; Romani 13, 11-14; Matteo 24, 37-44.

 

dal Vangelo di Matteo 24, 37-44

37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo.

40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata.

42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo.


TEMPO DELL’AVVENTO DEL SIGNORE


«Come furono i giorni di Noè: non si accorsero di nulla
finché venne il diluvio e travolse tutti»

Attesa operosa del regno di Dio

Con questa prima domenica di Avvento inizia un cammino spirituale segnato dall’attesa del Signore che ci conduce al Natale. Il Natale di Gesù è un fatto fondamentale della nostra fede: il Figlio di Dio viene ed entra nella storia degli uomini, ci indica le scelte da compiere per superare le divisioni, lotte, guerre che rendono dura e difficile la vita di tanti.

Questo tempo ci è donato per aiutarci a comprendere meglio Gesù che viene ad abitare in mezzo a noi, comprendere che apparteniamo tutti alla stessa umanità e coinvolgerci nella costruzione di un mondo dove giustizia e pace si baceranno. È il sogno di Dio che nella storia ha coinvolto in ogni tempo uomini e donne che si sono lasciati attrarre dall’amore disarmato di Gesù e hanno camminato con lui.

La strada per costruire spazi di umanità

Le parole antiche di Isaia ci indicano il lavoro da compiere, un lavoro per la pacificazione, per la trasformazione dei rapporti: «Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un'altra nazione, non impareranno più l'arte della guerra» (Is 2,4). L’uso delle armi produce distruzione e accresce l’odio, la violenza e rende gli uomini disumani.

La Parola di Dio ascoltata, compresa e vissuta nella vita concreta fa nascere spazi liberati e purificati, spazi di umanità riconciliata dove ci si riconosce sorelle e fratelli. L’apostolo Paolo che aveva iniziato a perseguitare i cristiani, viene fermato da una voce che gli dice: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». È la voce di Gesù che gli indica una nuova strada: «alzati ed entra nella città e ti sarà indicato ciò che devi fare» (At 9, 4-6).

«È tempo di svegliarvi dal sonno»

Paolo sperimenta la forza del vangelo, che libera dalla mentalità del proprio tempo e apre all’incontro, alla comunione, al dialogo. Le sue parole esortano e spingono anche noi: «gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce» (Rom 13,12). Le armi della luce sono le armi dell’amore fatte di gesti, di incontri, di ascolto, di aiuto, che comunicano vita, danno sollievo a chi è nel dolore, portano pace dove c’è odio.

Il Vangelo proclamato oggi ci dice che non possiamo vivere come avvenne nei giorni che precedettero il diluvio: «mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito» e non si accorsero di nulla (Mt 24,38). Le immagini dei due uomini nel campo e delle due donne alla macina ci fanno capire che l’ininterrotta naturalezza del quotidiano ha una fine e bisogna tener conto della realtà di Dio che ci viene incontro.

C’è bisogno di fare spazio a Dio

In questo tempo così segnato dalla guerra e dai conflitti, per ognuno di noi questi sono giorni da non far passare nella ripetitività dei nostri impegni quotidiani. È tempo di svegliarci dal sonno delle nostre abitudini, rassegnati di fronte a tanti conflitti. Con le lotte, gli scontri, le guerre aumentano le divisioni e i rancori e ci si allontana dalla pace. Questo mondo ha bisogno di Dio, c’è bisogno di fare spazio a Dio, di far crescere il regno di Dio in mezzo agli uomini.

Questi che stiamo vivendo sono giorni particolari, per quelli che sono nei paesi in guerra sono giorni terribili. Gesù ci dice: «Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà» (v.42). Ci dice di essere vigilanti, di non essere distratti, rassegnati, pigri. Ci dice di pregare, di riprendere ad ascoltare il Vangelo. C’è bisogno di preghiera in tempo di guerra, di solidarietà con chi soffre, di invocare la pace che è fine della guerra, protezione e serenità per chi vive nell’angoscia e nella paura, per chi aspetta l’alba di un giorno nuovo.

Intenzioni di preghiera

1) Perché accogliamo con gratitudine il Vangelo dell’Avvento che ci chiama alla vigilanza e alla conversione personale e suscita in noi il desiderio profondo della pace e della salvezza per tutti i popoli.

2) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per la Chiesa. Per tutti gli uomini e le donne che in questo tempo si rivolgono al Signore con fiducia e si aprono all’ascolto della sua Parola.

3) Per i cittadini afghani, da tempo rifugiati in Pakistan, che questa settimana sono arrivati, grazie ai Corridoi umanitari, nel nostro paese. Perché per loro sia finalmente possibile un futuro diverso nell’accoglienza e nel rispetto dei loro diritti.

4) Per chi è condannato a morte, perché sia liberato dall’angoscia e per noi perché non ci stanchiamo mai di difendere ed amare la vita di ogni uomo come Signore la ama.

5) Perché il Signore che viene a tergere le lacrime dei poveri e a consolare gli afflitti doni pace ad ogni paese in guerra. Per i governanti perché cerchino la pace, la giustizia sociale, la salvaguardia del creato.