parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 31/07/22

18ª Domenica del Tempo Ordinario /C
 
 

Letture: Qoèlet 1,2;2,21-23; Salmo 94; Colossesi 3,1-5.9-11; Luca 12,13-21.

 

dal Vangelo di Luca, capitolo 12, versetti 13-21

13Uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». 14Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». 15E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».

16Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. 17Egli ragionava tra sé: «Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? 18Farò così - disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. 19Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e divertiti!».

20Ma Dio gli disse: «Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?». 21Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».


FATEVI UN TESORO DOVE I LADRI NON ARRIVANO


Gesù disse: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché,
anche se uno è nell'abbondanza,
la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».

Vivere il Vangelo e proporlo agli altri

Dinanzi alle difficoltà del nostro mondo a vivere insieme, ad aiutarci gli uni gli altri e non a combatterci; dinanzi alle guerre che provocano morte, alle violenze di tante notizie di cronaca, sentiamo c’è bisogno di allargare lo spazio delle notizie buone, del bisogno di essere solidali, di aprirsi ai bisogni degli altri. Dinanzi a tutto questo il Vangelo ci chiede di essere vissuto, di illuminare tutti gli angoli della nostra vita e di proporlo agli altri, perché il Vangelo è fonte di pace, di misericordia, di comunione, di vita gioiosa.

Quali sono i desideri prevalenti che questo mondo ci propone di coltivare? C’è una insistenza continua ad avere sempre più cose, a consumare, a possedere, non rendendoci conto che il consumismo è una macchina di infelicità, perché fa diventare schiavi delle cose. Avere di più non significa essere di più, la gioia viene dal dare, dal condividere, dal vivere in armonia.

Coltivare «le cose di lassù»

La pagina evangelica di questa domenica si apre con la richiesta fatta a Gesù di un uomo della folla in una contesa di eredità: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». Ma Gesù si rifiuta di accogliere la richiesta, non vuole sostenere la sua sete di avere, una sete che tutti conosciamo bene. La cupidigia divide, è la carità che raduna le persone. Gesù non è venuto a dividere ma a riunire.

Sono molto dirette le parole che Paolo rivolge alla comunità cristiana della città di Colossi nata dalla sua predicazione del Vangelo: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù … rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra» (Col 3,1-2). L’amore e la compassione da coltivare ogni giorno sono «le cose di lassù» che ci aiutano ad usare bene «quelle della terra».

Avere pensiero per gli altri

L’uomo ricco presentato da Gesù nella parabola non parla con gli altri, il suo è un soliloquio. Davanti a un raccolto abbondante si chiede: che farò? Non gli passa per la mente nessun pensiero per gli altri: demolirò, costruirò, raccoglierò … Poi dirò a me stesso: «riposati, mangia, bevi e divertiti!».

Commenta Cirillo di Alessandria: «Egli non guarda al futuro, non innalza i suoi occhi a Dio, non ritiene che valga la pena di ottenere per sé quei tesori che sono in alto nei cieli, non prova amore per il povero, non è partecipe di chi soffre. Questo non gli procura dolore né sveglia in lui del dispiacere. Che faccia farà in quel giudizio, quando comincerà ad udire: “ebbi fame e voi non mi deste da mangiare?” Non sapeva che il ventre dei poveri era più sicuro dei suoi magazzini».

La vita non è nostra proprietà

Con l’iniqua ricchezza – dice Gesù al termine della parabola dell’amministratore disonesto – fatevi degli amici, che vi accolgano nelle dimore eterne (Lc 16,9). È questo il suggerimento di Gesù. Il Vangelo ci apre la via della gioia. La felicità non è il consumo di soddisfazione per sé. «Chi è ricco per il Signore? - si chiede ancora Cirillo di Alessandria – è uno per il quale poche cose sono sufficienti, è uno la cui mano è aperta ai bisogni del povero, egli accumula nei magazzini che sono in alto».

Nella parabola raccontata da Gesù la vita è presentata come proprietà di Dio, che ci viene affidata per un determinato periodo di tempo e di cui un giorno dobbiamo rendere conto a Dio che la chiede di ritorno. Ogni guadagno, ogni possesso è un dono di Dio e come tale va vissuto. Questo vale sia per il povero che per il ricco e tra loro deve nascere una reciproca comunione di amore che dà e riceve.

Il Vangelo vissuto ogni giorno, calato nella nostra vita quotidiana, nelle vicende della storia che il Signore ci chiama a vivere, costruisce ponti, genera amicizie tra persone diverse, tra uomini e donne di diversa condizione, provenienza, di diverse religioni. È il lavoro perché venga il regno di Dio e «Cristo sia tutto e in tutti» (Col 3,11). Tanti aspettano di essere coinvolti in questo lavoro per il regno e tanti sono i frutti che aspettano di essere raccolti.

Intenzioni di preghiera

1. Perché il Signore ci liberi dall’ansia dei beni terreni, dalla cupidigia del possesso e dall’egoismo; e ci insegni a ricercare la felicità che viene dall’accogliere la sua presenza nella nostra vita.

2. Per papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per le folle disperse di questo nostro mondo, perché possano incontrare il Vangelo e con esso un senso pieno della vita. Che il Signore ci guidi a portare ovunque il suo messaggio di pace e di fraternità.

3. Perché la grazia di Dio converta il cuore degli uomini, ci renda tutti più attenti al prossimo e disposti, nella carità, alla condivisione dei nostri beni.

4. Per chi in questo tempo d’estate è più solo: per i malati, per gli anziani, per i detenuti e per quanti sono afflitti nell’anima e nel corpo. Sia il Signore consolazione per tutti.

5. Perché siano guarite le ferite della guerra, di cui soffrono molti paesi e perché la pace, salvezza per ogni popolo, venga presto in Ucraina, come nel Sud del Mozambico, in Sud Sudan, in Yemen e ovunque c’è violenza.