parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 3/07/22

14ª Domenica del Tempo Ordinario /C
 
 

Letture: Isaia 66,10-14; Salmo 65; Galati 6,14-18; Luca 10,1-12.17-20.

Festa dell’apostolo Tommaso. Confessò Gesù come suo Signore e lo testimoniò, secondo la tradizione, sino in India.

dal Vangelo di Luca, capitolo 10, versetti 1-12 e 17-20

1 Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: «Pace a questa casa!».

6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: «È vicino a voi il regno di Dio».

10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11«Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino». 12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

17I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».


CHIAMATI A COMUNICARE IL VANGELO DELLA PACE


Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due
davanti a sé, in ogni città e luogo dove stava per recarsi.

Tanti sono in attesa della «buona notizia»

Sappiamo che Gesù non è stato un sedentario, non ha avuto una sede fissa dove venire a cercarlo. Egli gira per città e villaggi di tutta la Palestina e a volte esce anche fuori di questi confini, andando in terre abitate da pagani. E in questo suo spostarsi, ogni giorno l’incontro con tante persone, con tanti poveri, malati o persone tenute ai margini; e sono tanti quelli che hanno desiderio di ascoltarlo, di fermarsi con lui, attirati da quella parola che tocca il cuore.

E Gesù si ferma, guarda, osserva con attenzione, intuisce le tante domande che le persone si portano dentro. Vede che ci sono tante divisioni, tante persone abbandonate a loro stesse, vede che i samaritani non vanno d’accordo con i giudei. C’è bisogno di pace, c’è bisogno di donne e uomini che portino pace. E dopo aver inviato i dodici apostoli nei luoghi «dove egli sta per recarsi», decide di inviare altri settantadue discepoli che portino la buona notizia del Vangelo.

Portare pace in ogni città e in ogni luogo

Il numero settantadue è un numero simbolico che vuole indicare tutti i popoli. Ai tempi di Gesù si pensava il numero totale dei diversi popoli fosse proprio settantadue. Questo ci fa capire che per Gesù è importante che il Vangelo giunga in ogni città e in ogni luogo. E oggi il Vangelo ci parla di questa prima esperienza di comunicazione del Vangelo nel mondo, da parte dei discepoli, dopo quella dei 12 apostoli.

In questo numero – 72 – ci siamo anche noi: laici, donne e uomini, padri di famiglia, giovani, anziani, professionisti e studenti. A noi il Signore dice: andate nel mondo e predicate quello che riassume tutta la mia missione: pace a questa casa. Dove c’è gente di buona volontà, lì scenderà questa pace. E la pace camminerà con voi e ci sarà gente che la accoglie. Anche se sempre ci sarà pure gente che la rifiuta.

Dilatare gli spazi della pace

Questa pace viene dall’amore di Gesù che ha dato la vita per noi fino a morire in croce. L’apostolo Paolo quando riflette su questa pace trova la fonte da cui essa proviene; e lui stesso si sente strumento di questa pace che viene dalla croce. Sono un crocifisso per il mondo – dice Paolo - il mondo non mi comprende, ma io non voglio conformarmi a questo mondo, io porto questo tesoro della pace nel mio cuore, lo voglio condividere con tutti quelli che lo vorranno ricevere.

Questa è la Chiesa: portare la pace che sgorga dall’amore del Signore. Tutti vediamo che non si è capaci di creare un mondo pieno di pace. Ma Gesù ci invia a far sorgere tante oasi di pace che man mano crescono di numero e anche di spazio, sono spazi liberati dalle divisioni. «La violenza – ci ha ricordato papa Francesco richiamandosi al Concilio – non è cristiana né evangelica». Oggi tanti sono impauriti, oppressi dalla violenza e dai conflitti, soffocati dalle armi, che vivono nella paura.

Vediamo la gioia di coloro che sono liberati

«La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai» - dice Gesù. Anche oggi c’è tanto lavoro da fare, c’è bisogno di operai che lavorino per la pace. Anche noi, ciascuno di noi, insieme, possiamo diventare operatori di pace. Gesù manda anche noi, se accogliamo il suo invito, due a due nei diversi luoghi dove si svolge la nostra vita. Non c’è bisogno di capacità particolari, di attrezzature e mezzi speciali. I discepoli di Gesù non contano sui propri mezzi, sulle proprie capacità, ma sulla forza di amore che egli ci dona.

«Vi mando come agnelli in mezzo a lupi». Se l’amore diventa il motore della nostra vita - ovunque andiamo, a tanti uomini e donne di ogni età e condizione - possiamo far giungere come un torrente di pace. La pace libera dalla paura, elimina le divisioni, avvicina gli uni agli altri. E anche la pace è contagiosa, chi la riceve è portato a comunicarla. «Beati gli operatori di pace – dice Gesù – perché saranno chiamati figli di Dio».

Beati noi se facciamo l’esperienza di comunicare il vangelo della pace. Anche noi abbiamo da raccontare a Gesù quello che egli ci fa vivere: la gioia di quelli che vengono accolti. Provengono dai diversi luoghi di guerra, sono persone che hanno perduto la casa e il lavoro, sono bambini, anziani. Tutti vengono sollevati dall’angoscia, dalla tristezza, dall’abbandono. Ringraziamo il Signore per i tanti legami di amore che ci fa creare, che sconfiggono i demoni della divisione e rendono presente il regno di Dio in mezzo agli uomini.

Intenzioni di preghiera

1) Perché la Parola di Dio ci guidi per essere “portatori del Vangelo”, discepoli capaci di guardare oltre se stessi e il proprio piccolo mondo, per rispondere alle attese profonde di speranza e futuro che si alzano da tanti angoli della terra.

2) Per la Chiesa di Dio, per la sua missione e perché sia nel mondo testimonianza della bellezza della vita spesa a servizio del Vangelo e per la salvezza degli uomini. Per il nostro vescovo Papa Francesco.

3) Per i sacerdoti, e per tutti quelli quelli che operano nella nostra comunità, perché vivano con generosità e rinnovata passione il loro servizio.

4) Perché giungano tempi di pace in Ucraina e cessi ogni inutile spargimento di sangue, lì come in tanti luoghi dove si combatte.

5) Per coloro che questa settimana sono arrivati, grazie ai Corridoi umanitari, nel nostro paese provenienti dai campi di detenzione della Libia, dove sono stati vittime di gravi maltrattamenti. Perché per loro sia possibile un futuro diverso nell’accoglienza, nella sicurezza e nel rispetto dei loro diritti.