parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 26/06/22

13ª Domenica del Tempo Ordinario /C
 
 

Letture: 1 Re 19, 16.19-21; Salmo 15; Galati 5, 1.13-18; Luca 9, 51-62.

Memoria di don Lorenzo Milani (†1967), prete fiorentino, priore di Barbiana, dove fu maestro di bambini e ragazzi alla Scuola popolare da lui fondata.

dal Vangelo di Luca, capitolo 9, versetti 51-62

51Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme 52e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l'ingresso. 53Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55Si voltò e li rimproverò. 56E si misero in cammino verso un altro villaggio.

57Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». 59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va' e annuncia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».


LO SPIRITO DI GESÙ È SPIRITO DI PACE


Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro
è adatto per il regno di Dio»

Il cammino di Gesù è pieno di tanti incontri

Gesù sa che cosa lo aspetta alla fine del suo viaggio a Gerusalemme, saranno i giorni della sua passione, morte e resurrezione; ma questo non rallenta o devia il suo cammino. L’evangelista Luca ci parla di una decisione ferma, irremovibile che egli prende. E in questo viaggio verso Gerusalemme ci viene raccontato che cosa gli accade lungo il cammino.

Lo sappiamo, lo apprendiamo dai quattro vangeli che a Gesù piace camminare per incontrare gente, per aiutare, per guarire, per accogliere quelli che vengono lasciati soli o mandati via; egli vuole che nella sua famiglia ci sia posto per tutti, che sia un luogo dove si impara a stare insieme, ad aiutarsi, a volersi bene e ad accogliere gli altri.

Seguire il Vangelo è accogliere il mantello di Gesù

Passa per la Samaria dove c’erano i samaritani che non andavano d’accordo con i giudei. E spesso, quando passavano i giudei in pellegrinaggio verso Gerusalemme, si rifiutavano di accoglierli. Per questo Giacomo e Giovanni si arrabbiano, chiedono per loro un castigo grave: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Dinanzi alla reazione per questo rifiuto viene da pensare già da ora a come reagiranno quando vedranno Gesù offeso e umiliato in maniera ben più grave non più dai samaritani ma dal proprio popolo. Sappiamo che Pietro, al momento dell’arresto di Gesù tirerà fuori una spada che aveva nella cintura.

Gesù rimprovera quei due discepoli perché lui è contro ogni violenza. Seguire Gesù è scoprire nuovi percorsi, nuove reazioni, nuovi comportamenti. Viene da pensare all’immagine di Elia che passando accanto ad Eliseo mentre stava al lavoro nei campi gli getta addosso il suo mantello di profeta. Ecco: seguire il vangelo vuol dire accogliere il mantello di Gesù, cioè accogliere il suo Spirito e camminare con Lui. A questo il Signore ci chiama.

Che significa seguire Gesù?

Ma abbiamo da comprendere che cosa significa seguire Gesù. Per tre volte questa pagina del Vangelo ci ripete l’invito a seguire il Signore. Gli amici di Gesù sono quelli che lo seguono avendo sulle spalle il mantello ricevuto da Lui, accogliere il suo Spirito. Ma bisogna sapere che Gesù non ha una casa per sé, egli cerca un posto nel cuore di ciascuno.

Si tratta di mettere Gesù al primo posto nella nostra vita. Gesù prima di tutto e di tutti, con lui andiamo incontro agli altri, egli ci chiama a stare insieme e insieme accogliere gli altri. Stando insieme impariamo l’accoglienza, impariamo a vedere quelli che per tanti sono come invisibili, impariamo a sentire le voci che chiedono aiuto, spesso sono voci flebili da cogliere nel rumore di questo mondo.

Lo Spirito di Dio ci libera dalle chiusure

Con Gesù impariamo a preoccuparci degli altri, delle persone povere, di quelli che sono stati colpiti dalle guerre, da quella recente in Ucraina, da quella della Siria – un paese distrutto di cui non ci parla più – dell’Afghanistan colpito dal terremoto con tanti morti, del Mozambico colpito duramente nelle regioni al nord del paese.

Lo Spirito, l’amore che viene da Dio, ci rende liberi: liberi dalle chiusure, dal pensare solo a noi, liberi di aprirci agli altri. Il regno di Dio è una casa dove tutti vengono accolti, aiutati, dove si vive insieme da fratelli e sorelle, dove si diventa liberi di amare ed essere a servizio gli uni degli altri.

Se siamo figli e discepoli, possiamo diventare padri e maestri

Ma perché venga il suo regno, Dio ha bisogno degli uomini, ha bisogno di noi perché egli vuole salvare gli uomini attraverso gli uomini e le donne che siamo noi. In questa famiglia del Signore facciamo l’esperienza di essere salvati da persone più piccole, essere salvati da un povero, persino da un anziano che in qualche misura ci indica Dio. Anche noi possiamo essere profeti.

Ma dobbiamo diventare e umili di cuore perché questo avvenga. Gli esseri umani non vogliono né padri né maestri, credono di poter essere autosufficienti. Nella famiglia di Gesù impariamo ad essere figli e discepoli e a nostra volta diventare padri e maestri istruiti da quello Spirito che Gesù ci trasmette.

Questo ci comunica lo Spirito. Così cambiamo noi stessi, così si cambia il mondo, così portiamo la pace a tutti. Gesù porta pace. Noi siamo per la pace e vogliamo portare pace a tutti.

Intenzioni di preghiera

1) Perché il Vangelo, che ci viene annunciato ogni domenica, sia per noi come il mantello che Elia gettò sulle spalle di Eliseo e ci permetta di correre dietro a Gesù con decisione, liberi per servire il suo Regno.

2) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per la Chiesa che oggi celebra il X Incontro mondiale delle famiglie. Per ogni famiglia, particolarmente per quelle attraversate da difficoltà, sofferenze e malattie. Perché tutte sperimentino la misericordia di Dio, trovino vie per crescere nell’amore, servendo la vita e cercando la pace.

3) Per la nostra Comunità perché sia segno concreto di un’umanità rinnovata dallo Spirito, fondata nella comunione fraterna e nella libertà del servizio.

4) Per i poveri e per tutti coloro che vivono emarginati nelle periferie del mondo, perché non siano dimenticati ma accolti, aiutati ed amati. Che a tutti possa giungere la tenerezza del Padre.

5) Per i popoli che soffrono, per quelli che, come l’Ucraina, sono sprofondati nella violenza della guerra. Perché si trovino presto vie di conciliazione e si arrestino i combattimenti.