parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 20/03/22

3ª domenica del tempo di Quaresima /C
 
 

Letture: Esodo 3, 1-8. 13-15; Salmo 102; 1Corinti 10, 1-6.10-12; Luca 13, 1-9.

 

dal Vangelo di Luca capitolo 13, versetti 1-9

1In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici.

2Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? 3No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

6Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».


QUESTO MONDO HA BISOGNO DI PACE


«Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest'albero,
ma non ne trovo».

Uno spirito di solidarietà dinanzi alla tragedia della guerra

La gravità delle notizie che da molti giorni ci giungono dall’Ucraina ci lasciano sgomenti e addolorati. E anche noi ci presentiamo al Signore perché ci illumini, ci aiuti a riflettere su questa guerra che produce tanti frutti amari: migliaia di donne con bambini, di anziani che fuggono dalla guerra. Sono storie di dolore che ci mostrano ancora una volta l’ingiustizia della guerra che ruba alle persone la casa e la vita.

Dinanzi a tutto questo, in Italia e in tanti paesi sta emergendo uno spirito di solidarietà che consola: fa uscire dall’egocentrismo e dall’egoismo che facilmente ci tiene prigionieri di noi stessi e ci apre alle domande e al dolore di questi nostri fratelli e sorelle. L’egoismo porta ai conflitti, alla contrapposizione, alla guerra e ci allontana dalla pace.

Invito alla conversione per un mondo più umano

Il Vangelo ci parla di alcune persone che riferiscono a Gesù due fatti drammatici, quello della strage compiuta da Ponzio Pilato e l’altro per il crollo della torre di Siloe. E la risposta di Gesù è quella di tornare con il cuore al Signore. Anche noi siamo invitati a convertirci a Lui se vogliamo aiutare questo mondo ad essere più umano e cristiano dinanzi ai tanti egoismi che tengono prigionieri gli uomini.

L’esperienza della pandemia e ora questa tragica guerra in Ucraina ci aprono gli occhi sulle conseguenze di una vita concentrata radicalmente sui propri interessi. La risposta di Gesù è forte e chiara: «se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». C’è in ognuno di noi una frattura fra sentimenti umani e il proprio egocentrismo, le fissazioni e le paure, l’antagonismo che crea problemi con gli altri.

Gesù è la nostra pace

La Quaresima è un tempo prezioso per liberarci dai pensieri di divisione, di giudizi, di estraneità nei confronti degli altri, specialmente di quelli che sono in grande afflizione, per rivestirci di sentimenti di pace, di condivisione, di aiuto nei confronti di quelli che hanno perso tutto. Gesù è la nostra pace, da lui impariamo la pace, la vicinanza, la solidarietà.

Gesù si è manifestato nella vicinanza ai poveri, ai malati, ai ciechi, alle persone sole e angosciate. E oggi sta con i profughi che si mettono in cammino senza sapere bene dove troveranno rifugio e accoglienza. E noi vogliamo stare con Lui e con loro, con Gesù che cammina con loro e ci parla, perché ci aprano all’intelligenza di un cuore che si lascia convertire dalla sua parola.

C’è bisogno di comunità

La preghiera ci apre il cuore, fa ascoltare le invocazioni che salgono dalle tante città distrutte in Ucraina, e mette in moto energie spirituali e materiali per consolare quelli che sono colpiti, afflitti dalla violenza della guerra e del male. «Ho osservato la miseria del mio popolo e ho udito il suo grido» - dice il Signore a Mosé e lo dice anche a noi perché possiamo coinvolgerci in questa corrente di solidarietà, con la preghiera fatta con fede e insistenza, moltiplicando il bene in tutti i modi.

Una vita tutta per sé, concentrata sul proprio benessere, indifferente, fa male agli altri e anche a se stessi, perché lascia tutti soli. Questi eventi – come la pandemia e ora la guerra – ci aiutano a comprendere l’urgenza di vivere insieme, di creare legami, di far nascere comunità dove si impara ad essere attenti gli uni agli altri, dove i più deboli non vengono trascurati, dovesi si vive in pace e fraternità.

«Convertitevi e credete al Vangelo» - sono le prime parole che pronuncia Gesù nel vangelo di Marco. Di nuovo le sentiamo rivolte a noi oggi, in questo tempo. Viviamo il Vangelo, comunichiamolo come fecero i primi discepoli, verranno frutti abbondanti di pace, di solidarietà. Non possiamo essere alberi sterili. Il Vangelo ci porta a produrre frutti, ci genera alla fraternità, alla solidarietà, alla pace.

Intenzioni di preghiera

1) Perché viviamo questa Quaresima come un tempo opportuno per convertire il nostro cuore, per liberarci dalla sterilità, per tornare al Signore: ché dalla nostra vita possa fiorire una risposta al suo amore paziente.

2) Per Papa Francesco e per la Chiesa perché in questo tempo, segnato dalla violenza delle armi, sappia vivere la conversione dei cuori, perché tanti possano gustare la gioia del perdono e i popoli siano ricondotti alla pace e a vivere insieme.

3) Per chi testimonia e annuncia il Vangelo anche a prezzo della vita, in situazioni difficili e dolorose. Perché accogliamo la testimonianza di tanti martiri contemporanei e sappiamo con fiducia vivere fedeli al Vangelo.

4) Perché il Signore faccia di noi uomini e donne di pace e di ogni nostra Comunità nel mondo una casa di riconciliazione, di dialogo e di incontro. Perché perseveriamo nella preghiera confidando, senza esitazioni, nel trionfo della vita sulla morte, della misericordia sul peccato, della pace sulla violenza.

5) Per l’Ucraina, per tutte le vittime della guerra, per chi ha perso tutto, per le migliaia di persone in fuga. Perché russi e ucraini possano camminare presto su sentieri di pace.