parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 06/03/22

1ª domenica del tempo di Quaresima /C
 
 

Letture: Deuteronomio 26, 4-10; Salmo 90; Romani 10, 8-13; Luca 4, 1-13.

 

dal Vangelo di Luca capitolo 4, versetti 1-13

1Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». 4Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo».

5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». 8Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».

9Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; 10sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano; 11e anche: Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». 12Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

13Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.


CON LA FORZA DELLO SPIRITO AFFRONTARE LE FORZE DEL MALE


Dopo aver esaurito ogni tentazione,
il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Lo Spirito guida Gesù nel deserto

Col gesto delle ceneri sul nostro capo abbiamo iniziato questo cammino della Quaresima che ci conduce alla Pasqua di resurrezione. È un tempo che ci aiuta a riscoprire la forza della Parola di Dio nella nostra debole vita, è una quaresima segnata dagli eventi in Ucraina, da una guerra che si è abbattuta su questa nazione nel cuore dell’Europa e ha colpito tutto il popolo e duramente i più deboli, i bambini, le donne, gli anziani.

Il Vangelo di Luca ci parla di Gesù che viene condotto nel deserto dove resta per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Ma Luca sottolinea che, dopo il battesimo, Gesù era pieno di Spirito Santo. È lo Spirito che lo guida nel deserto e con la forza di questo Spirito egli affronta le tentazioni. Che cosa è il deserto? È simbolo di molte cose: è un luogo dove riconoscerci deboli e poveri, dove siamo messi alla prova, dove vediamo quello che c’è nel nostro cuore e ci affidiamo alla forza del Signore.

Tempo di riflessione sul nostro rapporto con Dio e col prossimo

Quando l’apostolo Paolo si trova a vivere situazioni difficili, in momenti di prova, di necessità e anche di angoscia egli dice: “quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,10). Nella sua debolezza, è allora che scopre la forza che viene dal Signore, la forza dello Spirito al quale si affida.

Che cosa è il deserto? È anche il luogo dove riflettere sul nostro rapporto con Dio dal quale discende il rapporto con gli uomini; è il luogo del nostro dialogo col Signore dove ci lasciamo illuminare da Lui, è il luogo dove riflettiamo sulla realtà del male contro cui lottare ogni giorno scegliendo la via del bene che il Signore ci indica.

Costruire vie che portino alla pace

Qual è la via del bene da imboccare nella presente situazione di guerra? Una guerra che riguarda non solo l’Ucraina ma l’Europa e il mondo intero. Gesù risponde al diavolo con la Parola di Dio. Dinanzi al bisogno attende dalla mano di Dio il suo sostentamento. Dinanzi ai poteri del mondo egli non cerca un potere per sé, il suo fine è il regno di Dio, un regno di riconciliazione e di pace, dove gli uomini possano riconoscersi fratelli. Dinanzi alla tentazione di un messianismo politico tanto diffuso ai suoi tempi, Gesù riafferma la sua missione per un mondo di fratellanza universale.

Non sono le armi che fanno risolvere i problemi, non è la guerra la via che porta alla pace. Non disprezziamo ma cerchiamo gli strumenti deboli del dialogo, dell’incontro preparato con pazienza e fiducia, di canali di comunicazione quando sembra che non ce ne siano, pregando con insistenza, affidandoci alla forza debole della preghiera. Affidarci alla forza delle armi è la tentazione facile nei momenti difficili come quelli di questi giorni. Per questo, nella nuova traduzione del Padre nostro, anche oggi diciamo: «Non abbandonarci alla tentazione».

Aprire il nostro cuore alla preghiera e alla solidarietà

Sì, sorelle e fratelli, questa Quaresima è il tempo per consolidare e approfondire la comunione con Dio. Pensiamo alla prova superata da Abramo quando gli viene chiesto di sacrificare suo figlio, alla prova di Giobbe che perde tutti i suoi averi, tutti i suoi affetti. Questa Quaresima sia il tempo per vincolare realmente la propria volontà alla volontà di Dio. Le forze diaboliche vogliono distruggere la comunione con Dio e la comunione fra gli uomini.

Nella preghiera e nella compagnia della Parola di Dio, meditiamo, riflettiamo e scegliamo per il Signore, dinanzi alle tante tentazioni di incrinare il nostro rapporto con Lui. Tanti spazi per la preghiera e tanti spazi di solidarietà si stanno moltiplicando in questi giorni difficili. Come fece il popolo di Israele dinanzi all’umiliazione e oppressione degli egiziani, anche noi gridiamo al Signore perché ascolti la nostra voce e ci faccia uscire da questi giorni di violenza e di morte e sorgano giorni nei quali poter vivere sempre di più gli assieme agli altri, consapevoli del nostro destino comune.

Intenzioni di preghiera

1) Perché in questo tempo di Quaresima vinciamo ogni tentazione che ci allontana da Gesù, Signore della nostra vita. Perché con il suo aiuto lottiamo contro il male, nutrendoci della Parola, pregando senza sosta e lavorando uniti perché si avvicini il giorno della Resurrezione e della Pace.

2) Per la Chiesa, perché viva questa Quaresima aiutando i suoi figli a liberarsi dal peccato e dall’indifferenza che allontana dagli altri. Per tutti i cristiani perché in queste ore di guerra siano testimoni di pace e lievito di riconciliazione tra i popoli, abbandonando ogni divisione. Per Papa Francesco e per il nostro vescovo Domenico.

3) Per l’Ucraina che vive la difficile prova della violenza e del conflitto. Perché nella notte terribile della guerra si accendano luci di pace e di speranza. Perché tacciano subito le armi e si ricominci a dialogare.

4) Per gli sfollati, i profughi, per i più fragili, per la loro protezione e la loro salvezza. Perché non restiamo indifferenti al dolore che con la guerra ha raggiunto milioni di persone. Perché viviamo come fratelli solleciti e premurosi la nostra rivolta alla guerra e non ci rassegniamo a guardarla da lontano.

5) Perché il Signore, illumini cuore e mente di chi governa, perché si cerchino senza sosta e senza lasciare niente di intentato le strade che conducono alla pace. Perché l’Europa non si rassegni alla follia della guerra.