parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 02/01/22

Seconda Domenica dopo Natale
 
 

Letture: Siracide 24,1-4.8-12; Salmo 147; Efesini 1,3-6.15-18; Giovanni 1,1-5.9-14

Memoria dei santi Basilio Magno (†379), vescovo di Cesarea e padre del monachesimo in Oriente, e Gregorio di Nazianzo (†389), dottore della Chiesa e patriarca di Costantinopoli.

dal Vangelo di Giovanni 01, 01-05.09-14

1 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 2Egli era, in principio, presso Dio: 3tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. 4In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; 5la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta.

9Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. 10Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. 11Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, 13i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. 14E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.


IL VERBO SI È FATTO «CARNE»


Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Quel bambino è la vera luce per gli uomini

Aiutati dalla prima pagina del Vangelo di Giovanni riflettiamo ancora su quanto il Signore ci fa vivere nel suo Natale. Colui che da sempre era presso Dio - lui stesso era Dio - è entrato nella storia umana, «si è fatto carne», cioè è entrato nella debolezza dell’esistenza umana, sperimentando il fatto sconvolgente del rifiuto da parte degli uomini.

In questo mondo ci sono le tenebre, tanti luoghi bui dove non si vede l’altro o dove lo si opprime. E quel Dio eterno che si fa bambino è la vera luce per la vita degli uomini. Eppure si espone alla possibilità di essere rifiutato o di essere accolto da quelli che lo vorranno.

L’amore paziente di Dio

Anche questo è un tratto dell’amore di Dio: egli non costringe, non si impone, aspetta di essere accolto, di illuminare la nostra vita, se ci lasceremo illuminare. In Gesù noi scopriamo un Dio paziente, misericordioso, grande nell’amore, che si manifesta come luce che rischiara le tenebre. L’evangelista Giovanni ci parla dell’incontro con Gesù nella storia degli uomini e del fatto che alcuni lo hanno respinto e altri lo hanno accolto. Dio ci ha creati liberi e rispetta la nostra libertà.

Beati coloro che si aprono al mistero di amore che ci viene rivelato in Gesù, si aprono alla conoscenza di Lui, si lasciano illuminare la mente e il cuore e sperimentano la vita stessa di Dio che viene in noi e trasforma i pensieri, i rapporti, gli interessi. «Egli è venuto ad abitare in mezzo a noi e noi abbiamo veduto la sua gloria» scrive l’evangelista, che parla dell’esperienza dei primi cristiani perché hanno creduto.

La vera luce viene a illuminare questo mondo

È l’esperienza che continuano a vivere gli uomini quando accolgono il «Verbo» che si fa «carne», la luce vera che illumina e riscalda la vita degli uomini. Questa luce ci genera alla vita stessa di Dio, ci fa diventare figli di Dio, ci insegna a muoverci spinti dall’amore e diventare noi stessi luce che raggiunge tanti luoghi che sono ancora prigionieri delle tenebre di questo mondo.

Il bambino di Betlemme è Gesù, «il Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità». «È pieno di grazia» cioè pieno di amore che salva il mondo, che egli riversa su di noi e su tutti quelli che si aprono a Lui; «è pieno di verità» perché la realtà di Dio è amore, gioia, pace, bontà, mitezza, benevolenza che egli stesso ci comunica.

La luce vince le tenebre

Il Verbo si è fatto carne, è entrato nella nostra vita, possiamo crescere con Lui, ascoltarlo, camminare con lui; egli ci manifesta l’amore e la verità di Dio e ce la fa sperimentare nei tanti incontri con chi aspetta una parola amica, con chi aspetta di essere sollevato. A quanti lo accolgono viene donata la sua stessa vita – dice il Vangelo. Questo è quello che sperimentiamo nutrendoci della sua Parola, e questo sperimentano tutti quelli che si lasciano avvicinare da Lui.

La sua vita è luce che vince le tenebre. Lo sperimentiamo in noi stessi, nei tanti nostri fratelli che il Signore ci chiama ad incontrare. «La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta» (Gv1,5): dentro questo tempo della pandemia, dinanzi alla tentazione di tanti di rinchiudersi, l’esperienza nei giorni di questo Natale ci dice che abbiamo bisogno di questa luce che viene da Betlemme, abbiamo bisogno di comunicarla largamente.

Il dono di essere figli dentro la famiglia del Signore

«Chi segue me – ha detto Gesù - non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv8,12). Facciamo sempre di più l’esperienza di camminare dietro al Signore. Sul nostro cammino troveremo tanti che aspettano, tanti che con gioia si uniranno al Signore dentro questo popolo che ha visto una grande luce.

Il Signore ci aiuti a crescere nella vita che viene dal bambino di Betlemme, illumini la nostra mente e il nostro cuore perché possiamo comprendere «a quale speranza ci ha chiamati» e quale dono prezioso è quello che ci è stato fatto, di vivere con lui la sua stessa vita, di essere figli dentro la sua famiglia, fratelli dentro una realtà senza confini.

Intenzioni di preghiera

1)Perché quest’anno che si apre sia un tempo di conversione profonda: perché il Signore ci renda assidui nell’ascolto della sua Parola, aperti all’azione dello Spirito, fedeli e umili nel servizio.

2) Per la Chiesa perché annunci il Vangelo da un estremo all’altro della Terra, perché a nessuno sia più nascosta la salvezza che il Signore ha preparato per i popoli. Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per la Chiesa di questa città.

3) Per tutti i poveri che abbiamo incontrato, per chi cerca parole di consolazione per la propria sofferenza e per tutti i malati. Per coloro che nella grazia sovrabbondante del Natale, hanno ricevuto la gioia della conversione.

4) Per questa nostra comunità, perché sia Vangelo per il suo amore verso i poveri e gli oppressi, casa accogliente per il soccorso dei senza casa e dei senza terra, famiglia per chi cerca salvezza e conforto.

5) Perché il Signore conceda a tutte le nazioni di ritrovare la concordia e perché dove c’è guerra, al fragore delle armi succedano canti di pace. Per noi perché sentiamo che la pace è il cuore della nostra missione e la cerchiamo anche in mezzo ai drammi e alle violenze della storia umana con perseveranza.