parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 26/12/21

Festa della Santa Famiglia di Nazaret
 
 

Letture: 1 Samuele 1,20-22.24-28; Salmo 83; 1 Gv. 3,1-2.21-24; Luca 2, 41-52.

Memoria di santo Stefano, diacono, protomartire.

dal Vangelo di Luca 02, 41-52

41I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. 42Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. 43Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; 45non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.

46Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. 47E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». 49Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». 50Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.

51Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. 52E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.


OCCUPARCI DELLE COSE DEL «PADRE SUO»


Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio,
seduto in mezzo ai maestri
mentre li ascoltava e li interrogava.

Comprendere più in profondità quel Figlio che ci è dato

La liturgia di oggi, subito dopo il Natale, ci mette davanti ad un episodio della famiglia di Nazaret che ci aiuta a comprendere quanto abbiamo vissuto in questo Natale e quanto il Signore ci aiuterà a scoprire nel tempo che viene. Egli ci invita ad entrare sempre di più nel mistero di amore in cui ci ha coinvolto. Maria stessa che aveva ricevuto l’annuncio dell’angelo - «colui che nascerà da te sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio» - ha bisogno di comprendere più in profondità quel Figlio di cui lei e Giuseppe si prendono cura e che vedono crescere accanto a loro.

L’episodio raccontato da Luca avviene quando Maria e Giuseppe che ogni anno si recavano in pellegrinaggio a Gerusalemme come voleva la Legge che Dio aveva rivelato a Mosè, portano con loro per la prima volta anche Gesù che aveva raggiunto i dodici anni. L’obbligo del pellegrinaggio iniziava al tredicesimo anno, ma essi lo portano già un anno prima. Poiché i pellegrini viaggiavano in gruppi abbastanza grandi, era facile pensare che il fanciullo Gesù si trovasse con parenti o amici e che si sarebbero ritrovati tutti a sera per la pausa notturna.

Gesù vuole crescere in noi, in sapienza, età e grazia

Alla sera del primo giorno del viaggio di ritorno si scopre l’assenza di Gesù e Maria e Giuseppe tornano a Gerusalemme dove lo ritrovano dopo tre giorni. È nel tempio «seduto ai mezzo i maestri mentre li ascoltava e li interrogava» (v. 46). Così Gesù comincia a manifestare il suo rapporto col Padre di cui avrebbe parlato esplicitamente più volte ai suoi discepoli: non sono venuto per fare la mia volontà, ma la volontà del Padre mio … tutto quello che il Padre mi ha rivelato l’ho fatto conoscere a voi … mio cibo è fare la volontà del Padre mio

È quello che cominciano a scoprire i maestri del tempio, quello che Maria e Giuseppe avevano bisogno di comprendere più profondamente. Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. E questo avverrà in quella santa famiglia di Nazaret e anche per gli abitanti di quel piccolo villaggio, che vedono Gesù nelle semplici azioni quotidiane. Questo è anche quello che pure noi siamo chiamati a vivere.

Aiutare a cercare Gesù

La famiglia di Nazaret ci fa pensare alle nostre famiglie, a quelle benestanti e a quelle che stentano a rispondere alle necessità di una vita normale; ci fa pensare anche a tante famiglie che mancano del necessario, alle famiglie dei migranti che assieme ai loro bambini affrontano viaggi che non sempre raggiungono i nostri paesi. Ma nei nostri paesi occidentali la vicenda di questa famiglia ci fa pensare alle tante famiglie che in cerca di un benessere materiale che si ritiene sempre insufficiente, dimenticano di cercare quella presenza di cui Maria e Giuseppe sentono la necessità: si misero a cercarlo tra parenti e conoscenti e dopo tre giorni lo trovarono nel tempio (vv. 44-46).

Conosciamo tante storie di famiglie che crescono con amore i figli, vivono con gioia la loro unione e scoprono l’importanza e la bellezza di uscire dall’abitudine di pensare solo a sé e farsi incontro a chi si sente dimenticato, a coloro che cercano parole, senso, fraternità per la propria vita. Pur avendo tante cose molte famiglie avvertono un vuoto, hanno perso Gesù, il rapporto personale con Dio, con la sua Parola, con la preghiera, con i poveri. E noi siamo chiamati ad aiutare queste famiglie a cercare Gesù.

Facciamo diventare Gesù il nostro “capofamiglia”

Questo avevano bisogno di comprendere Maria e Giuseppe quando ritrovano Gesù che dice loro: «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Queste sono le cose del Padre suo, quelle che egli compirà quando comincia il cammino assieme ai suoi discepoli. Pensiamo ai cambiamenti che avvengono nella vita di Simon Pietro che aveva una famiglia, che aveva in casa anche la suocera. Pensiamo a quando Gesù entra in quella casa e prende per mano la suocera malata e a quando, venuta la sera, numerose persone si affollano dinanzi alla porta di casa portando con loro tanti malati perché Gesù gli guarisse.

E pensiamo anche alle nostre famiglie quando Gesù diventa il padrone di casa, quando le sue parole danno orientamento e indicazioni alla nostra vita, quando siamo invitati ad entrare in una famiglia larga fatta di tante famiglie e quando i poveri diventano membri della nostra grande famiglia, la famiglia del Signore. Nuovi orizzonti, nuovi desideri, nuove gioie e anche nuove preoccupazioni per quelli che sono rimasti soli o per quelli che cercano di raggiungere i nostri paesi. Il Natale assieme a tanti amici, a tanti momenti di scambio di affetti, di doni, di festa ci fanno conoscere quali sono le cose del Padre nelle quali Gesù ci introduce.

Tante famiglie aspettano di essere aiutate a scoprire l’assenza del Signore nella propria casa, il bisogno di questa presenza che porta una nuova linfa nei rapporti, negli interessi, nelle amicizie, negli affetti. Abbiamo bisogno di comprendere, aiutati da Maria, a conoscere quali sono queste «cose del Padre suo» e del «Padre nostro».

Intenzioni di preghiera

1) Perché tutte le famiglie possano essere luogo di crescita in sapienza e grazia e veri santuari della vita e dell’amore, per tutte le generazioni.

2) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per la Chiesa, perché sia nel mondo la grande famiglia di Dio.

3) Perché la pace torni ad abitare tra gli uomini; perché tutte le nazioni ritrovino la concordia e si riconoscano parte dell’unica famiglia umana e ovunque al fragore delle armi succedano canti di pace.

4) Per tutte le comunità cristiane che il Signore ha radunato in ogni parte del mondo: perché siano unite nella comunione con vincoli di misericordia, bontà e umiltà.

5) Per tutti coloro che nel nostro mondo, come Gesù, non trovano un posto: per i poveri, i senza fissa dimora, i rifugiati, per chi è solo, per i prigionieri e i condannati a morte. Perché siano consolati e trovino nella famiglia dei discepoli affetto ed accoglienza per la loro vita.