parrocchia
san Gennaro all'Olmo Napoli

la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 04 luglio 2021

14ª domenica del tempo ordinario /B

 
 

Letture: Ezechiele 2,2-5; Salmo 122; 2Corinzi 12,7-10; Marco 6,1-6.

 

Dal Vangelo di Marco capitolo 6, versetti da 01 a 06

1 Gesù partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.

4Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d'intorno, insegnando.


USCIRE DALLA PROPRIA TERRA
PER DIVENTARE UNA BENEDIZIONE PER TUTTI I POPOLI


«Da dove gli vengono queste cose?
E che sapienza è quella che gli è stata data?».

 

Gesù annuncia il Vangelo a Nazaret dove è cresciuto

Dopo aver attraversato tutta la Galilea, entrato nelle diverse sinagoghe, essere andato anche nel territorio pagano, nella Decapoli, Gesù ritorna da dove è partito, a Nazaret, e va a incontrare quelli che erano andati a cercarlo per riportarlo a casa, alla vita di sempre. Gesù che si reca nella sinagoga della sua patria rappresenta il nuovo che ritorna nel vecchio e provoca una lacerazione, uno scisma.

Oramai attorno a Gesù si è formata quella piccola famiglia dei discepoli che lo seguono, essi sono la sua compagnia obbligata. Ritorna a Nazaret per insegnare anche lì, per annunciare che è giunto in mezzo agli uomini il regno di Dio, che è ora di convertirsi e aprirsi alla nuova realtà, la realtà dello Spirito di Dio che vuole scendere nel profondo del cuore degli uomini e trasformarlo.

Il dono di una vita nuova che viene dal Signore

Il Vangelo è la novità di Dio che ci raggiunge per fare di noi nuove creature, come scrive Paolo: «se uno è in Cristo, è creatura nuova; le vecchie cose sono passate, ne sono nate di nuove!» (2Cor 5,17). Siamo opera del Signore, siamo il suo popolo, egli viene ad abbattere i muri dell’inimicizia, a fare di noi artigiani della pace.

Gesù torna a Nazaret non per conformarsi alle richieste della sua famiglia, che già aveva provato a riportarlo nei canoni di sempre: «i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: È fuori di sé» (Mc 3,21). Egli torna per offrire loro il dono di una novità da parte di Dio. Ma la una prima reazione di stupore e meraviglia dei nazareni evolve poi verso lo scandalo: che cos’è questa sapienza che gli è stata data e questi miracoli che si fanno con le sue mani?

La tentazione di restare chiusi su se stessi

Ma da dove gli può venire la sapienza se non dallo Spirito Santo? E i miracoli che cosa sono, se non l’espressione dello Spirito che abita in Lui? Eppure i suoi paesani tendono a sminuirlo comparandolo con i membri della sua famiglia ed etichettandolo a partire dal suo mestiere: conosciamo tutti il suo mestiere, faceva il falegname, conosciamo bene la famiglia da cui proviene, sua madre e i suoi numerosi fratelli, le sue sorelle. Sono osservazioni denigratorie che vogliono ridimensionarlo, relativizzando la sua personale importanza: è uno che conosciamo bene, non possiamo riconoscerlo come autorevole nella nostra vita.

Questa è una strategia propria di tutte le epoche e di tutte le culture: il sospetto e la denigrazione del nuovo anche quando ci sono segni e frutti che riportano alla fonte di ogni novità, l’azione dello Spirito di Dio che cerca sempre nuove vie per parlare al cuore dell’uomo in ogni epoca della storia. La tentazione di agire in questo modo si presenta facilmente in ogni ambiente chiuso e ripiegato su se stessi.

I frutti del Vangelo annunciato

La reazione di Gesù è chiara e forte: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua» (v.4). Una reazione che ci invita a riflettere, a interrogarci e a renderci conto di quello che avviene sotto i nostri occhi, quello che Gesù enumera quando risponde ai discepoli di Giovanni mandati da Lui: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!» (Mt 11, 4-6).

È quello che anche oggi il Signore fa vivere a quelli che accolgono il Vangelo, lo vivono e lo annunciano. Tanti tornano a vedere un futuro per la propria vita, tanti sono aiuti a riprendere il cammino che si era interrotto, tanti vengono inseriti nuovamente nella famiglia umana, dalla quale erano stati scartati, tanti riprendono a sentire parole amiche, tanti riprendono a vivere, anche i poveri gioiscono per la vita che ritorna in loro.

Usciamo dalle proprie abitudini e seguiamo il Signore Gesù

Gesù parla di sé come profeta, per accoglierlo bisogna fare come Abramo che per seguire il Signore gli viene chiesto di uscire dalla sua terra, dalla sua parentela e dalla casa di suo padre. Solo distaccandosi da loro Abramo diventerà una benedizione per tutti le nazioni. Siamo interpellati da tanti esempi positivi che sono dinanzi a noi che fanno riflettere, ma anche le reazioni di chiusura sono occasione di riflessione.

Questa pagina del vangelo ci interpella con forza per coinvolgerci meglio della realtà che viene da Dio, da accogliere in pienezza. Gesù continua la sua azione non a Nazaret ma altrove. Andiamo con lui, viviamo con Lui, operiamo con Lui.

Intenzioni di preghiera

1) Perché ad un mondo che ha bisogno di salvezza, il Signore doni voci profetiche di speranza, capaci di orientare l’umanità incerta e smarrita in questo tempo difficile.

2) Per Papa Francesco, per il nostro vescovo Domenico e per la Chiesa della nostra città, perché con semplicità e gioia comunichi a tutti il Vangelo nel quale ogni persona può trovare il senso della propria vita.

3) Per i poveri, i vulnerabili, per coloro che soffrono, soprattutto a causa della pandemia: perché possano trovare l’amore e l’accoglienza della comunità cristiana.

4) Per chi è anziano e sente il peso della debolezza, per quanti vivono nella solitudine, perché trovino sostegno e forza in una rinnovata alleanza tra le generazioni.

5) Perché cessi ogni guerra, il livore dell’odio e ogni male: che la pace venga presto e si costruisca un mondo dove non c’è più inimicizia. Per il Libano e per tutto il Medio Oriente.