parrocchia
san Gennaro all'Olmo - Napoli

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la Bibbia
Vangelo festivo

Predicazione del 27/09/20

26ª Domenica del Tempo Ordinario /A
 
 

Letture: Ezechiele 18,25-28; Salmo 24; Filippesi 2,1-11; Matteo 21,28-32.

 

Dal Vangelo di Matteo capitolo 21, versetti da 28 a 32

Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 28«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: «Figlio, oggi va' a lavorare nella vigna». 29Ed egli rispose: «Non ne ho voglia». Ma poi si pentì e vi andò. 30Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: «Sì, signore». Ma non vi andò.

31Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».


ESSERE OPERAI GENEROSI NELLA VIGNA DEL SIGNORE


«Chi dei due figli ha compiuto la volontà del padre?»

Metterci in ascolto delle tante voci di aiuto

Tutti, in questo tempo, anche grazie ai mezzi di comunicazione, possiamo conoscere quanto avviene nel mondo, nei nostri quartieri, nelle nostre città, ma anche in terre più lontane. Persone che fuggono dai loro paesi in cerca di una terra dove possano vivere in maniera dignitosa e in pace, persone rimaste senza lavoro, persone bisognose di aiuto. Alziamo lo sguardo da noi stessi e facciamoci incontro a queste persone relegate ai margini, prive del necessario per vivere.

Gesù parla di questo mondo come di una vigna da coltivare, perché possa produrre buoni frutti. La violenza, le divisioni, le ingiustizie sono come dei frutti amari prodotti da terreni avvelenati. C’è bisogno di dissodare questi terreni, seminare semi buoni che possano fare frutti e nutrire la vita degli uomini.

Gesù si mette a dialogare con noi

Il Signore ci chiama ad essere operai nella sua vigna, in questo mondo che gli sta a cuore. Non possiamo sentirci giusti perché pensiamo di non far male a nessuno, standocene per conto nostro. Non possiamo, dinanzi a tante sofferenze, a tante solitudini, restare indifferenti. Gesù entra in dialogo con noi, si serve di piccoli paragoni, le parabole, per aiutarci a riflettere e scegliere di stare con lui, lasciandoci guidare dalle sue parole e incamminarci con lui per le strade di questo mondo.

La breve parabola dei due figli ci interroga su quanto prendiamo sul serio quello il Signore ci dice. L’esperienza di Gesù mentre cammina per le strade della Palestina evidenzia che proprio le persone che si ritenevano religiose, osservanti, non si lasciavano toccare il cuore dalle sue parole e dai segni che egli compiva verso coloro che erano disprezzati ed emarginati. Erano i capi dei sacerdoti, le persone autorevoli, il gruppo dei farisei attento a seguire minuziosamente le regole religiose.

Gli ultimi diventano i primi

E proprio quelli che erano visti come i più lontani da Dio per i loro comportamenti – i pubblicani che esercitavano un mestiere dove era facile arricchirsi disonestamente, le prostitute – o quelli che erano tenuti a distanza perché stranieri, provenienti da un’altra cultura, proprio questi si avvicinavano a Gesù col desiderio di cambiare.

La parabola del padre con due figli invitati a lavorare nella vigna è un modo per dialogare con le persone che gli stanno intorno, quelli sicuri di sé che lo ascoltavano con le loro riserve: «Che ve ne pare? Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Nei nostri incontri con i poveri, con gli anziani, con gli stranieri, tanti di loro ci fanno riflettere con i loro racconti, con le loro storie dure e dolorose e si lasciano toccare il cuore dai nostri piccoli gesti di aiuto, di vicinanza, di affetto.

I poveri ci aiutano a comprendere il vangelo

Sono proprio loro che ci aiutano a comprendere l’amore di Dio, la bellezza della vita vissuta insieme, il lavoro per sconfiggere una vita costruita solo intorno al proprio io e ai propri interessi. I poveri ci aiutano a scoprire quanto è importante e necessario costruire rapporti che ci facciamo diventare una famiglia, un “noi” aperto a tutti.

Le parole di Gesù - «i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio» - ci fanno pensare all’esperienza che egli ha fatto con Matteo il pubblicano che dal banco delle tasse si alza e si mette a seguirlo, a quella di Zaccheo che per vederlo si arrampica su un albero perché era piccolo di statura, alla peccatrice perdonata nella casa di Simone il fariseo, al lebbroso samaritano che guarito torna a ringraziarlo, alla fede della donna cananea.

L’esempio di Francesco d’Assisi

Questa breve parabola del Vangelo ci fa pensare alle parole che riceviamo dal Signore in abbondanza, alla pazienza e fedeltà del suo amore dinanzi alle nostre resistenze, all’invito ripetuto di essere ogni giorno operai generosi nella vigna che è questo mondo. Francesco d’Assisi di cui faremo memoria fra pochi giorni, da giovane giocherellone e spensierato, cambia vita: comincia ad ascoltare il vangelo e decide di metterlo in pratica alla lettera. Si è lasciato coinvolgere dal Vangelo senza resistere, come scrive nel suo Testamento: «e dopo che il Signore mi dette dei fratelli, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo».

Il Signore ci ha dato tanti fratelli e sorelle, viviamo con gioia questo dono e scopriamo con la sapienza che ci viene dal Vangelo e la generosità che viene dall’amore, come rispondere alle diverse domande e situazioni che il Signore ci fa conoscere. Non fermiamoci dinanzi alle difficoltà ma cerchiamo con intelligenza come aiutare tanti bisognosi. Nei giorni scorsi è stato firmato un nuovo accordo col Ministero dell’Interno che permetterà un nuovo corridoio umanitario totalmente finanziato dalla Comunità di Sant’Egidio che accoglierà 300 profughi da Lesbo e dalla Grecia nei prossimi mesi. Con l’aiuto di tanti tutto questo diventa possibile, permettendo la costruzione di una società inclusiva e accogliente.

Intenzioni di preghiera

1) Signore, che ancora una volta ci chiami a lavorare nella tua vigna, aiutaci a risponderti non a parole ma con la nostra vita, spendendo tempo, affetto, energie perché essa cresca e fruttifichi.

2) Padre misericordioso e giusto che accogli chi si pente, perdonaci per la nostra disobbedienza, effondi su di noi il tuo Spirito e rendici docili alla tua Parola, perché abbiamo in noi gli stessi sentimenti del Figlio tuo.

3) Ti preghiamo Signore per il nostro vescovo papa Francesco e per tutta la Chiesa, perché lavori sempre con amore nella vigna le hai affidato.

4) Mentre ti ringraziamo per l’apertura di nuovi Corridoi Umanitari dalla Grecia, ti preghiamo Signore per tutti coloro che subiscono discriminazioni, che sono respinti e vengono emarginati, perché la loro sofferenza sia consolata e possano trovare accoglienza e solidarietà. Dona a noi benignità e mitezza verso tutti.

5) Ti preghiamo Signore perché gli uomini sappiano custodire e cercare la pace, perché le ferite profonde che lascia la guerra, possano essere guarite. Veglia sulla Siria, sulla Libia, sul Mozambico e libera il mondo dalla Pandemia.